Cos’è il cuneo fiscale

Comprende le imposte sui redditi e i contributi versati dal datore di lavoro e dal lavoratore. Corrisponde alla differenza tra il costo del lavoro e la retribuzione netta.

Definizione

La paga finale percepita dal lavoratore non è la stessa che viene versata dal datore di lavoro. La differenza tra il lordo e il netto corrisponde al cuneo fiscale ed è composta da imposte e contributi. Sono inclusi principalmente l’imposta sul reddito da lavoro (in Italia chiamata Irpef) e i contributi previdenziali che vengono versati sia dal lavoratore che dal datore di lavoro. Si può calcolare sia per chi è assunto con un contratto da lavoratore dipendente sia per il lavoratore autonomo e il libero professionista.

Il cuneo fiscale non va confuso con il costo del lavoro. Quest’ultimo è infatti il costo totale che viene sostenuto dall’azienda per mantenere il lavoratore, compreso anche di tasse, imposte e contributi.

Dati

Per quel che riguarda il calcolo del cuneo fiscale, bisogna tenere conto che la tassazione del lavoro e il versamento dei contributi sono soggetti a numerose specificità, come viene puntualizzato dall’Ocse. Contratti di diverso tipo e livello prevedono aliquote di tassazione differenti. Ma sono numerose anche le differenze tra i settori e la composizione del nucleo familiare. Per semplificare, si considera un lavoratore che percepisce uno stipendio medio e che non ha figli a carico.

41,3% il cuneo fiscale medio in Ue (Ocse, 2021).

Il calcolo della media non tiene conto di tutti i paesi dell’Unione dal momento che non tutti rientrano nell’Ocse. Sono stati esclusi per mancanza di dati Bulgaria, Cipro, Croazia, Malta e Romania. Possiamo comunque vedere che tra tutti gli altri paesi si tratta di un dato piuttosto eterogeneo.

Il dato misura quanto le imposte incidono sul costo totale del lavoro. Si prende in considerazione il cuneo fiscale di un contribuente medio senza figli. Sono inclusi tutti i lavoratori dei settori B-N della classificazione Nace.

Il dato non risulta disponibile per tutti i paesi europei.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(consultati: lunedì 17 Aprile 2023)

Il paese con il cuneo fiscale più alto è il Belgio (52,6%) seguito da Germania (48,1%) e Austria (47,8%). I tre stati con l’incidenza minore sono Paesi Bassi (35,3%), Polonia (34,8%) e Irlanda (34%). In questo scenario, il cuneo italiano è tra i maggiori. Si colloca infatti al quinto posto con una percentuale pari al 46,5% del costo del lavoro. Si tratta di un valore superiore di circa 5 punti percentuali rispetto alla media calcolata per i paesi europei che registrano il dato.

Analisi

Imposte e contributi sono entrate importanti per uno stato. Attraverso le imposte si finanziano i servizi per il cittadino e si contribuisce alla stabilità di bilancio mentre i contributi sono fondamentali per il sostentamento del sistema pensionistico. È però necessario bilanciare le varie forme di entrata per garantire un adeguato livello di finanziamento dello stato e l’equità tra le diverse condizioni economiche dei cittadini.

A livello europeo si è spesso discusso della possibilità di limitare il cuneo fiscale, introducendo strumenti alternativi come ad esempio le imposte ambientali oppure quelle sugli immobili. Un valore eccessivamente elevato può infatti avere un impatto negativo sulla domanda e sull’offerta del lavoro, ridurre gli incentivi per cercare lavoro, aumentare le ore lavorate e assumere nuovi lavoratori.

A high tax wedge can exert a negative impact both on labour supply and demand, weakening incentives to look for work, to work additional hours and to hire new staff.

Per quel che riguarda nello specifico il caso italiano, nel 2022 si è espresso il consiglio europeo all’interno di una raccomandazione sulla stabilità finanziaria dell’Italia. Secondo il consiglio, il cuneo fiscale italiano è particolarmente alto per tutti i livelli di reddito rispetto agli altri stati dell’Unione mentre rimangono meno utilizzate altre fonti di entrata che inciderebbero meno negativamnte sulla crescita economica del paese.

The tax wedge on labour remains very high at all income levels compared to other Member States. At the same time, other sources of revenues, less detrimental to growth, are underused, leaving room to further reduce the tax burden on labour in a budgetary neutral way.

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