Le entrate dei comuni per finanziare gli investimenti Bilanci dei comuni

Anche gli enti locali comunali registrano delle entrate per progetti a lungo termine. Sono composte da tributi particolari ma anche da trasferimenti da altri enti e vendite di beni.

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Per poter effettuare degli investimenti, le amministrazioni pubbliche devono prevedere delle entrate diverse rispetto a quelle per la gestione dell’ordinario. Questo riguarda qualsiasi livello governativo, compresi i comuni. Le entrate specifiche vengono poi registrate in un’apposita sezione del bilancio.

Per investimenti pubblici si intendono tutte le spese in conto capitale di un’amministrazione pubblica, ovvero tutte quelle uscite che servono a finanziare dei progetti che non si esauriscono alla fine dell’esercizio finanziario (che dura un anno). In generale, sono comprese tutte le attività che permettono di incrementare il capitale iniziale fisico, tecnologico o umano. Per esempio, un investimento nella ricerca e nello sviluppo può portare all’ottenimento di una tecnologia migliore e più efficiente.

Queste attività sono strategiche per gli enti, dal momento che permettono di sostenere la crescita di un territorio nel lungo periodo. Si pensi per esempio alla costruzione di nuove forme di collegamento o di infrastrutture di pubblica utilità come gli ospedali o le scuole.

A livello regionale, ci sono aree in cui si investe di più e aree in cui si investe di meno.

Sono considerate le realizzazioni fatte sia da soggetti pubblici che soggetti privati. Si includono le opere pubbliche, i mezzi, i macchinari e i contributi alle imprese e ad altri soggetti privati. Sono compresi tutti gli interventi, inclusi quelli cofinanziati dall’Unione europea.

FONTE: elaborazione openpolis su dati openbdap.
(consultati: martedì 18 Ottobre 2022)

La Lombardia è la regione in cui si concentrano maggiormente gli investimenti (15,3%). Seguono Campania (8,2%), Trentino-Alto Adige (7,5%) e Veneto (7,5%). Al contrario, l’incidenza è minore in Umbria (1,1%), Valle d’Aosta (0,8%) e Molise (0,6%).

A livello di finanziamenti, queste spese vengono sostenute attraverso delle entrate che sono registrate in una sezione a parte, chiamata “conto capitale”. Per i comuni, questa comprende uno specifico capitolo di bilancio.

Le entrate in conto capitale

Questo capitolo comprende tutta una serie di voci che vanno a finanziare opere e investimenti pubblici. Si includono i tributi in conto capitale (che sono entrate di carattere straordinario e vengono ricevuti in occasione di condoni o donazioni), contributi da altri enti agli investimenti e trasferimenti in conto capitale per l’estinzione di debiti e ripianamento di disavanzi.

Sono considerate anche alcune entrate che il comune registra in seguito alla vendita di beni materiali e immateriali e altri introiti derivanti dai permessi di costruzione.

I dati mostrano l’entrata di conto capitale per cassa. Entrate maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le entrate relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2020.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2020
(consultati: martedì 18 Ottobre 2022)

Milano è la città caratterizzata dalle entrate in conto capitale maggiori. Si parla di circa 563 milioni di euro, 403,14 euro pro capite. Seguono Napoli (232,51), Firenze (193,46) e Venezia (189,01). Al contrario, gli incassi minori si registrano a Bologna (67,50 euro pro capite), Roma (62,73) e Palermo (37,28). 

I dati mostrano le entrate in conto capitale per cassa. Entrate maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le entrate relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con popolazione superiore a 200mila abitanti, sono state considerate le 5 che hanno speso di più per la voce considerata nel 2020.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2016-2020
(consultati: martedì 18 Ottobre 2022)

Se consideriamo le cinque grandi città con maggiori entrate nel 2020, notiamo che l’andamento di entrate negli ultimi anni è altalenante. Tra il 2016 e il 2020 infatti, Milano riporta un andamento crescente mentre ogni anno per Venezia diminuiscono le entrate. Nel 2018 si sono registrati due picchi di introiti, per Trieste (412,58 euro pro capite) e per Napoli (324,26). Rispetto al 2016, le città che hanno registrato gli aumenti maggiori sono Trieste (206,33%) e Milano (132,26%). Seguono Napoli (72,11%) e Firenze (21,88%). L’unica città che ha riportato delle percentuali negative è Venezia (-42,07%).

Se si considerano i comuni italiani nel loro complesso, mediamente ricevono 426,18 euro pro capite per questo capitolo di entrata. In media, le amministrazioni che incassano di più sono quelle abruzzesi (1.923,49), altoatesine (1.267,56) e valdostane (1.030,98). Sono caratterizzati invece dai valori minori i comuni della Toscana (214,65 euro pro capite), del Veneto (213,73) e dell’Emilia-Romagna (174,04).

I dati mostrano le entrate in conto capitale per cassa. Entrate maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le entrate relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2020
(consultati: martedì 18 Ottobre 2022)

Tra tutti i comuni italiani, quello che incassa di più è San Benedetto in Perillis (L’Aquila, 39.917,5 euro pro capite). Seguono Sant’Eusanio Forconese (L’Aquila, 29.298,89), Villa Santa Lucia degli Abruzzi (L’Aquila, 26.423,81) e Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila, 24.197,39).

È interessante notare come le prime 16 amministrazioni siano abruzzesi, 14 appartenenti alla provincia dell’Aquila e 2 a quella di Chieti. Questa anomalia, probabilmente, è dovuta alle entrate ricevute da questi piccoli comuni, necessarie ad affrontare la ricostruzione post-sisma 2009 e registrate nei rispettivi bilanci.

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un’attività di monitoraggio civico dei dati, con l’obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: Vishallicenza

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