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Dichiarazione di Delia MURER

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Lavoro di cura, sostenere le famiglie

  • (21 giugno 2012) - fonte: DeliaMurer.it - inserita il 22 giugno 2012 da 31

    Riconoscere il lavoro di cura, in ambito familiare, ai fini pensionistici. Lo chiede Delia Murer, che oltre ad aver presentato, nei giorni scorsi, una Proposta di legge in tal senso, ha depositato un Ordine del giorno da votare, in Aula, con la ormai imminente Riforma del Lavoro.

    “Il pacchetto di misure sul lavoro ci lascia abbastanza perplessi e insoddisfatti. Avremmo voluto di più, e avremmo fatto meglio. Le condizioni politiche generali, e la situazione dei mercati internazionali, non ci lascia grossi margini. Voteremo la Riforma per senso di responsabilità ma sono diverse le cose su cui abbiamo perplessità. Su altre, come l’articolo 18, siamo riusciti ad ottenere un risultato”.

    Sul lavoro di cura, la deputata intende Murer continuare una battaglia.

    “Dopo la Proposta di legge presento anche un Ordine del giorno per impegnare il governo a riconoscere ai familiari conviventi con un disabile grave, di cui si occupano continuativamente, un bonus ai fini pensionistici. Avere cura di un familiare non autosufficiente è un’attività usurante, che le persone fanno in totale solitudine, senza una rete adeguata di servizi. Almeno di fronte alla prospettiva previdenziale è necessario tenere conto di questa cosa e adottare provvedimento di sostegno”.

    Il testo integrale dell’Ordine del giorno.

    Ordine del giorno

    La Camera dei deputati

    Considerato che

    alcuni recenti provvedimenti del Governo in ordine alla materia previdenziale sono stati volti al progressivo innalzamento dei requisiti anagrafici per il diritto all’accesso dei trattamenti pensionistici;

    la riforma è avvenuta per due ragioni: lo scopo di adeguare i requisiti anagrafici per l’accesso al sistema pensionistico all’incremento della speranza di vita; la necessità di garantire la sostenibilità economica di lungo periodo del sistema;

    Con la riforma previdenziale, sul fronte del trattamento delle pensioni per uomini e donne, il Governo ha accolto i rilievi dell'Unione Europea sull'uguaglianza tra donne e uomini, predisponendo un intervento legislativo che parifica l'età pensionabile delle lavoratrici del lavoro pubblico a quella dei colleghi maschi, passando, gradualmente, alla medesima età;

    Il provvedimento non tiene del tutto conto di una serie di specificità, e innanzitutto del peso che deriva dalla mancanza di una vera politica di pari opportunità e di welfare che investa nei servizi pubblici, che sostenga le donne nel mercato del lavoro, che dia risposte al lavoro di cura, che allevi soprattutto le donne da un doppio lavoro obbligato in tutte le fasi della vita, e che le discrimina di fatto per tutta la loro vita lavorativa salvo saldare una paradossale "uguaglianza" quando si tratta della pensione;

    Il medesimo discorso riguarda chi assiste familiari disabili gravi; lavoro che riguarda spesso le donne ma, a volte, anche gli uomini;

    In Italia ci sono milioni di persone non in grado di svolgere gli atti quotidiani della vita in modo autonomo o di non deambulare da soli, eccetera, e quindi rientranti in condizione di handicap grave (art.3 comma 3 legge 104); soggetti che vivono una condizione che incide pesantemente nella loro vita ma anche, almeno per chi ne ha una, sulle loro famiglie, che sono la risorsa vera, dal momento che i servizi pubblici, in questo senso, risentono di note carenze;

    La proposta del Governo di equiparazione dell’età minima della pensione di vecchiaia delle donne è accettabile solo se si accompagna a una sostanziale riforma del welfare che tenga conto del lavoro di cura; la possibilità di anticipazione infatti costituiva una sorta di “risarcimento”, per quanto generico e generalizzato, del ruolo di cura ricoperto soprattutto dalle donne nella società;

    E’ necessario un riconoscimento mirato - materiale ma anche simbolico - del lavoro di cura, è necessario intraprendere un percorso di riequilibrio del sistema di welfare che allarghi i diritti sociali e di cittadinanza a chi, senza distinzione tra donne e uomini, presta attività di cura: la cura – che è attività umana essenziale e ha un valore irrinunciabile - deve entrare nella polis, ridisegnando una nuova mappa del welfare.

    La nostra legislazione già prevede forme di riconoscimento per quelle categorie di lavoratori che hanno un'attesa di vita ridotta come disabili e lavoratori addetti a mansioni usuranti; chi assiste in famiglia persone con necessità di assistenza continuata risente oggettivamente della medesima “usura” personale, della propria esistenza, tale da giustificare un riconoscimento;

    la riforma previdenziale ha previsto per i genitori che assistono figli con disabilità grave e fruiscono del congedo straordinario biennale (articolo 42 del D. lgs. 151/2001) alla data del 31 ottobre 2011, qualora perfezionino entro 24 mesi dalla data di inizio congedo il requisito contributivo dei 40 anni, di andare in pensione con le regole precedenti alla riforma;

    analoga opportunità non è prevista per il coniuge convivente di soggetto con handicap in situazione di gravità che ha in corso al 31 ottobre 2011 il medesimo congedo straordinario, costringendo lo stesso, per accedere alla pensione, a maturare i nuovi requisiti così come previsti dall’articolo 24 della riforma previdenziale;

    IMPEGNA IL GOVERNO

    - A rivedere il meccanismo della riforma previdenziale rispetto al caso di cui in premessa, allargando l’opportunità prevista per i genitori che assistono figli con disabilità grave e fruiscono del congedo straordinario biennale anche al coniuge convivente di soggetto con handicap in situazione di gravità;

    - A considerare l’opportunità di un provvedimento mirato per il riconoscimento di crediti ai fini pensionistici per la maternità e il lavoro di cura, in ambito familiare verso soggetti conviventi portatori di handicap grave.

    Fonte: DeliaMurer.it | vai alla pagina

    Argomenti: Donne, welfare, pensioni, lavoro, disabili, pensione invalidità, disabilità, handicap, famiglie in difficoltà, governo Monti, riforma lavoro | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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