Il fallimento del sistema di accoglienza Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Visita Centri d’Italia e leggi il nuovo rapporto Un fallimento annunciato.

59,7%

dei posti disponibili nel sistema di accoglienza nel 2022 era in Centri di accoglienza straordinaria (Cas). Il sistema ordinario (Sai) invece ospita appena il 36,7% dei posti, mentre il rimanente 3,6% sono in centri di prima accoglienza (Cpa). Consulta i dati su Centri d’Italia

0,18%

la quota di migranti ospiti di centri di accoglienza rispetto alla popolazione italiana a fine 2022. Un dato che inquadra il fenomeno in una misura ben distante dall’invasione di cui troppo spesso si sente parlare. Vai al rapporto

66%

la quota di appalti per l’accoglienza assegnati in affidamento diretto nei primi 8 mesi del 2023, per un totale di oltre 83 milioni di euro. Nel 2020 erano il 35% (16 milioni di euro). Si tratta di contratti assegnati in assenza di pubblicità e procedure trasparenti e competitive. Negli ultimi anni diverse norme hanno favorito il ricorso a questo tipo di affidamenti a discapito di procedure aperte. Una dinamica che espone il sistema a rischi di clientelismo e malagestione, se non a vera e propria corruzione. Vai al rapporto

32%

gli importi destinati ad accordi quadro per la gestione di centri gestiti in modalità in rete nel 2022. Nel 2020 era il 52%. Anche se è generalmente riconosciuto che centri piccoli gestiti in modalità in rete siano più efficaci per favorire processi di integrazione, ancora oggi i capitolati d’appalto rendono economicamente più svantaggiosa questa forma di accoglienza rispetto alle grandi strutture collettive. Vai al rapporto

41%

gli accordi quadro ripetuti tra 2020 e agosto 2023. Le prefetture risultano sempre più in difficoltà nell’assegnazione delle gare e tra bandi andati parzialmente o del tutto deserti si trovano spesso a dover ripetere le procedure. Riproporre un bando tuttavia non risolve necessariamente il problema e anche per questo le prefetture ricorrono agli affidamenti diretti, o impongono ai gestori un aumento unilaterale del numero di persone che devono accogliere. Il problema nasce dalla decisione di molti gestori di non partecipare più a un sistema che, tagliando servizi e risorse, riduce l’accoglienza a servizi guardiania o albergaggio.
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