La diffusione della Lim nelle scuole italiane Innovazione

Dal 2009 il governo ha cercato di rendere la scuola più digitale attraverso una maggiore diffusione delle Lim. Questo strumento tecnologico può fornire un valore aggiunto all’educazione, permettendo sistemi educativi più interattivi.

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Il lockdown e la scuola a distanza hanno ulteriormente mostrato l’importanza della digitalizzazione della scuola. Da una parte una buona connessione internet nelle case degli alunni permette loro sia di frequentare da remoto le lezioni ma anche di fruire i contenuti didattici al di fuori delle ore scolastiche. Dall’altra è importante che le istituzioni scolastiche siano attrezzate per permettere l’apprendimento delle conoscenze digitali agli studenti e di fruire agilmente dei contenuti anche da casa.

La scuola digitale dà un valore aggiunto all’apprendimento e viene incontro ad ogni alunno.

La lavagna interattiva multimediale (Lim) rientra tra gli strumenti adottati nelle scuole per favorire la digitalizzazione scolastica. Nello specifico, è una lavagna elettronica su cui vengono proiettati contenuti digitali, ma attraverso la quale si può anche scrivere, disegnare, proiettare video, mostrare presentazioni e fare esercizi interattivi.

Per questo motivo, la lim come altri dispositvi digitali possono contribuire a un’educazione innovativa, venendo incontro alle diverse esigenze di apprendimento degli studenti. Da lezioni più interattive alla frequentazione anche a distanza delle lezioni tramite tablet e diapositive della lim inviate alle famiglie, questo tipo di attrezzatura più digitale può essere davvero utile anche in periodi non emergenziali.

Inoltre, è un ottimo metodo per favorire sin da piccoli l’apprendimento delle conoscenze digitali. Infatti, come mostra l’indice europeo Desi sulla diffusione delle competenze digitali di base, l’Italia nella classifica con i paesi dell’Ue risulta essere terz’ultima. Dunque, incentivare gli alunni delle classi primarie all’utilizzo di strumenti digitali può favorire una maggiore diffusione delle competenze digitali di base. In tal modo, nel corso degli anni l’Italia potrebbe avvicinarsi alla media europea.

Tuttavia, anche in questo caso sussistono delle differenze da scuola a scuola e fra le regioni.

 

La lim negli istituti scolastici italiani

Dal 2009 il Ministero dell’istruzione ha promosso una serie di misure per la diffusione delle Lim e dei dispositivi digitali (proiettori e computer) in collaborazione con le regioni e le istituzioni scolastiche locali. L’obiettivo era quello di servire, attraverso finanziamenti, tutte le istituzioni scolastiche di strumenti innovativi per creare condizioni di accesso ai contenuti didattici non solo nelle aule scolastiche. Il fine era di rendere l’apprendimento non solo limitato alle ore scolastiche.

A distanza di oltre 10 anni, è interessante verificare quanto le scuole siano dotate di Lim rispetto agli alunni che le frequentano.

Si tratta di una informazione ad oggi molto difficile da stimare. Per ricostruirla, abbiamo raccolto il dato sul numero di Lim – scuola per scuola – dal portale Miur “Scuola in chiaro”. In questo portale ogni plesso scolastico ha propria una pagina dedicata, da cui si può risalire al numero di dotazioni tecnologiche nell’anno scolastico 2018/19. Una volta raccolte queste informazioni attraverso un’attività di web scraping, le abbiamo incrociate con gli opendata del Miur sul numero di alunni per scuola, così da poter mettere in relazione i due dati.

Purtroppo, non per tutte le scuole il dato sul numero di lim è risultato disponibile, quindi presentiamo due diverse stime. La prima, “più pessimistica”, è che se una scuola non dichiara il numero di dotazioni tecnologiche (mentre invece dichiara altre informazioni sempre sullo stesso portale) potrebbe essere perché in realtà, alla data della rilevazione, non possedeva Lim: pertanto le abbiamo contate come se avessero “0” Lim. Nella seconda ipotesi, le abbiamo trattate proprio come non rispondenti al quesito e dunque non compaiono nel conteggio delle scuole.

Dal momento che non tutte le scuole pubblicano il dato sul numero di dispositivi in loro possesso (dato disponibile per il 70% dei plessi), il grafico presenta due ipotesi diverse.

