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L’agricoltura contemporanea sta affrontando una serie di sfide. A livello globale uno degli aspetti più complessi da gestire è l’effetto che i cambiamenti climatici hanno sulla stabilità delle colture. Il settore agricolo è quello che soffre maggiormente i danni provocati da eventi atmosferici estremi. Tra questi la siccità, un fenomeno che rende arduo garantire la sicurezza alimentare a una popolazione mondiale in crescita. È importante quindi per chi lavora in questo settore sensibilizzare la società in cui opera sull’urgenza di ricucire il rapporto tra essere umano e natura, indebolitosi progressivamente con l’industrializzazione e lo sfruttamento incontrollato e inefficiente delle risorse. 

Le nuove forme di agricoltura, il biologico in primis, e numerose forme di innovazione tecnologica, sono dei preziosi alleati nel perseguire questo obiettivo. Bisogna sviluppare nuovi modelli agricoli più innovativi, inclusivi e resilienti a eventi meteorologici estremi, come indicato nel secondo obiettivo dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. 

In Italia per accrescere la vitalità nel settore e dare forza a nuovi modi di pensare l’agricoltura, è necessario aprirlo a nuove forze, in particolare giovani e donne. Riconsiderare il modo di coltivare, condividere e consumare il cibo è fondamentale e per poterlo fare è necessario comprendere il contesto che ci circonda, uno scenario caratterizzato da aspetti multifattoriali, complessi da analizzare anche perché fortemente interconnessi tra di loro.

Si tratta di complessità che richiedono in primis visione d’insieme, a livello globale, europeo, nazionale, locale, e non potranno trovare soluzione se non con una solida risposta economica e politica. Sono vari gli strumenti a disposizione. C’è il piano della nuova politica agricola comune (Pac), che ha predisposto per lo sviluppo sostenibile del settore agricolo 387 miliardi di euro per il quinquennio 2023-2027. A cui si aggiungono anche alcune misure specifiche del Green deal, come la strategia Farm to fork per il settore alimentare, nonché il Next generation Eu, il piano europeo di ripresa dopo la pandemia. In Italia questa è una partita particolarmente importante da giocare. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), pensato per l’appianamento dei divari territoriali e il raggiungimento di una maggiore efficienza ed efficacia nelle pratiche agroalimentari, mette in campo miliardi di euro per il comparto agricolo. Risorse ingenti, che devono aiutarci nello sforzo trasformativo, e andranno monitorate con attenzione.

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L’Associazione Italiana Coltivatori (AIC) è da oltre cinquant’anni a fianco delle piccole e medie imprese agricole italiane, accompagnando la loro crescita e trasformazione, perseguendo finalità di equità sociale, territoriale, di genere e generazionale. Siamo presenti in tutte le regioni d’Italia, con oltre 600 sedi territoriali. Offriamo servizi alla persona a 360 gradi grazie agli enti promossi e a una rete di più di mille professionisti e collaboratori. Lavoriamo per portare nelle aree interne gli effetti benefici dei macro cambiamenti e nei processi di cambiamento le voci dei territori. Realizziamo così la nostra mission di contribuire a un ciclo di innovazione virtuosa dell’Italia e oltre, con un convinto orientamento europeista e particolare attenzione alla cooperazione internazionale.

Foto: Zoe Schaefferlicenza

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