Rispetto al ’93 l’affluenza alle comunali delle grandi città è calata di oltre 28 punti

Affluenza per le comunali delle 4 città maggiori dalla prima elezione diretta del sindaco a oggi

Da quando si vota direttamente per il sindaco, tutte le 4 maggiori città italiane hanno sempre votato negli stessi turni elettorali: 1993, 1997, 2001, 2006, 2011, 2016 e 2021. Fa eccezione Roma, che ha saltato il turno del 2011 essendo andata al voto anticipatamente nel 2008. Ma si è riallineata con le amministrative del 2016, essendo stata di nuovo sciolta in anticipo con le dimissioni della maggioranza dei consiglieri durante il mandato di Ignazio Marino (2013-15).

Questa singolare coincidenza ci consente di confrontare l’andamento dell’astensionismo nelle maggiori città italiane dal ’93 ad oggi. Partiamo dagli aventi diritto al voto: sommando i residenti sopra i 18 anni nelle 4 città si tratta circa 5 milioni di persone. Più precisamente 5,2 milioni nel 1993, scesi fino a 4,85 milioni nelle ultime due tornate (2016 e 2021). Molto più repentino è stato il calo dei votanti al primo turno: 3,9 milioni nel 1993 (76,37% degli aventi diritto), poco più di 2,3 milioni nel 2021 (48%).

Ai fini dell’elaborazione, sono stati sommati elettori e votanti al primo turno nelle 4 città più popolose (Roma, Milano, Napoli, Torino). Dal 1993 questi comuni hanno sempre votato nello stesso turno elettorale (con l’eccezione di Roma, che non ha votato nel 2011 ma nel 2008 e nel 2013). Per questo caso specifico, nell’anno elettorale 2011 per Roma è stata considerata l’elezione del 2013. Nel 2001 il turno amministrativo è coinciso con le elezioni politiche.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eligendo - Ministero dell'interno
(ultimo aggiornamento: martedì 19 Ottobre 2021)

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