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Dichiarazione di Mario BALDASSARRI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Per il Terzo Polo)  - Pres. commissione Finanze Senato (Gruppo: FLI) 


 

«Così tecnici e politici boicottano i tagli» - INTERVISTA

  • (12 giugno 2012) - fonte: Il Giorno/Resto/Nazione - Andrea Cangini - inserita il 13 giugno 2012 da 31

    Nel 1981 come economista della commissione sulla spesa pubblica nominata da Andreatta, oggi come presidente della commissione Finanze del Senato: è da una vita che Mario Baldassarri si cimenta col taglio della spesa pubblica e da una vita assiste impotente alle retromarce della politica.

    Stavolta, però, al governo ci sono i tecnici...

    «Con tutta la stima per i tecnici, anche i sassi ormai sanno dove e cosa tagliare: quel che manca è la volontà politica».

    Come lo spiega?

    «Ho due spiegazioni. La prima: ci sono 500mila italiani, trasversali, che vivono di politica e sguazzano in quei 60 miliardi l’anno che secondo la Corte dei Conti rappresentano il costo della corruzione».

    E con questo?

    «Tagliare la spesa pubblica significa tagliare l’acquisto di beni e servizi, i fondi perduti e le municipalizzate, cioè far saltare un sistema che torna comodo a molti».

    La seconda spiegazione?

    «Un caso personale. Tre anni fa presentai un emendamento alla finanziaria per trasformare i fondi perduti in credito di imposta scongiurando così il fenomeno delle imprese fantasma e le connesse truffe ai danni dello Stato».

    Ottima idea, fu votato?

    «No. Un alto dirigente del ministero dello Sviluppo telefonò a un certo numero di colleghi senatori per metterli in guardia: ‘Se passa l’emendamento, non vi potrò più far avere neanche un euro...’».

    Ma ora al governo c’è Monti e il commissario Bondi non si lascerà intimidire. O no?

    «Mah, guardi, l’intimidazione è già nei fatti. Per questo ho rifiutato di votare il decreto che costituiva un comitato interministeriale e nominava un commissario. Ma dico, scherziamo? Se volete tagliare, fatelo!».

    Pensa che non vogliano?

    «Le faccio un altro esempio. In marzo, con 25 senatori abbiamo messo a punto un provvedimento per tagliare gli acquisti, l’Irpef, i fondi perduti e l’Irap. Sa cosa mi hanno sussurrato dal governo?».

    No, dica lei...

    «‘Va bene, ma attento a non creare problemi alla maggioranza...’».

    A frenare sono i partiti e il governo ne teme la reazione?

    «È l’idea che mi sono fatto. Le racconto come s’è conclusa quella vicenda?».

    Prego.

    «Qualcuno fece una telefonata, e alle 15,25, cinque minuti prima che la riunione della commissione terminasse, arrivarono due mail: la Ragioneria generale dello Stato dava parere contrario sostenendo che il provvedimento confliggesse con l’articolo 81 della Costituzione e così fece anche, usando le stesse parole, l’ufficio legislativo del ministero dell’Economia. Era una falsità assoluta, ma servì ad evitare il voto».

    A frenare, dunque, sono anche i ‘tecnici’ al servizio dello Stato.

    «Sì, ma anche quelli delle regioni, dei comuni, delle Asl... Interessi intrecciati e spirito di cosca».

    Anche stavolta, allora, non si farà nulla?

    «Stavolta siamo sull’orlo del burrone e con poco tempo a disposizione. Abbiamo un mese per salvare l’Italia, tre mesi per salvare l’Europa e sei mesi per tentare di ricucire la società con la politica grazie a una nuova legge elettorale. Monti se ne infischi dei partiti e dei tecnici al loro servizio, e disponga il taglio non di 4 ma di almeno 40 miliardi di spesa pubblica».

    Fonte: Il Giorno/Resto/Nazione - Andrea Cangini | vai alla pagina

    Argomenti: economia, corruzione, tagli, spesa pubblica, senatori, tecnici, governo Monti, spending review | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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