Lo sport nel contrasto alle discriminazioni tra i minori Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai all’approfondimento “Lo sport come strumento per combattere le discriminazioni

23,9%

gli alunni stranieri che non frequentano i compagni al di fuori della scuola. Tra ragazze e ragazzi italiani la quota scende di quasi 10 punti (14,4%). I minori stranieri sono anche più spesso vittime di episodi di bullismo, come emerso dall’indagine Istat sull’integrazione delle seconde generazioni in Italia. Situazioni più frequenti dove manca l’integrazione e ci sono meno occasioni di contatto al di fuori della scuola. Vai all’articolo.

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i contributi che lo sport può offrire alla crescita di bambini e ragazzi. Da un lato per la funzione, ben nota, nello sviluppo psico-fisico. Un aspetto fondamentale, perché riguarda il diritto alla salute tutelato dalla convenzione sui diritti dell’infanzia. Ma ha un impatto anche nella crescita sociale ed educativa dei più giovani. Offre un ambiente in cui apprendere, in un contesto di gioco, valori quali il rispetto delle regole e degli avversari, la lealtà verso i compagni e la squadra, la dedizione personale. Inoltre, rappresenta un momento di aggregazione e di socialità in cui sviluppare la propria personalità e instaurare relazioni con i coetanei e gli adulti. Aspetti che rendono la pratica sportiva centrale anche nelle politiche di contrasto alle discriminazioni. Vai all’articolo.

53%

degli studenti stranieri delle medie pratica attività sportive al di fuori dall’orario scolastico. Quasi altrettanti (47%) non ne svolgono alcuna. Per avere un termine di paragone, tra i coetanei italiani oltre 3 su 4 fanno sport (75,7%), e meno del 25% non ne pratica. Il divario è meno ampio, ma comunque consistente nelle scuole superiori. La condivisione e il gioco di squadra che si realizzano nello sport rappresentano un veicolo insostituibile per creare momenti di socialità e trasmettere valori come il rispetto reciproco. Perciò è un problema se i minori stranieri hanno minore accesso alla pratica sportiva, come oggi sembra accadere. Vai al grafico.

34,9%

i ragazzi stranieri che in Puglia non frequentano campi sportivi come luogo di ritrovo al di fuori della scuola. In media, quasi uno studente straniero delle scuole secondarie su 3 dichiara di non frequentare mai campi o centri sportivi, come luogo di ritrovo al di fuori della scuola. Tra i ragazzi italiani la quota scende a 1 su 4: il 25,6% non frequenta mai strutture sportive nel proprio tempo libero. In Puglia, Sicilia e Campania, la quota di adolescenti stranieri che non hanno mai accesso a queste strutture supera il 34%; al di sopra della media nazionale anche Lazio (33%), Liguria (32,2%), Toscana e Veneto (entrambe al 31,7%). Mentre livelli più contenuti si registrano nella provincia autonoma di Bolzano (20,5%), in Friuli-Venezia Giulia (26%), in Valle d’Aosta (26,1%) e nella provincia autonoma di Trento (27,10%). Vai all’articolo.

3 su 5

le città con più bambini e ragazzi stranieri dove l’offerta di aree sportive all’aperto per minore è inferiore alla media nazionale. Sono 5 i capoluoghi dove oltre il 25% dei minori è straniero: Prato, dove i ragazzi senza cittadinanza sono oltre un terzo del totale (34,3%), Piacenza (29,1%), Brescia (27,8%), Imperia (25,5%) e Milano (25,2%). In 3 di questi la disponibilità di aree sportive all’aperto non raggiunge la media nazionale, pari a circa 10 metri quadri per ciascun minore residente nei capoluoghi. In particolare l’offerta è di 0,9 metri quadri per minore a Milano, di 5,4 mq a Imperia, di 7,1 a Brescia. Mentre si collocano al di sopra della media nazionale Prato (29,7 metri quadri per residente tra 0 e 17 anni) e Piacenza (42,9). Vai alla mappa.

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