La diffusione degli e-book in Italia Innovazione

Da alcuni anni gli e-book sono divenuti una nuova modalità di lettura per molti italiani. Una diffusione che varia sia tra i diversi territori che tra le diverse fasce d’età e titoli di studio.

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La lettura rappresenta un’importante opportunità educativa e culturale. Sia per bambini e ragazzi, che vengono incoraggiati innanzitutto a scuola ad appassionarsi a tale attività, per stimolare la propria curiosità e migliorare anche la conoscenza della lingua.  Ma ovviamente anche per gli adulti, per cui la lettura rappresenta la possibilità di ampliare le proprie conoscenze e i propri interessi.

Si tratta di un’attività a cui tutti possono appassionarsi, senza limiti di età o di condizioni socioeconomiche.

Gli strumenti per leggere sono tanti: libri tradizionali, audiolibri, libri animati, e-book. Questi ultimi sono comparsi per la prima volta nel mercato americano nel 2007. Si trattava di un e-reader,  un dispositivo simile a un tablet, sul quale è possibile leggere libri in formato digitale, gli e-book. Da quel momento la diffusione di questo nuovo modo di lettura, che sostituisce il cartaceo con il digitale, si è sviluppato ampiamente. Sia per quanto riguarda la produzione di questi dispotivi, sia relativamente all’abitudine di pubblicare i libri in tale formato.

L’ e-book: il compromesso tecnologico

Di fronte di questa novità, i lettori si sono divisi su due fronti. Da una parte gli affezionati ai libri cartacei, che vedono nella diffusione dei libri digitali un rischio per le attività di molte librerie, soprattutto quelle indipendenti. Dall’altra parte, i lettori che hanno apprezzato fin da subito il lato innovativo di questo strumento, riconoscendone vantaggi in termini di comodità. Infatti, grazie alla sua compattezza e leggerezza, la lettura di un libro digitale acquisisce maggiore comodità sia a livello di trasporto del dispositivo che per la possibilità di utilizzarlo ovunque.

Inoltre, c’è un altro aspetto positivo che viene spesso riconosciuto a tale abitudine. Cioè quello legato al minore impatto ambientale che comporta un libro digitale rispetto a uno cartaceo. Una discussione che ha riguardato anche l’impatto ambientale. Da un lato viene sostenuto il minor numero di alberi da abbattere per produrla e la riduzione delle emissioni di anidride carbonica che ne deriva, mentre dall’altra se ne riconoscono alcune criticità. Tra queste per esempio è l’estrazione di minerali come il coltan, che è una sostanza altamente dannosa e inquinante, nel processo industriale di produzione.

Il rapporto degli italiani con la lettura

Prima di approfondire con più dettaglio l’impatto del libro digitale in Italia, è necessario fare un passo indietro e inquadrare attraverso i dati l’abitudine degli italiani alla lettura.

40,6% gli italiani che hanno letto almeno un libro nel 2018.

Una percentuale diminuita di 2,5 punti percentuali rispetto al 2007.

I dati sono il risultato dell’indagine campionaria “Aspetti della vita quotidiana” e fanno riferimento alla percentuale di persone che hanno letto almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali nei 12 mesi precedenti l’intervista per fascia d’età.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

Dal 2007 al 2018 coloro che dichiarano di aver letto almeno un libro nell'anno precedente all'indagine sono diminuiti, anche se in maniera limitata (-2,5 punti percentuali).

Un calo che ha interessato in misura maggiora la fascia d'età tra i 35-54 anni (-5 punti percentuali). Altro trend negativo, anche se più contenuto, è quello che si riscontra tra i minori, passati da quota 53,7% nel 2007 al 52,3% nel 2018. Una crescita si registra invece nella fascia 55-74, dove le persone ad aver letto almeno un libro in 12 mesi sono aumentate di quasi 5 punti percentuali in 10 anni.

Da sottolineare che lungo tutti gli anni considerati sono i più piccoli a presentare le quote maggiori. Percentuali che poi tendono a diminuire all'aumentare dell'età.

Come si inseriscono gli e-book nel panorama italiano?

Nel 2010 gli e-book fanno il loro ingresso nel mercato italiano dell'editoria.  A circa un decennio di distanza, la loro diffusione appare disomogenea sul territorio nazionale. Nel 2018, le regioni del nord e del centro infatti presentavano. Con le regioni del nord e del centro che presentano quote più alte rispetto a quelle del sud di individui che dichiarano di aver letto almeno un e-book in un anno.

