Nel 2024 i giovani abruzzesi che non si formano, non hanno un lavoro né lo cercano erano il 17,2%. Uno dei livelli più contenuti del mezzogiorno ma superiore alla media nazionale e ancora lontano dagli obiettivi comunitari in materia.
Nel 2024 sono scesi al 15,2% i giovani che non studiano e non lavorano, ma l'Italia resta il secondo paese dove il fenomeno incide di più. In particolare tra i non laureati, nelle aree urbane e nelle città del mezzogiorno.
Dopo la pandemia si registra un calo dei neet, giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione. Tuttavia, il nostro paese resta ancora ai primi posti nel contesto europeo per incidenza del fenomeno e i divari territoriali sono ampi.
Lo sport non incide solo sulla salute, ma anche su aspetti educativi e sociali fondamentali per i minori. Oggi l'offerta di impianti dove praticarlo è fortemente squilibrata, sia nel confronto Italia-Ue che all'interno del paese.
La valutazione sulla qualità degli istituti tecnologici superiori abruzzesi è nettamente migliorata rispetto agli anni precedenti. Ottime premesse da cui partire per il potenziamento dell'offerta nell'ambito del Pnrr.
Oltre 9 studenti su 10 tra i diplomati negli istituti tecnologici superiori (Its) abruzzesi lavora a un anno dal diploma. Questo livello di istruzione deve essere messo a sistema affinché possa contribuire alla crescita generale del sistema socio-economico regionale.
Anche dopo la pandemia, l'Italia resta uno dei paesi Ue con più giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione. Un fenomeno che spesso trova origine in basse competenze e apprendimenti da parte di ragazze e ragazzi.
Rispetto alla media Ue, i giovani italiani lasciano più tardi il nucleo familiare. Una tendenza sulla quale incidono numerosi fattori, ma su cui ha un ruolo anche l'inserimento in percorsi di istruzione e formazione, in uno dei paesi europei con più neet.
Secondo gli ultimi dati di Eurostat, in Italia il 20,7% dei giovani non è occupato né inserito in un percorso di formazione. Una situazione grave che colpisce il nostro paese più del resto d’Europa e le regioni del sud più di quelle del nord.