Lo sforzo dei comuni per garantire il voto Bilanci dei comuni

Anche nelle recenti elezioni politiche le amministrazioni locali hanno avuto un ruolo logistico importante, mettendo in campo risorse che vengono contabilizzate nei bilanci.

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Com’è noto, i comuni sono al centro delle attività di gestione operativa di elezioni e referendum. Lo abbiamo visto anche nel recente appuntamento elettorale. Il lavoro delle amministrazioni per garantire il diritto al voto consiste nell’assicurare la funzionalità dei seggi e la correttezza di tutte le operazioni, con uscite che vengono poi iscritte a bilancio nella sezione dedicata ai registri anagrafici.

Le elezioni sono un momento importante per la vita politica della comunità. Secondo Istat infatti, nel 2021 il 30% degli italiani con più di 14 anni di età si è informato quotidianamente per prepararsi al voto. Il mezzo più utilizzato è la televisione (89,4%) a cui seguono radio (30%) e quotidiani (27,7%). Per quel che riguarda invece la partecipazione a occasioni più interattive, l’ascolto di un dibattito pubblico è l’attività più svolta dai cittadini.

11,7% degli italiani con più di 14 anni di età ha seguito un dibattito politico nell’anno antecedente alla rilevazione (Istat, 2021).

Il dato è in calo di circa 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente in cui il valore si assestava al 15%.

Il dato rappresenta il numero di persone che hanno ascoltato un dibattito politico nei dodici mesi precedenti alla data della rilevazione. È espresso ogni 100 persone con le stesse caratteristiche.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: mercoledì 21 Settembre 2022)

La provincia autonoma di Trento è caratterizzata da un maggior numero di persone che hanno ascoltato un dibattito nei dodici mesi precedenti alla data di rilevazione. Si tratta di 15,4 abitanti ogni 100 con le medesime caratteristiche. Seguono Abruzzo (14,9), provincia autonoma di Bolzano (14,4) e Lazio (14,4). I valori più bassi sono invece stati rilevati per Veneto (9,7), Basilicata (9,7) e Sicilia (9).

Per permettere quindi a tutti i cittadini di poter esercitare i loro diritti, i comuni si occupano dell'organizzazione e della gestione dei seggi con uscite che vengono inserite all'interno dei bilanci.

Le uscite per le elezioni politiche, le consultazioni popolari e l'anagrafe

All'interno della prima missione di spesa, si trova una sottovoce dedicata a uscite legate alle elezioni e alle consultazioni popolari. Comprende le spese per i servizi di aggiornamento delle liste elettorali e quelle dedicate ai certificati di iscrizione, nonché l'aggiornamento degli albi del presidente di seggio e degli scrutatori.

In questa voce si inseriscono anche le uscite per l'anagrafe.

Sono incluse anche all'interno di questa voce tutte le spese dedicate ai servizi forniti dall'ufficio dell'anagrafe. Si parla di tutto ciò che riguarda l'aggiornamento dei registri della popolazione residente e dell'Aire, il registro dedicato agli italiani residenti all'estero. Inoltre, si includono anche le spese per tutti gli atti che possono essere rilasciati dall'ufficio, come ad esempio certificati di nascita, di morte e di matrimonio.

I dati mostrano la spesa per cassa relativa ad anagrafi, consultazioni popolari e elezioni. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2020.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: mercoledì 21 Settembre 2022)

È Messina la grande città che registra la spesa più alta, pari a 28,3 euro pro capite di uscita. Fanno seguito Venezia (23,8), Bologna (21,73) e Padova (20,34). Spendono invece di meno Trieste (11,68), Palermo (9,8) e Napoli (6,51).

I dati mostrano la spesa per cassa per la voce relativa ad anagrafi, consultazioni popolari e elezioni. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con popolazione superiore a 200mila abitanti, sono state considerate le 5 che hanno speso di più per la voce considerata nel 2020.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2016-2020
(ultimo aggiornamento: mercoledì 21 Settembre 2022)

Il comune di Messina ha riportato una spesa sistematicamente maggiore rispetto alle altre città considerate. Il picco di spesa è stato registrato nel 2018 (35,22 euro pro capite). In generale, le città riportano degli andamenti di spesa molto simili. Rispetto al 2016, l'amministrazione che riporta l'aumento maggiore delle uscite è Padova (31,88%) seguita da Venezia (18,12%) e Messina (8,77%). La riduzione più ampia invece è stata calcolata per Torino (-29,16%) ma anche Bologna riporta un calo di spesa più modesto (-2,7%).

Andando invece ad analizzare il dato nazionale, la spesa media dei comuni italiani per questa voce è pari a 25,62 euro pro capite. Spendono di più le amministrazioni dei territori autonomi della Valle d'Aosta (77,59), della provincia di Trento (43,87) e di Bolzano (38,64). I comuni veneti (20,29 euro pro capite), lombardi (20,19) e pugliesi (16,34) sono caratterizzati invece dagli importi medi minori.

I dati mostrano la spesa per cassa per la voce relativa ad anagrafi, consultazioni popolari e elezioni. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

FONTE: openpolis - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: mercoledì 21 Settembre 2022)

Carapelle Calvisio, un piccolo comune in provincia dell'Aquila, è l'amministrazione che spende di più per questa voce di spesa, con 645,49 euro pro capite. Seguono Rhemes-Notre-Dame (Aosta, 625,97), Monteferrante (Chieti, 482,01) e Rocca Canterano (Roma, 480,37).

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: comune di Biella

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