Sui territori si dovrebbe investire di più per lo sviluppo del turismo Bilanci dei comuni

Uno dei settori più colpiti dall’emergenza sanitaria è quello turistico, soprattutto nelle città d’arte. Ma quanto investono realmente i comuni per promuoversi? Attraverso i bilanci analizziamo la spesa delle amministrazioni locali.

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Uno dei settori economici maggiormente colpiti dalla pandemia è il turismo. L’Istat stima che se non ci fosse stato il lockdown i turisti stranieri avrebbero speso in Italia 9,3 miliardi di euro solo nel trimestre tra marzo e maggio 2020.

Una situazione del genere ha spinto il governo a dedicare a questo ambito parte delle misure del “decreto rilancio”. Nel provvedimento, diventato legge a luglio, è previsto che l’Istat definisca una classificazione delle attività economiche con riferimento allearee ad alta densità turistica“, con il fine di garantire alle imprese più colpite dalla crisi l’accesso alle misure di sostegno.

Il 17 settembre l’istituto di statistica ha elaborato un’articolata descrizione della vocazione turistica delle singole località, grazie alla quale ha classificato tutti i comuni italiani in 11 categorie.

Ad esempio, l’etichetta “Grandi città (con turismo multidimensionale)” è composta dai 12 comuni con più di 250mila abitanti. In termini quantitativi è la categoria più rilevante. Rappresenta infatti il 15,3% della popolazione nazionale.

La categoria delle “Grandi città” […] rappresenta una delle più importanti in termini di flussi turistici: oltre 86 milioni di giornate di presenza nelle strutture ricettive nel 2019, pari al 19,7%. del totale nazionale. Tutte le città di questo gruppo si collocano nel quintile più alto dell’indice sintetico di densità turistica.

Secondo l’istituto di statistica, nel 2017 il settore in Italia ha fatturato 25,6 miliardi di euro, con circa 283mila addetti in più di 50mila imprese.

Tali volumi sono possibili, innanzitutto, grazie alla bellezza dell’Italia e alla varietà dell’offerta, dalle città d’arte alla natura, dalle migliaia di chilometri di costa alle cime innevate. Ma, a fronte di questo immenso bagaglio naturale e culturale, quanto si investe realmente per la valorizzazione dei territori, ai fini di attrarre visitatori domestici e stranieri?

Attraverso i bilanci comunali, analizziamo questo aspetto, cruciale dopo un’estate che ha sconvolto e ribaltato equilibri che sembravano più che solidi, come ad esempio quelli tra le grandi città d’arte e le aree interne e rurali.

La spesa dei comuni nello sviluppo e valorizzazione del turismo

Quando si parla di investimento sul turismo da parte delle amministrazioni comunali ci si riferisce al funzionamento delle attività e dei servizi dedicati, per la promozione, lo sviluppo, la programmazione e il coordinamento delle iniziative sul territorio.

Queste spese comprendono sussidi, prestiti e contributi a favore degli enti e delle imprese che operano nel settore, le uscite per le attività di coordinamento con gli ambiti del trasporto, alberghiero e della ristorazione e con gli altri settori connessi a quello turistico, per la programmazione, la partecipazione e l’organizzazione di manifestazioni turistiche e campagne pubblicitarie, per la produzione e la diffusione di materiale promozionale, per il funzionamento degli uffici turistici di competenza dell’ente e per il coordinamento degli albi e delle professioni turistiche.

Ma i comuni investono in turismo anche prevedendo contributi per la costruzione o ammodernamento delle strutture dedicate alla ricezione, come alberghi, pensioni, villaggi, ostelli per la gioventù e agriturismi.

Infine, nei bilanci troviamo anche le spese per manifestazioni culturali, artistiche e religiose che abbiano come finalità prevalente l’attrazione turistica, e per la programmazione e il monitoraggio delle politiche territoriali in coordinamento con i finanziamenti comunitari e statali.

I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 250mila abitanti, non sono disponibili i dati di Palermo e Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2018.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

 

Tra le grandi città con "turismo multidimensionale" dell'ultima classificazione Istat, è Venezia quella a investire di più, con 17,40 euro pro capite. Seguono Bologna (17,21) e Bari (13,21). Più indietro Torino (6,95) e Genova (6,82). Le ultime in graduatoria sono anche le città più popolose: Roma (2,94), Milano (3,22) e Napoli (3,35).

Al contrario, se consideriamo invece la spesa in termini assoluti notiamo che comuni demograficamente minori sono tra i primi in Italia. Tra loro, anche località note per la loro vocazione turistica.

I dati mostrano la spesa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Non sono disponibili i dati di alcuni comuni perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2018.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

Il comune di Roma spende 8,4 milioni di euro per il turismo, a fronte di uscite pari a 5,4 miliardi di uscite in bilancio. Tra le prime 15 città, anche località di mare e montagna come Sanremo, Livigno, Riccione e Jesolo. Ben due comuni sono in Trentino Aldo Adige: Merano (107,51 euro pro capite) e Castelrotto, borgo del bolzanese di circa 6.800 abitanti. Spende 429,85 euro pro capite.

Per sapere quanto viene speso nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

I dati mostrano per ogni comune italiano la spesa totale e la spesa pro capite destinata allo sviluppo del turismo. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Non sono disponibili i dati di alcuni comuni perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2018.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

Se l'estate appena terminata ha registrato una leggera ripresa delle presenze nelle aree interne, montane e collinari, soprattutto grazie ai visitatori italiani, il comparto che più ha subito le conseguenze della pandemia da Covid-19 è stato quello delle città d'arte, che storicamente vedono una presenza massiccia di villeggianti stranieri. Abbiamo analizzato 7 grandi città d'arte italiane per conoscere l'andamento della spesa in bilancio tra il 2016 e il 2018.

I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nella voce di bilancio dedicata allo sviluppo del turismo. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Tra i comuni con popolazione superiore ai 200mila abitanti sono state considerate 7 città d’arte.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

 

Il comune di Venezia nel 2018 ha speso più del triplo rispetto al 2016, passando da 5,20 a 17,40 euro pro capite. Gli andamenti nel triennio di Bologna, Firenze, Roma, Milano e Torino sono tutto sommato stabili. Al sud, invece, Napoli aumenta la spesa da 0,82 a 3,35 euro.

Tra le regioni che da sempre vivono più di turismo c'è il Trentino Alto Adige. Non è un caso, infatti, che due dei 15 comuni che impiegano più risorse per questo comparto si trovino proprio lì. Si tratta, come detto, di Merano e Castelrotto, entrambi in provincia di Bolzano.

I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Il dato non è disponibile per i comuni che non compaiono nella mappa.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2018
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

Leggendo i bilanci dei comuni in Trentino Alto Adige è evidente la differenza tra le amministrazioni ricadenti nella provincia autonoma di Bolzano e quelle della provincia autonoma di Trento: tra i primi 10 comuni per spesa pro capite nella regione, infatti, 8 si trovano nella prima e solo 2 nella seconda.

Anche se guardiamo ai capoluoghi, Bolzano spende 20,71 euro pro capite, quasi quattro volte più di Trento (5,95). Con i suoi 1372 abitanti è Corvara in Badia (Bolzano) il comune con la spesa pro capite maggiore: 1.322,07 euro. Segue Mazzin (1059,41) e Selva in Val Gardena (973,76).

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto credit:  Christopher Czermak - Licenza

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