I flussi turistici post pandemia

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “Il turismo dopo la pandemia“.

65%

i cittadini europei che avevano fatto almeno un viaggio nel 2019. Il turismo impatta sugli stati europei da diversi punti di vista. Ha ovviamente un importante valore economico ma anche l’elemento culturale non deve essere sottovalutato. Viaggiare infatti consente di entrare in contatto con nuove realtà e conoscere nuove cose. Prima della pandemia, oltre la metà dei cittadini europei aveva fatto un viaggio personale comprensivo di almeno un pernottamento, in un qualsiasi paese del mondo compreso il proprio. Nel 2021 la cifra è stata complessivamente più bassa (56% circa). Vai all’articolo.

572,4 miliardi €

il valore economico aggiunto del turismo in Ue, nel 2022. Il cosiddetto Eva rappresenta la differenza tra il reddito operativo netto e il costo del capitale impiegato per la produzione di un bene o un servizio. Il comparto turistico contribuisce a questo indicatore per il 4,5% del totale a livello Ue. Il paese in cui il turismo pesa di più sul totale del valore economico aggiunto è la Croazia (11,3%). Seguono Portogallo e Spagna (con rispettivamente l’8,1% e il 6,9%) e al quarto posto c’è l’Italia (6,2%). Mentre i valori più bassi li riportano Lussemburgo e Belgio, con quote inferiori al 2%. Vai al grafico. 

4,5 milioni

i posti di lavoro nell’industria del turismo in Italia nel 2022. Si tratta del valore più alto a livello europeo secondo il report statistico “Tourism satellite accounts” di Eurostat. Il secondo valore più alto, molto distante, è quello della Spagna che si attesta a circa 2,7 milioni di posti di lavoro. Vai all’articolo.

+50%

i pernottamenti in strutture ricettive in Ue tra 2021 e 2022. Il settore del turismo è stato tra quelli maggiormente danneggiati dalla pandemia. Oltre al disincentivo rappresentato dalla circolazione del virus, molti stati hanno temporaneamente chiuso i propri confini al turismo e per molti altri mesi i transiti sono stati soggetti all’esibizione di prove di vaccinazione. Nel periodo post-pandemico la situazione sta però gradualmente tornando alla sua configurazione precedente. Tra 2021 e 2022 infatti sono sostanzialmente raddoppiati i pernottamenti nelle strutture ricettive all’interno dell’Unione europea. Vai all’articolo.

2,7 miliardi

i pernottamenti presso strutture ricettive nei paesi membri dell’Ue. Abbiamo già visto che complessivamente i flussi turistici tra 2021 e 2022 sono sostanzialmente raddoppiati ma l’aumento è ancora più marcato se si considerano esclusivamente i viaggi non domestici (+43% circa tra 2020 e 2021 e +101% tra 2021 e 2022). Il maggior numero di pernottamenti si è registrato in Spagna (quasi 452 milioni di pernottamenti). Seguono Francia (quasi 450) e Italia (412). È sempre quello spagnolo il valore più alto se si considerano i primi 5 mesi del 2023 (quasi 43 milioni). Seguono Germania (circa 42 milioni), Francia (più di 27 milioni) e Italia (circa 26 milioni). Vai al grafico. 

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