Nella prima, abbiamo considerato tutte le scuole statali censite, sia che il dato sui pc fosse dichiarato oppure no. Questo dato è stato messo in relazione con il numero di alunni delle scuole.

Nella seconda, abbiamo considerato solo le scuole per cui il dato sui pc risulta pubblicato. Questo dato è stato messo in relazione con il numero di alunni solo delle scuole che pubblicano l’informazione.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: sabato 1 Settembre 2018)

41,9% le aule dotate di lim nel 2014 in base a un'indagine condotta dall'Istat.

Le lavagne interattive multimediali (e dispositivi con funzioni simili quali proiettori interattivi e smart tv) tendono a essere più diffuse nel primo ciclo di istruzione (primarie e secondarie di primo grado). Nella prima ipotesi, infatti, si hanno 1,9 Lim ogni 100 alunni nelle primarie e 2 su 100 nelle secondarie. Considerando la seconda ipotesi, i valori aumentano rispettivamente fino al 2,6 e al 2,7 Lim ogni 100 studenti.

Questi dati diminuiscono tra gli istituti professionali e i licei. Nell'ultimo caso, infatti le Lim presenti ogni 100 studenti sono pari a 1,8 e 2 Lim ogni 100 alunni, considerando le due ipotesi distinte. Numeri che calano ulteriormente tra le fila degli istituti professionali italiani, pari a 1,1 Lim ogni 100 studenti (prima ipotesi) e 1,8 (seconda ipotesi). Questi sono anche i valori più bassi che si registrano nel 2018 rispetto ai diversi gradi di istruzione.

La Lim nelle città italiane

In generale considerando entrambe le ipotesi di cui sopra, dai dati Miur emerge che nelle prime 10 posizioni sono presenti le province di Sud Sardegna, con 4,5 Lim ogni 100 alunni (2,6 se le scuole che non pubblicano il dato vengono considerate 0). Seguono, Lecco e Sondrio (3,8 lim ogni 100 alunni – 3,2 nell’altra ipotesi) e Macerata (3,6 – 2,9).

1,8 è la media delle lim ogni 100 alunni nei comuni italiani considerando la prima ipotesi, il valore sale fino a 2,5% con la seconda ipotesi.

Per quanto riguarda le città con il numero più alto di residenti, i dati della diffusione delle lavagne interattive per alunni variano.

Dal momento che non tutte le scuole pubblicano il dato sul numero di dispositivi in loro possesso (dato disponibile per il 70% dei plessi), il grafico presenta due ipotesi diverse.

Nella prima, abbiamo considerato tutte le scuole statali censite, sia che il dato sui pc fosse dichiarato oppure no. Questo dato è stato messo in relazione con il numero di alunni delle scuole.

Nella seconda, abbiamo considerato solo le scuole per cui il dato sui pc risulta pubblicato. Questo dato è stato messo in relazione con il numero di alunni solo delle scuole che pubblicano l’informazione.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Miur
(ultimo aggiornamento: sabato 1 Settembre 2018)

Torino è l'unica delle città considerate che non varia la posizione all'interno della classifica tra un'ipotesi e l'altra, rimanendo al nono posto.

Infatti, a differenza di quanto si potesse aspettare i valori rispetto a quelli delle province sarde calano notevolmente. Considerando entrambe le ipotesi solo in un caso si raggiunge 3 Lim ogni 100 alunni, nel capoluogo campano.

Considerando, dunque, la prima ipotesi Bologna e Bari sono le due città con il numero maggiore di Lim ogni 100 alunni, tra le dieci città maggiormente popolate. Infatti, i due capoluoghi hanno entrambi 1,7 Lim ogni 100 alunni di lavagne multimediali. Seguono Firenze (1,6), Milano (1,5) e Napoli (1,4). Torino e Roma sono quelle che, tra le città considerate, hanno il numero inferiori di Lim pari a 1 ogni 100 alunni.

Escludendo dal conteggio le città che non hanno dichiarato il numero di Lim (la seconda ipotesi), tale classifica cambia. Infatti, Napoli passa dalla quinta posizione a essere la prima città per Lim pari a 3 ogni 100 studenti. Seguono il caoluogo campano Milano (2,5 Lim ogni 100 alunni), Palermo (2,4) e Firenze (2,3).

 

Photo: Marijus Medišauskas - Flickr

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