Cosa sono e cosa fanno le commissioni d’inchiesta

Servono per indagare su materie di interesse pubblico. Lo fanno attraverso missioni e sopralluoghi, audizioni con ministri, l’approvazione di relazioni, con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria.

Definizione

Le commissioni d’inchiesta sono regolate dall’articolo 82 della costituzione italiana e possono essere create ad hoc per svolgere indagini e ricerche su materie e argomenti di interesse pubblico, con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria. Lo fanno attraverso missioni e sopralluoghi, audizioni con ministri, l’approvazione di relazioni, l’organizzazione di convegni e più in generale un accurato lavoro di studio e documentazione.

Possono essere di vario tipo: se bicamerali, si compongono sia di deputati che di senatori e devono essere formate per legge. Se monocamerali, per la costituzione basta una deliberazione della camera o del senato. In entrambi i casi l’atto istitutivo include: gli scopi, la composizione, poteri e limiti, disciplina del segreto, organizzazione interna e tetto di spese per il funzionamento.

A conclusione del loro lavoro, questo tipo di commissioni solitamente presenta delle relazioni finali che dovrebbero aiutare il parlamento a presentare ed eventualmente approvare alcuni atti (da ordini del giorno a disegni di legge) in linea con il contenuto del documento.

L’istituzione di una commissione (attraverso un atto) deve essere seguita dalla sua effettiva costituzione, con la nomina dei membri da parte dei singoli gruppi. Ciò non sempre avviene.

Dati

Nella XVIII legislatura (2018-2022) i disegni di legge presentati per l’istituzione di commissioni d’inchiesta sono stati 126 in totale. Di questi però solo 5 sono stati approvati definitivamente. Queste leggi hanno portato all’istituzione di altrettante commissioni d’inchiesta. Nello specifico si tratta delle commissioni su:

Tutte queste commissioni sono poi state effettivamente costituite. Ovviamente, come già detto, le commissioni d’inchiesta possono essere anche monocamerali. Tra il 2018 e il 2022 se ne contano 4 alla camera e 3 al senato. A Montecitorio, particolarmente significative le commissioni d’inchiesta sulle morti di Giulio Regeni e David Rossi e quella sulla tragedia della Moby Prince. Per quanto riguarda palazzo Madama invece si segnalano le commissioni sulla violenza di genere e sulla dipendenza da gioco d’Azzardo.

Per quanto riguarda l’attività svolta, possiamo osservare che nella XVIII legislatura le commissioni, sia mono che bicamerali, si sono riunite per un totale di circa 1.381 ore. Tra quelle più attive si citano la commissione antimafia (295 ore di lavoro suddivise in 193 sedute) e quella sul ciclo dei rifiuti (295 ore in 179 sedute). La meno attiva è stata, significativamente, quella sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che si è riunita solamente 23 volte per un totale di circa 16 ore.

I dati sono tratti dalle apposite sezioni statistiche dei siti di camera e senato.

FONTE: elaborazione openpolis su dati parlamento
(consultati: venerdì 10 Marzo 2023)

Il ricorso a questo tipo di commissioni è stato abbastanza incostante negli ultimi 20 anni. Considerando complessivamente le commissioni d’inchiesta mono e bicamerali infatti vediamo che nella XIV legislatura (2001-2006) erano state 11. Mentre nelle due legislature successive il numero si era rispettivamente ridotto a 6 e 7. Nella XVII legislatura (2013-2018) si tocca il picco massimo con 15, valore che poi torna a diminuire nella XVIII legislatura con 12. A livello di commissioni bicamerali, il dato più elevato (5) si trova nella XIV e nella XVIII legislatura. Mentre per quanto riguarda le commissioni monocamerali è nella XVII legislatura che si trova il valore più elevato in assoluto (11).

È interessante notare che nel passaggio tra la XVII e la XVIII legislatura il numero di commissioni bicamerali è diminuito. Al contrario, a partire dalla XVI legislatura le commissioni monocamerali sono andate aumentando. Ciò può essere in parte ricondotto al fatto che per istituire queste commissioni non è necessaria l’approvazione di una legge. Questo rende più semplici e velocizza le procedure dato che non serve il via libera di entrambe le camere.

FONTE: elaborazione openpolis su dati parlamento
(consultati: venerdì 10 Marzo 2023)

Per quanto riguarda la legislatura attualmente in corso, i disegni di legge (Ddl) presentati per l’istituzione di commissioni d’inchiesta sono 64. Tra queste se ne segnalano ben 3 che mirano ad approfondire la diffusione e la gestione dell’emergenza da Covid-19 nel nostro paese. Una è stata presentata al senato da Raffaella Paita (Azione-Iv), un’altra da Davide Faraone (sempre Azione-Iv) alla camera. L’ultima proposta infine è stata presentata da Riccardo Molinari (Lega) sempre a Montecitorio.

3 i Ddl presentati per l’istituzione di commissioni d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza pandemica.

Di tutti i Ddl presentati, per il momento soltanto 2 risultano aver già concluso il loro iter con l’approvazione definitiva. Si tratta delle commissioni antimafia e sul femminicidio e la violenza di genere. In entrambi i casi però le commissioni risultano non ancora costituite. 

Analisi

Come abbiamo visto, l’istituzione di queste commissioni è stata molto incostante nel corso del tempo. Ovviamente ciò dipende anche dagli avvenimenti che caratterizzano le varie legislature e che spingono di volta in volta i parlamentari a creare questo tipo di organi.

Il taglio dei parlamentari potrebbe portare a una riduzione del commissioni d’inchiesta.

Un importante elemento di riflessione riguarda il taglio dei parlamentari che, a partire dalla XIX legislatura, sono stati ridotti a 600. È possibile che un numero così esiguo di parlamentari, specialmente al senato, possa essere insufficiente a garantire il funzionamento delle camere e di tutte le strutture interne che ne contraddistinguono l’attività. Per questo non è da escludere che in futuro possa nascere un numero inferiore di commissioni d’inchiesta rispetto a quanto siamo abituati. Per partecipare ai lavori di queste assemblee infatti i parlamentari che ne fanno parte devono sottrarre tempo da dedicare alle altre attività a cui sono chiamati. Non ultimo quello nelle commissioni permanenti che svolgono un ruolo fondamentale nel processo legislativo.

Oltre a questo aspetto, c’è un’altra criticità che emerge nell’analisi di questi organismi. Quando si cerca di entrare meglio nel dettaglio delle loro attività infatti sorgono alcuni problemi, riassumibili nella mancanza di dati e nella poca uniformità delle informazioni fornite. Come per tutte le commissioni o organi che non siano l’aula, non sono indicate le presenze e le assenze dei parlamentari nonché il dettaglio esatto delle votazioni. In aggiunta, i due rami (e le singole commissioni) tendono a pubblicare informazioni diverse, in formati differenti e in maniera discontinua.

Questo ovviamente non aiuta il pieno monitoraggio di quanto succede e soprattutto contribuisce a un’incompleta comprensione dei processi parlamentari. Un peccato, perché molto dell’importante lavoro di indagine svolto, rischia così di essere perso e dimenticato.

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