Il diritto di accesso agli atti e i registri ministeriali

Svolgere un’indagine sui registri degli accessi nelle pubbliche amministrazioni permette di far emergere due aspetti diversi della questione: come vengono pubblicati i dati sulle richieste di accesso e quali sono i dati sull’utilizzo del diritto d’accesso da parte dei cittadini.

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Stampa nazionale e di settore 3 Settembre 2019

Alcuni articoli hanno ripreso il nostro ultimo approfondimento mensile sul Foia, il diritto generalizzato di accesso agli atti della pubblica amministrazione da parte dei cittadini.

Nel nostro ultimo contributo in materia “Registro degli accessi, come si stanno comportando i ministeri” abbiamo visto quante sono state le richieste di accesso fatte dai cittadini ai ministeri nel 2017 e il 2018 rilevando il modo disomogeneo e spesso incompleto con cui le pubbliche amministrazioni adempiono agli obblighi di pubblicità relative alle richieste che gli sono state inoltrate.

Le variabili più determinanti per un vero monitoraggio della materia sono tre: la tempistica degli aggiornamenti, la tipologia di dati rilasciati e il contenuto delle informazioni rese disponibili. Alcune amministrazioni effettuano un aggiornamento continuo mentre in altre l’aggiornamento dei dati non è tempestivo.

Per quanto riguarda invece la tipologia di dati rilasciati il discorso è più complicato. Delle 14 amministrazioni analizzate, 12 hanno attualmente online un registro degli accessi. Tra queste 7 (il 58%) mette a disposizione i dati in dei formati riutilizzabili (o xls o xml), mentre i rimanenti 5 rilasciano delle tabelle pdf, formato che rende più complicato una vera analisi della materia.

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Quanto al contenuto dei dati rilasciati questo varia molto da ministero a ministero con i dicasteri di esteri e cultura che forniscono informazioni più complete mentre il ministero dell’ambiente si limita a indicare data ed esito delle richieste.

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