Quanti rifiuti sono smaltiti in discarica Ambiente

Lo smaltimento in discarica è una modalità di gestione dei rifiuti speciali sempre più marginale rispetto al recupero. A fronte di questo generale miglioramento è però aumentato lo smaltimento di scarti altamente tossici e nocivi per l’ambiente.

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La gestione e lo smaltimento dei rifiuti speciali sono fondamentali per ridurre l’inquinamento e quindi contenere gli effetti negativi della presenza antropica sulla Terra.

Secondo la Waste framework directive della commissione europea, l’uso di discariche è l’opzione di gestione meno desiderabile, da considerarsi solo come una soluzione estrema.

L’Italia è uno dei paesi Ue con la maggiore quota di rifiuti speciali smaltiti in sistemi circolari di recupero, ma nonostante ciò lo smaltimento in discarica ha ancora un peso significativo, soprattutto per quanto riguarda i rifiuti cosiddetti pericolosi.

I rifiuti speciali e la loro gestione

I rifiuti prodotti dagli esseri umani si dividono, a seconda della loro provenienza, in urbani e speciali. Questi ultimi sono generati dalle attività produttive, commerciali e industriali al di fuori dei centri urbani e non sono gestiti dalla pubblica amministrazione. Sono divisi a loro volta in rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.

A differenziare queste due tipologie è la concentrazione di sostanze inquinanti. I materiali di scarto pericolosi possono essere, tra gli altri, infiammabili, esplosivi, corrosivi o teratogeni. In quanto nocivi per l’ambiente, necessitano infatti di trattamenti particolari volti a ridurne la tossicità. A seconda del loro livello di pericolosità, devono essere portati in appositi impianti.

Secondo l’Ispra, costruzioni e attività manifatturiere sono i principali responsabili della produzione di rifiuti speciali.

Secondo il rapporto rifiuti speciali 2019 dell’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), i principali settori che producono rifiuti speciali sono le costruzioni, le attività manifatturiere e il trattamento dei rifiuti e le attività di risanamento. Le costruzioni, in particolare, sono responsabili della generazione di quasi la metà dei rifiuti speciali non pericolosi, mentre quelli pericolosi sono prodotti in buona parte dal settore manifatturiero.

Per quanto riguarda invece la gestione dei rifiuti, essa avviene secondo due principali modalità, ovvero il recupero e lo smaltimento.

In un recente approfondimento abbiamo parlato del recupero dei materiali, parte integrante del modello di economia circolare e pratica che negli ultimi anni ha visto un avanzamento notevole in Italia. Nel nostro paese infatti il recupero è oggi la forma di gestione predominante, seguito da altre operazioni di smaltimento come i trattamenti chimici, fisici e biologici e infine da smaltimento in discarica, coincenerimento e incenerimento.

Le discariche in Italia

Se gli impianti non sono sufficientemente regolamentati e controllati, le discariche possono avere un impatto negativo sull’ambiente, contaminando le acque circostanti e producendo metano, con effetti dannosi anche sulla salute umana.

Nonostante sia andato progressivamente diminuendo negli anni, in Italia il loro numero è ancora elevato.

310 il numero di discariche presenti in Italia nel 2018.

Una cifra che nel 2016 era pari a 350 e nel 2017 a 324. La diminuzione ha però riguardato soprattutto le discariche per rifiuti inerti, definiti dalla direttiva 1999/31/Ce come rifiuti solidi che non subiscono trasformazioni chimiche, fisiche o biologiche e che mantengono quindi un basso livello di tossicità, e quelle per rifiuti speciali non pericolosi. Mentre il numero di discariche per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi è rimasto sostanzialmente invariato dal 2016 al 2018 (passando da 12 a 11).

Nel 2018, era la Sardegna la regione con il numero più elevato di discariche. Il 70,7% di queste erano però destinate allo smaltimento dei rifiuti inerti. Mentre il Piemonte era la ragione con più discariche per i rifiuti speciali pericolosi (3), un tipo di impianto esistente solo in 7 altre regioni (Lombardia, Puglia, Toscana, Lazio, Marche, Umbria e Calabria).

I dati si riferiscono a tutte le tipologie di discarica, per rifiuti inerti e per rifiuti speciali, pericolosi e non. La Campania non ha nessuna discarica.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: mercoledì 3 Novembre 2021)

Osservando invece i dati sul quantitativo di rifiuti smaltiti, la Lombardia risulta la regione con il quantitativo più elevato di rifiuti speciali eliminati in discarica. Parliamo di quasi 3 milioni di tonnellate nel 2018, a fronte di un totale nazionale di 10,6. Questi materiali di scarto, come abbiamo visto, hanno un livello di tossicità più elevato rispetto a quelli inerti e quindi il loro smaltimento in discarica è più problematico.

27,2% dei rifiuti speciali smaltiti in discarica si trovava in Lombardia, nel 2018.

Seguono sotto questo aspetto Veneto e Puglia, rispettivamente responsabili del 12,1% e dell'11,9% degli smaltimenti, mentre altre regioni ad alto tasso di industrializzazione come l'Emilia Romagna e il Piemonte si assestano, nonostante ciò, a quote inferiori al 5%.

I dati si riferiscono ai rifiuti speciali, pericolosi e non, misurati in migliaia di tonnellate, che vengono smaltiti in discarica nelle varie regioni.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: mercoledì 3 Novembre 2021)

I limiti degli avanzamenti fatti dall'Italia

Negli anni, il nostro paese ha fatto diversi passi avanti rispetto alla gestione dei rifiuti. Quote sempre maggiori di scarti vengono recuperate e reimmesse all'interno dei cicli produttivi, mentre sono sempre minori quelle smaltite, e di conseguenza anche il numero di discariche è andato gradualmente diminuendo.

Partendo da quasi 21 milioni di tonnellate di rifiuti speciali che nel 1997 venivano smaltiti in discarica, 20 anni dopo questa cifra si è dimezzata, attestandosi a 11,9 milioni di tonnellate.

Questo miglioramento non ha però toccato entrambe le tipologie di rifiuti speciali nello stesso modo. Se quelli non pericolosi, che costituiscono la quota maggiore (l'89,2% di tutti i rifiuti speciali smaltiti), sono diminuiti del 47,4%, quelli pericolosi sono invece aumentati.

+61,9% i rifiuti speciali pericolosi che vengono smaltiti in discarica nel 2018 rispetto al 1997.

Si tratta di un aumento notevole, se pensiamo che questi sono gli scarti più dannosi per l'ambiente e per la nostra salute.

L’indicatore si riferisce alla quantità di rifiuti speciali che vengono smaltiti in discarica, misurati in migliaia di tonnellate.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra
(ultimo aggiornamento: mercoledì 3 Novembre 2021)

 

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