Che cos’è l’indice Ispred

L’indice di sicurezza, prezzi dell’energia e decarbonizzazione è un indice sintetico che valuta il processo di transizione energetica nel nostro paese.

Definizione

L’indice Ispred valuta le tre dimensioni cruciali per una transizione energetica: decarbonizzazione, sicurezza dell’approvvigionamento e prezzo dell’energia. Tre ambiti che, se mantenuti in equilibrio, dovrebbero appunto favorire il passaggio da un’economia – quella attuale – centrata sull’utilizzo di combustibili fossili a una a basse emissioni di carbonio.

L’Enea – agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – definisce la decarbonizzazione come la progressiva riduzione delle emissioni di anidride carbonica nei processi di consumo dell’energia. La sicurezza fa invece riferimento alla necessità che il sistema di approvvigionamento garantisca disponibilità di energia a prezzi accessibili, indipendentemente da eventi che possono minacciare il flusso e i costi energetici. Infine, la dimensione dei prezzi serve a monitorare i costi dell’energia in Italia rispetto a quelli degli altri paesi europei, sia rispetto alle imprese – in ottica di competitività – che, in misura minore, alle famiglie.

Queste aree insieme costituiscono il trilemma energetico, così definito per indicare l’interdipendenza e la complessità delle dimensioni appena descritte. Una transizione energetica efficace e stabile infatti non può prescindere dal bilanciamento di tutti e tre questi aspetti. Una convinzione che a livello normativo è stata inclusa nella strategia energetica nazionale 2017 (Sen), promossa in modo congiunto dal ministero dello sviluppo economico e dal ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. La Sen, in linea con il piano dell’unione dell’energia promosso a livello europeo, si pone quindi i seguenti obiettivi da conseguire entro il 2030:

– migliorare la competitività del paese, continuando a ridurre il gap di prezzo e di costo dell’energia rispetto all’Europa, in un contesto di prezzi internazionali crescenti;
– raggiungere e superare in modo sostenibile gli obiettivi ambientali e di decarbonizzazione al 2030 definiti a livello europeo, in linea con i futuri traguardi stabiliti nella COP21;
– continuare a migliorare la sicurezza di approvvigionamento e la flessibilità dei sistemi e delle infrastrutture energetiche.

In questo contesto, l’Enea ha il compito di valutare trimestralmente l’andamento nel nostro paese delle tre dimensioni e di sintetizzarle nell’indice Ispred. Per farlo, ricorre a numerosi indicatori per ciascun ambito. Per quanto riguarda la decarbonizzazione, viene monitorato il livello di emissioni di Co2 e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, rispetto agli obiettivi Ue per il 2020 e il 2030. Tra i fattori di sicurezza invece, viene considerato tra gli altri il livello di dipendenza dalle importazioni e la diversificazione degli approvvigionamenti per il sistema petrolifero e del gas. Infine, vengono considerati i prezzi del gasolio e i livelli di consumo di elettricità e gas naturale da parte di imprese e consumatori domestici.

Dati

Secondo l’ultima analisi Enea – quella relativa al terzo trimestre 2021 – la transizione energetica in Italia è in un momento di particolare difficoltà. L’indice Ispred risulta infatti calato del -11% rispetto al trimestre precedente e del -35% rispetto al terzo trimestre del 2020. Anno in cui il lockdown e altre chiusure avevano portato a un miglioramento dell’indice, poi completamente riassorbito nell’anno successivo. La stima di Enea inoltre è quella di un ulteriore peggioramento durante il primo trimestre del 2022, a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia di cui tanto si sta discutendo negli ultimi mesi.

-60% il calo dell’indice di decarbonizzazione dal terzo trimestre 2020 al terzo trimestre 2021.

È la dimensione della decarbonizzazione ad aver registrato il calo più incisivo. Da un lato perché nel 2020 le emissioni di Co2 erano diminuite di molto per via delle chiusure dovute alla pandemia. Dall’altro per l’innalzamento dell’obiettivo Ue, che prevede di raggiungere entro il 2030 una riduzione del -55% delle emissioni rispetto al 1990.

Ma anche gli altri due ambiti presentano andamenti negativi. A partire dalla sicurezza energetica: rispetto al terzo trimestre 2020, gli indici relativi al sistema petrolifero e a quello del gas risultano in calo. Al contrario dell’indice sul sistema elettrico, l’unico in miglioramento.

Infine, come accennato in precedenza, l’aumento vertiginoso dei costi dell’energia ha causato un peggioramento dell’indice sui prezzi. Basti pensare che, sempre come riportato da Enea, nel terzo trimestre 2021 i prezzi del gas risultano superiori del +85% rispetto al precedente e del +430% rispetto al terzo trimestre 2020. E una notevole crescita emerge anche dai costi dell’elettricità: +67% rispetto al secondo trimestre 2021 e +194% dal terzo trimestre 2020.

Analisi

La transizione energetica è la sfida di questa fase storica. Un processo considerato fondamentale per contrastare il cambiamento climatico e le sue conseguenze sull’ecosistema del pianeta. Tuttavia è un percorso complesso, con numerosi rischi e implicazioni.

Per farlo funzionare, mantenere un equilibrio tra le tre dimensioni della transizione – decarbonizzazione, sicurezza e prezzi dell’energia – è una condizione necessaria, anche se difficile da garantire. Perché, come spiega Enea, la variazione di uno dei tre ambiti potrebbe avere effetti negativi sugli altri, data la loro forte interconnessione. Per esempio, un rapido aumento della decarbonizzazione potrebbe influire sulla sicurezza dell’approvvigionamento e sui prezzi dell’energia. In altre parole, una conversione troppo veloce a un’economia che non utilizza più energia derivata dai combustibili fossili, potrebbe potenzialmente ostacolare i rifornimenti e aumentarne i costi.

Su un tema così cruciale e complesso sarebbe dunque necessario un dibattito quanto più trasparente e aperto possibile. Tuttavia in questo senso, non sono a oggi disponibili in formato accessibile e riutilizzabile i dati sull’andamento dell’indice Ispred nel corso del tempo. Enea infatti non ha una propria sezione di open data, ma pubblica solo le analisi trimestrali, che riportano una descrizione testuale dell’andamento dell’indice nei tre mesi considerati. All’interno di questi documenti vengono solo menzionati alcuni dati, allegati dei grafici – non esplorabili – di andamento dell’indice e tabelle – non scaricabili – che riportano solo dati disaggregati sugli indicatori delle tre dimensioni.

Questo è chiaramente limitante perché non permette ad altri soggetti, oltre a Enea, di osservare con facilità i dati nella loro completezza ed elaborarli e analizzarli per monitorare la transizione energetica da più prospettive. In una fase, per di più, che vede il processo di transizione fortemente in difficoltà nel nostro paese, come abbiamo detto in precedenza, e le stime sull’anno in corso – 2022 – non lasciano sperare in un miglioramento.

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