I dati sono il risultato dell’indagine campionaria “Aspetti della vita quotidiana” e riguardano le persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un e-book o un libro online nel corso dell’ultimo anno per ciascuna regione e sono rapportati ogni 100 mila abitanti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

L'8,4% degli italiani nel corso del 2018 ha letto un libro digitale. La diffusione più ampia, pari all'11% dei cittadini, si trova nelle regioni del nord ovest, seguite dal 9% del nord est. In particolare Piemonte (11,9%), Trentino-Alto Adige (11,3%) e Lombardia (11%) sono le regioni con le percentuali più alte. Lievemente inferiori le quote nel centro Italia, dove quasi il 9% ha letto almeno un libro in formato digitale. Abitudine più frequente nel Lazio e meno in Toscana, con percentuali rispettivamente del 9,3% e 8,1%. Infine, solo il 5,4% dei residenti delle regioni del sud Italia ha letto almeno un e-book nel 2018. In Sicilia e Puglia la percentuale non supera il 6%.

Gli e-book nelle generazioni

La diffusione di questo tipo di lettura varia anche in base all'età, con i giovani che tendono a usufruirne di più rispetto agli adulti e agli anziani. Probabilmente anche per una questione di familiarità con le nuove tecnologie da parte delle diverse generazioni.

I dati sono il risultato dell’indagine campionaria “Aspetti della vita quotidiana” e rappresentano la percentuale di persone con più di 6 anni che nell’ultimo anno hanno letto almeno un e-book o un libro onine per fascia di età ogni 100 abitanti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

I principali lettori di e-book e libri online nel 2018 sono le persone che rientrano nella fascia di età tra i 18 e 34 anni. In questa fascia d'età il 14% ha utilizzato tale modalità di lettura nel 2018. Segue il gruppo demografico tra 35 e 54 anni, con una percentuale che sfiora il 10%. Tra coloro che fruiscono meno del prodotto digitale ci sono invece le persone dai 75 anni in su (1,4%). Per quanto riguarda i minori poi, l'8,5% dichiara di aver letto almeno un e-book nel 2018.

Inoltre, l'utilizzo dei dispotivi digitali per la lettura non cambia solo in base all'area geografica e alla generazione, ma anche in base al titolo di studio ottenuto.

La relazione tra e-book e livello d'istruzione

Dal sondaggio condotto dall'istituto nazionale di statistica emerge la differente attitudine alla lettura di e-book in base al titolo di studio dell'intervistato. La probabilità che una persona abbia letto almeno un libro digitale tende ad aumentare al crescere del titolo di studio. La quota di lettori di e-book è più elevata tra chi ha la laurea (22,3% tra i laureati di 25-44 anni), è circa la metà tra i diplomati e scende ulteriormente tra chi ha fino alla licenza media.

I dati sono il risultato dell’indagine campionaria “Aspetti della vita quotidiana” e  rappresentano la percentuale di persone con più di 25 anni che nell’ultimo anno hanno letto almeno un e-book o un libro online per fascia d’età e titolo di studio.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

Gli e-book sono prevalentemente letti dalla fascia d'età dei 25-44 ed è maggiormente diffuso tra i laureati. Infatti, i laureati in tutte le fasce d'età sono quelli che leggono più libri digitali. In particolare nella fascia 25-44 anni, dove il 22,3% dei laureati dichiara di aver letto un e-book.

Per tutte le fasce d'età, le quote diminuiscono all'abbassarsi del titolo di studio. Fatta eccezione per la fascia 25-44, dove chi ha la licenza elementare dichiara di leggere più libri digitali rispetto a chi ha la licenza media.

La lettura è aumentata durante il lockdown

A prescindere dalla modalità con cui ci si avvicina alla lettura, questa resta una attività importante nel tempo libero delle persone, e lo è stata a maggior ragione in un anno come questo, quando la maggior parte delle attività culturali, quali i teatri, musei, spettacoli e concerti, sono stati chiusi o cancellati. Questa chiusura e un periodo di lockdown ha contriubuito all'avvicinamento di molti italiani alla lettura. Infatti, dal rapporto annuale Bes (benessere e sostenibilità) si rileva un lieve aumento tra le persone che hanno letto più di 4 libri all'anno: nel 2019 erano il 22,3% e nel 2020,  anche se il dato è ancora provvisorio, sono pari al 23,7%. Sono anche aumentati gli italiani che dichiarano di aver letto almeno un libro in un anno: da 38% si è passati a 39,2%. Inoltre, la mancata possibilità di accedere alle biblioteche per leggere e la chiusura, temporanea, delle librerie ha favorito la lettura online o l'acquisto di libri in formato digitale. I dati dall'indagine campionaria Istat svolta ad aprile 2020 confermano questa nuova fruizione della lettura. Infatti, sono aumentati fino a raggiungere quasi il 50% coloro che hanno letto libri digitali, contro il 40% raggiunto da chi ha letto almeno un libro cartaceo durante il lockdown.

 

 

 

Photo: Antonio Scalogna - Unsplash

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