Cos’è l’indice di Gini

Serve per misurare le differenze tra i redditi, per quantificare le disuguaglianze.

Definizione

Le disuguaglianze economiche possono essere definite da diversi fattori. Uno di questi è il reddito. Per misurare le differenze che sussistono tra i redditi percepiti, si utilizza l’indice di Gini.

Questo numero può avere valori compresi tra 0% e 100%. Più è basso, più ci si avvicina a una situazione di perfetta uguaglianza in cui tutte le persone hanno il medesimo reddito. Più è alto invece più i redditi sono concentrati in un piccolo gruppo di persone. Se l’indice è pari a 100% significa che un’unica persona possiede tutto il reddito del gruppo considerato.

L’indice può essere applicato ai redditi lordi, al netto dell’imposta o all’imposta stessa. Inoltre, può essere utilizzato per calcolare altri indicatori per misurare le disuguaglianze e gli effetti di redistribuzione delle imposte.

Dati

Andando più nel dettaglio, l’indice misura quanto una distribuzione devia da una situazione di uguaglianza perfetta. Per capire cosa significa è necessario valutare alcuni dettagli su come si costruisce l’indice. Si considerano i percettori di reddito ordinandoli dal più povero al più ricco. Si ottiene quindi un andamento sommando a ogni persona il reddito di quelle precedenti nella scala costruita.

Attraverso il confronto con un andamento teorico in cui tutte le persone considerate ricevono lo stesso reddito porta a ottenere l’indice di Gini. Per questo motivo quindi, più è alto questo valore, più la situazione considerata devia dalla situazione di perfetta uguaglianza e sono maggiori le disuguaglianze economiche.

A livello europeo, i dati su cui si basa questo indicatore derivano dall’indagine Eu-silc che ha lo scopo di raccogliere dati comparabili tra gli stati membri sulle condizioni economiche dei cittadini. Su queste rilevazioni si costruisce l’indice di Gini.

Il dato rappresenta l’indice di Gini calcolato per i vari paesi dell’Unione europea. Si tratta di una misura della disuguaglianza dei redditi. Più è alto il valore, maggiore è la concentrazione dei redditi in un gruppo ristretto di persone. Non è disponibile il dato della Slovacchia per l’anno considerato.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: giovedì 24 Novembre 2022)

Lo stato in cui l’indice di Gini è più alto è la Bulgaria (39,7%). Seguono Lettonia (35,7%), Lituania (35,4%) e Romania (34,3%). I paesi caratterizzati dai valori minori sono Repubblica Ceca (24,8%), Belgio (24,1%) e Slovenia (23%). In Italia, l’indice è pari al 32,9%.

Analisi

L’indice di Gini ha il vantaggio di riuscire a considerare tutti i redditi percepiti all’interno di un unico indice ed è importante per avere un’idea sulle disuguaglianze economiche di un territorio. Ci sono però delle limitazioni che vanno tenute in considerazione, come notato da World bank. Innanzitutto, considerare solo questo valore non dà un quadro completo della situazione. Ad esempio è possibile che questo indice aumenti (e quindi si incrementino le disuguaglianze dei redditi) ma che si abbassi il numero delle persone in condizione di povertà assoluta perché magari in generale è aumentato il livello dell’economia. Questo è un caso che capita più di frequente nei paesi in via di sviluppo.

Inoltre, l’indice calcolato per un territorio non si può aggregare con altri indici calcolati per altre economie. È quindi necessario calcolare per ogni stato un indice specifico. Infine, in alcuni casi un indicatore di welfare migliore potrebbe essere quello dei consumi, come nel caso delle economie emergenti. Anche se bisogna tenere conto che gli individui variano in base all’età e alle esigenze, aspetti che influenzano i consumi.

PROSSIMO POST