I voti necessari e quelli mancanti ad eleggere un giudice della corte costituzionale

I voti della maggioranza nel parlamento riunito in seduta comune e quelli mancanti nei diversi scrutini per eleggere il giudice della corte costituzionale che ancora manca al plenum

Dopo essersi riunito in due occasioni, il parlamento in seduta comune non è ancora riuscito a eleggere un un nuovo giudice costituzionale. A ben vedere non si tratta di un fatto insolito. Per eleggere un giudice costituzionale infatti è richiesta una maggioranza dei 2/3 dei componenti del parlamento (404 voti), per i primi 3 scrutini. Una soglia molto alta quindi, che l’attuale maggioranza non può raggiungere senza un ampio accordo con l’opposizione. Accordo che tuttavia non si presenta come semplice. Infatti se il parlamento avesse dovuto eleggere più di un giudice, sarebbe stato più semplice trovare soluzioni tali da soddisfare le diverse sensibilità politiche e culturali. Inoltre la questione potrebbe non essere risolta con facilità neanche dal quarto scrutinio. Infatti a quel punto la soglia si abbasserebbe a 3/5 dei componenti, che corrispondono a 363 voti, ovvero 9 in più di quanti ne disponga la maggioranza.

L’articolo 135 della costituzione stabilisce che un terzo dei componenti della corte costituzionale, ovvero 5 giudici, siano eletti dal parlamento riunito in seduta comune. Allo scadere del mandato di un giudice eletto dal parlamento è quindi questo stesso organo a dover eleggere un sostituto. A norma dell’articolo 3 della legge costituzionale 2/1967, affinché l’elezione sia valida è necessaria una maggioranza dei 2/3 dei componenti. A partire dal quarto scrutinio la soglia di maggioranza si abbassa a 2/3 dei componenti.

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: giovedì 14 Dicembre 2023)

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