La differenziazione delle aziende agricole e lo sviluppo dei territori in Abruzzo Abruzzo Openpolis
L’agricoltura è un settore in trasformazione anche in regione. Una parte delle imprese diversifica le attività. Dall’energia rinnovabile all’offerta agrituristica, le sfide del comparto con un’analisi comune per comune.
mercoledì 23 Luglio 2025 | Italie a confronto

- Le attività connesse a quelle agricole sono cruciali per affrontare le trasformazioni nel sistema agricolo.
- In Abruzzo si riscontrano in 1.695 aziende, il 3,8% di quelle che operano nel comparto.
- Teramo è il comune abruzzese con più imprese agricole che fanno attività connesse all'agricoltura (46).
I cambiamenti climatici, il ricambio demografico e le nuove tecnologie mutano le caratteristiche tradizionali di un comparto che, se ben strutturato, può avere un impatto per lo sviluppo dei territori abruzzesi, soprattutto nelle aree rurali e montane. Una parte oggi minoritaria delle imprese in regione è protagonista di questo cambiamento, attraverso l’ampliamento e la differenziazione delle attività.
In questo contesto, alcune aziende stanno iniziando a sviluppare un approccio multifunzionale. Significa svolgere attività connesse a quella agricola che vanno dalla valorizzazione turistica (con l’offerta di agriturismi) alla produzione di energia rinnovabile, oltre al ruolo nella manutenzione del territorio e nella pulizia di aree boschive. Quello agricolo è un comparto che negli anni ha ampliato il proprio ruolo, rafforzandosi in questo tipo di attività che può rappresentare anche una chiave di sviluppo territoriale. In Abruzzo, l’incidenza di questo tipo di imprese sul comparto agricolo è inferiore rispetto alla media nazionale e risulta molto differenziata all’interno del territorio regionale.
Una trasformazione ancora in corso
Alla luce del momento che il comparto sta passando, l’integrazione di strumenti di sviluppo rurale è centrale per i territori, in particolare quelli delle aree interne che risentono in misura maggiore degli effetti del calo demografico in corso nel paese. Tra le misure messe in campo dalla regione Abruzzo, c’è quella introdotta tramite la legge regionale 14/2015 che istituisce la creazione di distretti rurali: si tratta di sistemi di sviluppo e gestione territoriale da implementare in aree a forte vocazione agricola, attraverso interlocuzioni tra gli attori locali pubblici e privati che operano nel settore.
Stando all’ultima clausola valutativa, rilasciata nel 2019, si tratta ancora di un processo allo stato embrionale, data la difficoltà di mettere in contatto le parti in gioco.
L’integrazione tra attività agricola e altre attività locali non viene ancora percepita come “valore aggiunto del territorio” pertanto è estremamente difficile far dialogare le diverse componenti produttive imprenditoriali che operano nei diversi territori.
Anche alla luce delle complessità nell’integrazione delle attività locali, ci sono diverse imprese agricole multifunzione che cercano di inserire nel processo aziendale anche altre attività di diversa natura, come per esempio gli agriturismi e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Sono presenti in tutta la regione, con una particolare concentrazione nelle zone cintura e nei comuni intermedi.
Le aziende agricole con attività connesse in Abruzzo
Ma cosa si intende esattamente quando si parla di attività connesse? Stando alla definizione utilizzata da Istat, sono comprese tutte quelle prestazioni a scopo di lucro direttamente collegate all’attività agricola in senso stretto. In questi contesti lavorativi, sono direttamente impiegate risorse oppure prodotti finali dell’azienda. Sono incluse attività a scopo turistico come gli agriturismi e le fattorie didattiche, lavori legati alla trasformazione dei prodotti animali o vegetali, la sistemazione dei parchi e dei giardini, acquacoltura, silvicoltura e la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Integrare ulteriori attività oltre a quelle strettamente agricole è una strategia messa in atto dalle stesse aziende agricole per fare fronte ai numerosi mutamenti che il settore sta attraversando. Da una parte, la maggiore formalizzazione del comparto sta portando a trasformazioni dal punto di vista strutturale: imprese sempre più grandi territorialmente e una maggiore legalizzazione del settore stanno progressivamente cambiando metodi di lavoro, per quanto ancora la maggior parte delle aziende siano ancora di piccole dimensioni e a conduzione familiare. Dall’altro, si tratta di un ambito caratterizzato da sfide importanti, come il mancato ricambio demografico e gli impatti dei cambiamenti climatici.
