La situazione dell’Italia rispetto agli obiettivi ambientali Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi i nostri approfondimenti sull’ambiente.

58%

la percentuale di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata in Italia, secondo i dati più recenti del 2018. La raccolta differenziata consente il riciclo di materiali riducendo gli sprechi, con effetti positivi a livello ambientale: meno sprechi significa meno rifiuti da mandare in discarica o all’inceneritore e quindi meno danni all’ambiente. Entro il 31 dicembre 2012, il nostro paese avrebbe dovuto raggiungere il 65% di raccolta differenziata, una quota che invece a distanza di 6 anni è ancora lontana di 7 punti percentuali. Solo poche regioni hanno superato il target del 2012. Si tratta perlopiù di territori del nord, tra cui il Veneto al primo posto con il 73,8% di differenziata, il Trentino Alto Adige (72,5%) e la Lombardia (70,7%). Scopri la situazione di ogni regione.

19,9%

la raccolta differenziata nella città metropolitana di Palermo, la quota più bassa tra le province italiane, la maggior parte delle quali non supera l’obiettivo del 65%. Anche il comune di Palermo spicca negativamente tra le città più popolose del paese con la percentuale di differenziata più bassa, pari a 13,8% nel 2017. Superata ampiamente dalle città di Napoli (34,3%), Roma (43,2%), Torino (44,7%) e Milano (57,8%). La raccolta differenziata è poco diffusa in tutto il palermitano, dove solo 6 piccoli comuni raggiungono l’obiettivo del 65%, mentre sono 20 quelli dove i rifiuti oggetto di differenziata sono meno del 10%. Cerca il tuo comune.

7

le aree urbane che hanno superato il limite sulle emissioni di Pm10, dal 1 gennaio al 30 settembre 2018. Il particolato (Pm10) è uno dei principali inquinanti dell’aria, agenti che hanno effetti dannosi sia per il clima che per la salute dell’uomo. Per legge in Italia la presenza di Pm10 nell’atmosfera non deve superare più di 35 volte in un anno il valore limite giornaliero di 50 μg/m3 (50 microgrammi di Pm10 per un metro cubo di aria). Le 7 aree urbane che hanno sforato questo limite sono tutte concentrate nel nord del paese. A partire dall’area di Brescia, la più esposta all’inquinamento da Pm10, con 60 giorni di superamento del limite. Seguono Torino (49 giorni) e l’agglomerato di Milano, che comprende Como e Monza, dove i giorni di sforamento sono stati 43. Anche Padova, Lodi, Venezia e Vicenza hanno superato il limite per più di 35 volte. Approfondisci il livello di inquinamento nelle aree urbane.

75

giorni di sforamento del limite di Pm10 nel comune di Torino nel 2016. Il capoluogo piemontese si è confermato per tre anni consecutivi la città più inquinata tra le più popolose. Seguono Milano, che ha superato il valore limite 73 volte, Napoli (58), Palermo (45) e Roma (41). Anche ampliando l’analisi ai territori provinciali, è la città metropolitana di Torino che supera ampiamente le altre con ben 118 giorni di sforamento, seguita da quelle di Milano (97), Venezia (95), Napoli (43) e Bologna (40). A livello regionale è invece il Veneto a spiccare negativamente, dove 3 aree urbane su 7 hanno superato il limite di Pm10 per più di 35 volte. Scopri la presenza di Pm10 nei vari livelli territoriali.

17,8%

la quota di energia consumata in Italia proveniente da fonti rinnovabili, nel 2018. Oltre ai vantaggi dal punto di vista ambientale e climatico, ricorrere sempre di più a fonti di energia rinnovabile come il sole, l’acqua e il vento aiuta a ridurre la dipendenza energetica dai paesi esportatori di gas e petrolio. Per questi motivi sia a livello europeo che nazionale sono stati fissati degli obiettivi, uno dei quali era il raggiungimento del 17% di energia rinnovabile entro il 2020. L’Italia ha superato questo target nel 2014. Un risultato positivo, su cui però è necessario continuare a migliorare. Il 2018 ha infatti segnato un calo rispetto al 2017, quando la quota di rinnovabili era al 18,3%. Approfondisci il tema.

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