Un quarto delle entrate dei comuni finanzia gli investimenti Bilanci dei comuni

Le entrate in conto capitale hanno lo scopo di sostenere quei progetti straordinari che durano più di un anno e non hanno carattere ricorrente. Si tratta di operazioni cruciali anche per i comuni che possono migliorare la competitività economica e il benessere della comunità.

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Le spese della pubblica amministrazione si dividono in ordinarie (che finanziano le operazioni ricorrenti) e straordinarie (che sostengono progetti eccezionali di lunga durata). Queste ultime sono composte dagli investimenti, cruciali per gli enti: la costruzione di opere pubbliche, come scuole e strade, rappresentano asset strategici per i territori.

Per il loro finanziamento sono strutturate delle entrate specifiche. Si tratta di incassi che hanno un peso importante sui bilanci delle amministrazioni. Basti pensare che rappresentano più di un quarto delle entrate totali nei bilanci dei comuni.

27,1% la quota di entrate in conto capitale nei bilanci comunali sul totale (2021).

Vengono registrate all’interno di una sezione a parte, chiamata “conto capitale”, che compone uno specifico capitolo di bilancio.

Le entrate in conto capitale

Ma i comuni com finanziano la realizzazione delle opere? Attraverso i tributi in conto capitale (entrate di carattere straordinario che vengono incassati in occasione di condoni o donazioni), contributi da altri enti agli investimenti e trasferimenti in conto capitale per l’estinzione di debiti e ripianamento di disavanzi.

Sono incluse anche delle specifiche entrate che il comune registra per la vendita di beni materiali e immateriali e altri introiti derivanti dai permessi di costruzione.

I dati mostrano le entrate in conto capitale. Entrate maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono gli importi relativi a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(consultati: lunedì 26 Giugno 2023)

Tre grandi città del nord del paese sono quelle che registrano le entrate pro capite in conto capitale maggiori: Milano (357,64), Venezia (282,03) e Genova (250,53). Sono invece due i comuni che spendono meno di cento euro a persona: Verona (75,63) e Roma (66,15). Tra la prima e l’ultima città ci sono quasi 300 euro pro capite di differenza. Divari anche per le entrate assolute dei due capoluoghi: a Milano sono pari a 482,79 milioni mentre a Roma si attestano a 181,85.

Se si estende l’analisi a tutti i comuni del paese, le entrate, in media, si attestano a 571,45 euro pro capite. Le amministrazioni che mediamente incassano di più sono quelle abruzzesi (2.920,71), valdostane (1.282,32) e altoatesine (1.163,35). Entrate minori invece in Toscana (251,23), Veneto (236,71) e Emilia-Romagna (216,99).

I motivi per cui molti comuni abruzzesi – soprattutto nell’aquilano – presentano importi così alti potrebbe essere ricondotto ai finanziamenti per la ricostruzione in seguito al terremoto avvenuto nel 2009.

I dati mostrano le entrate in conto capitale. Entrate maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono gli importi relativi a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(consultati: lunedì 26 Giugno 2023)

Guardando la situazione abruzzese appare evidente che i comuni che incassano più somme per le entrate in conto capitale si trovino all’interno del cosiddetto “cratere sismico” 2009, ossia l’area interessata dal terremoto di 14 anni fa. Sono 157 quelli in cui le entrate superano la media nazionale (circa la metà). Di questi, 48 superano la media regionale (2920,7). Le amministrazioni locali che incassano di più si trovano, come detto, nel cratere sismico e registrano entrate assolutamente fuori scala: Villa Santa Lucia degli Abruzzi (81.207,13 pro capite), Caporciano (46.723,62) e Santo Stefano di Sessanio (43.904,16). Come anche L’Aquila (4.517,03), a differenza degli altri capoluoghi: Pescara (99,19), Teramo (76,56) e Chieti (32,72).

Per sapere quanto viene speso nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

I dati mostrano le entrate in conto capitale. Entrate maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono gli importi relativi a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(consultati: lunedì 26 Giugno 2023)

 Se estendiamo l’analisi a tutti i comuni del paese, non sorprende dunque che tra i primi 10 comuni 8 siano abruzzesi. Gli altri due, peraltro, pur essendo marchigiani si trovano nel cratere sismico del terremoto che colpì l’Appennino centrale nel 2016 (Castelsantangelo sul Nera e Ussita, entrambi in provincia di Macerata). A dimostrazione del legame tra le entrate in conto capitale, gli investimenti, le opere e la ricostruzione dopo una catastrofe.

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da Openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un’attività di monitoraggio civico dei dati, con l’obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: Pixabaylicenza

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