Gli ultimi dati disponibili, relativi al censimento generale dell’agricoltura del 2020, mostrano che sul territorio nazionale sono presenti 65.125 imprese che riportano almeno un’altra attività connessa direttamente all’agricoltura. Rappresentano una piccola parte di tutte le aziende agricole italiane, pari circa a 1,1 milioni.
5,7% l’incidenza di aziende agricole che svolgono attività connesse sul totale delle imprese che operano nel settore (2020).
Ci sono zone del paese in cui l’integrazione di attività connesse nel processo aziendale agricolo sono più presenti.
In Abruzzo, oltre 1.500 imprese agricole svolgono anche altre attività connesse
Imprese agricole che riportano almeno un’attività connessa (2020)
Le attività connesse generano reddito e risultano direttamente collegate alle attività agricole in senso stretto. In queste, sono impiegate risorse dell’azienda o prodotti.
FONTE: elaborazione Openpolis su dati Istat
(consultati: martedì 20 Maggio 2025)
Tra le regioni italiane, quella che riporta il numero maggiore è la Toscana, con 7.723 aziende. Seguono Lombardia (6.248), Emilia-Romagna (5.731) e Veneto (5.681). Sono di meno invece in Basilicata (831), Molise (593) e Valle d’Aosta (336). Se si analizza il dato sotto il profilo dell’incidenza di queste aziende sul totale di quelle caratterizzate da attività agricole, si può vedere che c’è una divisione tra il nord e il sud del paese. Il territorio caratterizzato dalla percentuale più alta è infatti Bolzano (24,6%), a cui seguono Toscana (14,8%), Valle d’Aosta (13,4%) e Lombardia (13,3%). Minori valori invece in Sicilia (2,4%), Calabria (2,2%) e Puglia (1,8%).
In questo scenario, l’Abruzzo si colloca in una posizione coerente con le dinamiche registrate a livello nazionale. Sono in tutto 1.695 le aziende agricole con attività connesse, pari al 3,8% di quelle rilevate sul territorio della regione. Si tratta di un valore di circa 2 punti inferiore rispetto alla media nazionale.
Le principali attività connesse svolte dalle aziende agricole abruzzesi riguardano il settore agrituristico, riportato da 547 imprese. Seguono la trasformazione di prodotti vegetali (267) e animali (237). La produzione di energia da fonti rinnovabili viene riscontrata in 159 imprese, principalmente prodotta tramite il sole (144). Le province abruzzesi in cui si rilevano più imprese agricole di questo tipo sono Chieti (540) e Teramo (487). Sono di meno invece a L’Aquila (338) e Pescara (330).
Teramo è il comune abruzzese con più imprese agricole che svolgono anche altre attività
Imprese agricole che riportano almeno un’attività connessa in Abruzzo (2020)
FONTE: elaborazione Openpolis su dati Istat
(consultati: martedì 20 Maggio 2025)
Principalmente, queste aziende si trovano nei comuni cintura (592) e intermedi (510). Come abbiamo analizzato in passato, sono anche le aree della regione in cui c’è una maggiore superficie agricola utilizzata, oltre ad essere quelle con più unità agricole. Sono invece di meno nelle zone periferiche (368), polo (143) e ultraperiferiche (82). Considerando però l’incidenza, risulta maggiore il valore dei comuni ultraperiferici (5,8%), seguito da quelli polo (4,5%), intermedi (4,1%), cintura (3,6%) e periferici (3,4%).
I comuni in cui si registrano i valori più alti sono Teramo (46), L’Aquila (35), Loreto Aprutino (Pescara, 34) e Penne (Pescara, 32). In termini relativi, il comune con l’incidenza maggiore delle imprese agricole multifunzione è Anversa degli Abruzzi (L’Aquila) con il 50% delle aziende sul totale (7 su 14). Seguono Carapelle Calvisio (L’Aquila, 40% pari a 2 su 5) e Villetta Barrea (L’Aquila, 38,5% pari a 5 su 13).
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