La restituzione del debito pubblico nelle città italiane Bilanci dei comuni

Accendere prestiti e mutui permette alle amministrazioni di avere entrate specifiche per gli investimenti. Va comunque gestito con cautela per garantire la sua sostenibilità nel lungo periodo.

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Ricorrere a forme di debito è uno dei metodi di finanziamento che viene sfruttato a tutti i livelli governativi, anche nei comuni. L’indebitamento non è di per sé negativo: può infatti essere utile a un comune per effettuare degli interventi di lungo periodo con effetti positivi sulla vita di comunità. Le spese per riappianarlo sono incluse nei bilanci in una missione dedicata.

I comuni devono rispettare l’equilibrio di bilancio.

Le amministrazioni possono accendere prestiti e mutui come regolamentato dall’articolo 119 della costituzione italiana. È possibile fare questa operazione se il complesso degli enti locali di una regione è in equilibrio di bilancio: il risultato di competenza dell’esercizio non deve essere negativo, ovvero le uscite non devono superare le entrate.

Inoltre, i finanziamenti di questo tipo non possono coprire la componente corrente ma sono dedicati esclusivamente agli investimenti. Si parla di tutti quegli interventi non ricorrenti che hanno lo scopo di incrementare il patrimonio dell’ente come le opere pubbliche.

Nonostante, come accennato, il debito non è un elemento di per sé negativo, si tratta di una variabile che va tenuta sotto controllo: la sua sostenibilità è un tema centrale ed è necessaria per evitare in futuro di dover avere delle spese eccessive per il suo ripianamento. Se infatti la situazione debitoria non è gestibile, possono risentirne anche le prestazioni che vengono erogate sui territori.

La spesa dei comuni per il debito pubblico

All’interno dei bilanci c’è un’intera missione dedicata a tutte quelle uscite necessarie per estinguere al momento presente prestiti o mutui contratti nel passato. Maggiori o minori spese possono essere determinate sicuramente dallo stock di debito che vanno a ripianare ma anche alle specifiche scadenze che sono state definite per il ripianamento.

Sono incluse due voci: la quota capitale e la quota interessi. Con la prima si rimborsa la somma che era entrata inizialmente all’interno delle casse dei comuni, con la seconda gli interessi che vengono applicati sul prestito iniziale.

I dati mostrano la spesa per cassa per il debito pubblico. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(consultati: giovedì 4 Maggio 2023)

Se si considerano le città più popolose dell’Italia, quella che riporta la spesa pro capite maggiore è Napoli con 240,63 euro pro capite. Sono quattro i grandi comuni che registrano più di 100 euro a persona: Firenze (140,43), Torino (129,16) Catania (117,39) e Genova (113,35). Al contrario, spendono di meno Bari (7,38 euro pro capite) e Bologna (4,34). A Milano e Padova non sono state registrate uscite.

I dati mostrano la spesa per cassa per il debito pubblico. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati. Tra le città italiane con popolazione superiore a 200mila abitanti, sono state considerate le 5 che hanno speso di più per la voce considerata nel 2021. Non risultano disponibili i dati di Catania per i bilanci consuntivi degli anni che vanno dal 2018 al 2020.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2016-2021
(consultati: giovedì 4 Maggio 2023)

Andando a vedere gli andamenti, si registrano due picchi di spesa importanti nel 2019: quello di Torino (338,31 euro a persona) e quello di Napoli (349,65), città che riporta anche il maggiore aumento di spesa tra il 2016 e il 2021 (+95,06%). Seguono Firenze (+20,14%) e Catania (+18,1%). Diminuiscono invece le uscite per Torino (-8,29%) e Genova (-20,64%). Ribadiamo che la quota di debito annuale che viene registrata tra le spese di bilancio non indica necessariamente il tasso di indebitamento delle amministrazioni ma potrebbe voler significare la quota di debito restituita.

Queste cinque grandi città spendono comunque di più rispetto alla media nazionale, che si attesta a 64,89 euro pro capite. Le amministrazioni che riportano le uscite medie maggiori sono quelle dei territori autonomi di Bolzano (173,04), della Valle d’Aosta (124,56) e del Friuli-Venezia Giulia (107,75). A spendere di meno invece i comuni marchigiani (44,32 euro a persona), umbri (44,06) e veneti (43,21).

Per sapere quanto viene speso nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

I dati mostrano la spesa per cassa per il debito pubblico. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(consultati: giovedì 4 Maggio 2023)

A Valprato Soana, in provincia di Torino, si registrano le spese maggiori per riappianare il debito: 2.070,95 euro pro capite. Seguono Valleve (1.880,34), Barcis (1.424,57) e Ingria (1.226,47).

Sono in tutto 6 le amministrazioni che superano i mille euro a persona per questa missione di spesa. Quattro di queste si trovano in Piemonte.

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da Openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un’attività di monitoraggio civico dei dati, con l’obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: Ricardo Gomez Angellicenza

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