L’impronta carbonica dei più ricchi Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi I cambiamenti climatici sono una questione di classe“.

48%

la quota di emissioni di Co2 equivalente del 10% più ricco, a livello globale. Mentre il 50% più povero contribuisce per il 12% delle emissioni totali. Lo evidenzia il world inequality lab, un laboratorio di ricerca che si occupa di monitorare le disuguaglianze. Le persone più abbienti sono state responsabili, nel 2019, dell’emissione di 31 tonnellate di sostanze inquinanti: quasi 10 volte oltre il limite (3,4) necessario per rimanere al di sotto della soglia di aumento della temperatura fissata dall’accordo di Parigi (+2 gradi). I cambiamenti climatici sono quindi chiaramente una questione di classe. Vai all’articolo.

29,2

tonnellate di Co2 equivalente pro capite, le emissioni del 10% più ricco nei paesi dell’Unione europea. Il 50% più povero registra invece emissioni medie pari a 5,1 tonnellate. Le emissioni dei più ricchi sono quindi 3 volte superiori alla media (9,7 tonnellate) e quasi 6 volte quelle della metà meno abbiente della popolazione. Vai all’articolo.

106,4

le tonnellate di Co2 emesse dal 10% più ricco in Lussemburgo. Si tratta del dato più elevato, pari a oltre 3 volte la media dell’Unione. Seguono a distanza Belgio e Cipro con oltre 40 tonnellate. Ultimi invece alcuni paesi dell’Europa orientale e meridionale, in particolare Bulgaria, Romania, Portogallo, Grecia e Croazia con valori inferiori a 20. Vai alla mappa.

+22,9

l’aumento delle emissioni del 10% più ricco, in tonnellate di Co2 equivalente pro capite. Malta è il paese in cui il contributo della fascia più ricca all’inquinamento è aumentato maggiormente dal 1980 al 2019. Solo in 14 stati membri su 27 il valore è diminuito in 40 anni, mentre in uno (la Spagna) la situazione è rimasta invariata. Il calo più importante si è registrato in Germania (-28,7 tonnellate). Vai alla mappa.

23,4

tonnellate di Co2 pro capite, le emissioni del 10% più ricco in Italia. Il nostro paese riporta un valore inferiore alla media europea, ma è uno dei 12 stati membri in cui tale contributo è aumentato dal 1980 al 2019. Si tratta di un peggioramento relativo, infatti le cifre più elevate si sono registrate nei primi anni 2000 (oltre 30 tonnellate pro capite) e da allora si è notevolmente ridimensionato. Tuttavia non siamo ancora tornati ai livelli dei primi anni ’80. Vai al grafico.

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