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Dichiarazione di Gianni Rivera


 

«Affamati di soldi e senza cervello» - INTERVISTA

  • (29 maggio 2012) - fonte: Il Messaggero - inserita il 30 maggio 2012 da 31

    Gianni Rivera, i calciatori sono già ricchi ma perché devono arricchirsi ancora di più truccando?

    «Perché non gli basta mai. Che nausea questo nuovo scandalo».

    Non se lo aspettava?

    «Inutile aspettarsi o non aspettarsi le cose: accadono. Ed eccoci qui sempre con la stessa storia, sia pure tra qualche variante squallida come al solito».

    I calciatori sono più corrotti degli altri?

    «Sono come tutti, ma maneggiando più soldi di altri ne vogliono ancora di più. L’uomo del resto è un animale fatto così. Prima che nascesse l’uomo, la corruzione sulla terra non c’era».

    E nel calcio non si estingue mai la tendenza all’imbroglio?

    «Qualcuno nel calcio ha il cervello, altri non ce l’hanno e ad alcuni la coscienza manca completamente. I calciatori sono persone che vivono nella società odierna, e oggi avere tanti soldi, nel mondo materialista, è l’unico valore. Più ne hai, più ne vuoi. E’ una malattia professionale».

    Dei calciatori?

    «Anche loro. Mi chiedo dove sta la parola fine».

    Dove sta?

    «Non lo so. Comunque era molto meglio quando le scommesse erano fuorilegge. Da quando sono diventate legali, siamo tornati indietro e la situazione è peggiorata. Ora, partendo dalla legalità, possono correggere questa legalità e sconfinare nel reato. Comunque le responsabilità, penso a quelle di Criscito, vanno ancora chiarite».

    Secondo lei, lo scandalo avrà ripercussioni sul gioco della nazionale di Prandelli?

    «Non credo che ci saranno ritorni negativi, ma staremo a vedere».

    Due milioni di euro per una partita truccata. Ma che cosa ci fanno i calciatori con questi soldi?

    «Mah, se li metteranno da parte per la vecchiaia».

    Con tutti quelli che già hanno?

    «Più il gruzzolo è nutrito e meglio è».

    Non trova che ci sia stato forse un eccesso di spettacolarizzazione, in questi arresti e nell’arrivo degli agenti a Coverciano?

    «La spettacolarizzazione c’è, ma c’è anche il materiale che si presta a questa spettacolarizzazione. Forse, ci vorrebbe più cautela mediatica: ma come si fa? Ormai si vive di iper-comunicazione a tutti i livelli e in tutti gli ambiti».

    Gli arresti di ieri secondo lei non erano evitabili?

    «Non lo so, non conosco le carte, non sono un giudice. Quello che so è che la presunzione di innocenza deve valere sempre e per tutti. Non è la prima volta che viene arrestato qualcuno, e poi si riconosce che è innocente. Su questo occorre andare cauti, e non gettare preventivamente e sguaiatamente la croce addosso a persone indagate e arrestate».

    Fonte: Il Messaggero | vai alla pagina

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