Il sistema di accoglienza europeo e i profughi ucraini Europa

Più di 4 milioni di ucraini hanno lasciato il proprio paese dallo scoppio della guerra a oggi. I paesi dell’Ue hanno attivato un sistema di accoglienza speciale per riceverli, ma la gestione ordinaria presenta numerosi problemi.

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Le persone in fuga dall’Ucraina a seguito dell’invasione russa dello scorso febbraio stanno entrando nell’Unione europea sotto l’egida di un sistema di protezione speciale e notevolmente velocizzato.

Allo stesso tempo però i regolari centri di accoglienza situati sul territorio comunitario mostrano punti di vulnerabilità e inefficienza. Ad esempio accumulando migliaia di domande di asilo e rifiutandone ampie quote.

Inoltrare una richiesta di asilo in Europa

Alla fine del 2021, gli stati membri dell’Ue avevano accumulato più di 700mila richieste di asilo non ancora esaminate.

760mila le richieste di asilo in sospeso nei paesi dell’Ue (dicembre 2021).

Si tratta di un numero molto elevato, soprattutto se consideriamo che a dicembre dello stesso anno hanno ricevuto appena 60mila richieste in totale e che 760mila equivarrebbe quindi al numero di richieste inoltrate in 15 mesi, secondo le stime realizzate da Civio.

Questo stesso sistema di asilo si ritrova adesso a dover gestire una quota consistente dei circa 4 milioni di rifugiati che, secondo i dati Onu, hanno lasciato l’Ucraina dallo scorso febbraio fino a oggi.

A causare un tale accumulo ci sarebbe soprattutto la lentezza con cui queste richieste vengono esaminate – in primis una questione di volontà politica. Mediamente parliamo di un ritardo stimato di circa 15 mesi.

I dati sono riferiti al mese di dicembre del 2021 (la serie storica invece va dal 2008 al 2021). Il ritardo è misurato in mesi, nel senso che il numero di richieste in sospeso (non ancora esaminate) è equiparato al numero di richieste inoltrate mese per mese, e quindi con “ritardo di 29 mesi” ad esempio si intende che le richieste in sospeso sono equivalenti al numero di richieste che, in quel paese, vengono presentate in 29 mesi.

FONTE: Civio
(ultimo aggiornamento: martedì 12 Aprile 2022)

Delle 758.920 richieste di asilo in attesa di decisione a fine dicembre 2021, più di 500mila erano registrate in 3 paesi: la Germania (con oltre 264mila), la Francia (più di 145mila) e la Spagna (circa 100mila). Si tratta anche dei paesi che ricevono più richieste di asilo. Ma anche in questo caso il dato fa riflettere, soprattutto se prendiamo in considerazione anche le tempistiche: mediamente le attese superano i 19 mesi in Germania e i 17 in Spagna, sempre secondo le stime di Civio, e si attestano intorno ai 15 in Francia.

Mentre se analizziamo i dati relativi anche ai paesi che ricevono meno domande, gli ingorghi peggiori li registrerebbero l'Irlanda, con un ritardo medio di oltre 29 mesi, Cipro, Malta e Finlandia. I sistemi di asilo in Grecia, Lussemburgo, Belgio e Svezia sarebbero invece caratterizzati da ritardi di entità inferiore, ma comunque al di sopra di un anno.

Un regime speciale e senza precedenti

I profughi ucraini che lasciano il proprio paese possono entrare nei paesi dell'Unione europea grazie a un sistema di protezione speciale che è stato attivato il 4 marzo dalla decisione di esecuzione 2022/382 del consiglio Ue.

Obiettivo della presente decisione è introdurre una protezione temporanea per i cittadini ucraini residenti in Ucraina, che sono sfollati a partire dal 24 febbraio 2022 incluso a seguito dell'invasione militare delle forze armate russe che ha avuto inizio in tale data.

Questo sistema di protezione speciale non era più stato attivato dal 2001.

Questo sistema straordinario risulta regolato dalla direttiva 2001/55/Ce risalente al 2001 e che da allora non era più stato utilizzato. Nello specifico, istituisce la concessione quasi automatica dell'asilo agli ucraini e a chi risiedeva in Ucraina prima del 24 febbraio (anche se permette e promuove l'estensione di tale protezione anche ad altre categorie colpite).

Fornisce inoltre permessi di soggiorno e permessi lavorativi, oltreché alloggio e accesso all'istruzione per i minori con procedure minime e rese il più possibile efficienti.

È importante sottolineare che, oltre all’accoglienza istituzionalizzata, l’esistenza per molti rifugiati di legami familiari o reti di supporto in altri paesi è stata essenziale. Anche per ridurre il rischio che le risorse per accogliere milioni di sfollati dall’Ucraina non siano sufficienti.

L'accoglienza degli ucraini prima del 2022

La situazione è stata molto diversa per gli ucraini venuti in Ue in altri momenti - che hanno dovuto aspettare mesi per ottenere un permesso lavorativo che oggi risulta disponibile in 24 ore. Eppure anche nel 2014 molti ucraini sono stati vittime di bombardamenti e costretti a fuggire.

Dal 2008 fino alla fine del 2020 circa 67mila ucraini hanno richiesto l'asilo all'Unione europea, ma appena il 18,7% di loro l'ha ottenuto.

67.110 ucraini hanno inoltrano una richiesta di asilo in Ue tra il 2008 e il 2020.

Sussistono da questo punto di vista differenze significative tra i paesi ospitanti. I più rigidi sono la Croazia, la Bulgaria, il Lussemburgo, la Lettonia e la Slovenia, che non hanno accettato nessuna richiesta. Mentre Germania e Spagna, i due paesi che insieme all'Italia hanno ricevuto il numero più elevato di domande, ne hanno accettate appena il 6% e l'8% rispettivamente. L'Italia ne ha invece accolto quasi il 45%, superata in questo senso da Malta (58%), dall'Estonia (più del 68%) e dal Portogallo, che ne ha accolto il 78%.

Da notare inoltre che paesi come la Polonia e l'Ungheria, che ora sono in prima linea nell'accoglienza dei profughi ucraini, fino a poco tempo fa si rifiutavano di accettare un sistema europeo di quote per l'accoglienza di rifugiati di altra provenienza. E in generale hanno mantenuto negli ultimi anni linee molto restrittive sull’immigrazione. Una differenza di trattamento riconducibile alla vicinanza ai loro confini di una guerra in corso nel continente europeo.

European data journalism network, i dati nel resto dell'Europa

Openpolis fa parte dell'European data journalism network, una rete di realtà che si occupano di data journalism in tutta Europa. La versione originale di questo articolo è di Civio, un giornale europeo, ed è partner di Edjnet. I dati relativi alle richieste di asilo non ancora esaminate nei paesi Ue e al ritardo accumulato sono disponibili qui.

 

Foto: Halfpoint - Shutterstock

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