Il ruolo dei comuni a favore dell’inclusione sociale dei disabili Bilanci dei comuni

L’attenzione delle istituzioni alle disabilità è parte delle politiche di inclusione sociale che migliorano la vita degli individui e della collettività. In questo senso il sostegno dei comuni, enti di prossimità per eccellenza, è fondamentale.

|

Le politiche di sostegno alle persone con disabilità rappresentano un importante strumento di inclusione sociale e di tutela delle minoranze, un obiettivo da perseguire in tutti i territori.

Il fine ultimo dell’inclusione, infatti, è garantire uguali opportunità e diritti a tutti gli individui, all’interno delle comunità in cui vivono.

Le misure di supporto alle persone disabili si possono sostanziare in diversi modi, dalla rimozione delle barriere architettoniche nelle città all’adeguamento del trasporto pubblico, fino ai provvedimenti che facilitano l’inserimento lavorativo.

In questo senso i comuni, enti amministrativi di prossimità, possono assumere un ruolo centrale per agevolare l’accesso ai servizi per le persone disabili.

Le aree di utenza relative ai servizi e agli interventi sociali dei comuni (singoli e associati) sono famiglie e minori, dipendenze, disabili, anziani, immigrazione e minoranze etniche e servizi multiutenza. Nell’area “disabili” rientrano gli interventi e i servizi a cui possono accedere utenti con problemi di disabilità fisica, psichica o sensoriale (comprese le persone affette da HIV o colpite da TBC). Le prestazioni rivolte agli anziani non autosufficienti rientrano nell’area “anziani”.

FONTE: Istat - elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: domenica 31 Dicembre 2017)

Se guardiamo ai dati Istat sulla spesa dei comuni nei servizi e negli interventi sociali, divisa per aree tematiche, possiamo analizzare quanto incide la spesa per l’area disabilità rispetto agli altri ambiti del settore (famiglie e minori, dipendenze, anziani, immigrazione e minoranze etniche e servizi multiutenza).

Nel 2017 la Sardegna è stata la regione italiana all’interno della quale la disabilità ha avuto l’incidenza maggiore rispetto al totale degli interventi: 45,9%. Seguono l’Abruzzo (37,3%) e Liguria (30,3%). In coda troviamo l’Umbria (17,8%), la provincia autonoma di Bolzano (15,8%) e la Valle d’Aosta (0,3%).

 

Le spese dei comuni per il settore

Gli interventi per la disabilità fanno parte della missione riguardante i diritti sociali, le politiche sociali e la famiglia.

Nei bilanci le amministrazioni inseriscono alla voce "Interventi per la disabilità" tutte le spese relative all'erogazione di servizi per le persone inabili, in tutto o in parte, a svolgere attività economiche o a condurre una vita quotidiana "normale", a causa di danni fisici o mentali, a carattere permanente o che si protraggono oltre un periodo di tempo minimo stabilito. Questo tipo di interventi possono comprendere le spese a favore di soggetti pubblici e privati che operano nell'ambito, le spese per alcuni tipi di indennità (come l'indennità di cura o a favore di chi si prende cura dei disabili), ma anche il vitto o l'alloggio presso istituti idonei, per l'assistenza per invalidi nelle incombenze quotidiane (aiuto domestico, mezzi di trasporto, ecc.), oltre che per beni e servizi di vario genere erogati a favore di invalidi per consentire loro la partecipazione ad attività culturali, di svago, di viaggio o di vita collettiva.

In questo senso, gli interventi possono includere anche l'eventuale costruzione e gestione di strutture dedicate, e la formazione professionale volta a favorire l'inserimento lavorativo.

I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti, non sono disponibili i dati di Palermo e Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Tra le città con più di 200mila abitanti è Trieste quella a spendere di più per il sostegno alla disabilità: 120,07 euro pro capite, più del doppio di tutti gli altri grandi comuni italiani. Dietro la città friulana troviamo Venezia (51,53), Verona (46,97), Milano (46,29) e Padova (39,86). Quattro delle prime cinque posizioni sono occupate da città del nord-est. Le grandi città che spendono meno per questo settore si trovano invece al sud. Si tratta di Bari (2,11 euro pro capite) e Messina (7,40).

I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Tra le città italiane con popolazione superiore a 200mila abitanti, sono state considerate le 5 che hanno speso di più per la voce considerata nel 2019.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2016-2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Nel 2019 Trieste si conferma il comune che investe di più per le persone con disabilità, rafforzando un primato che era saldo anche nei tre anni precedenti (+14,2% in quattro anni). Negli altri centri considerati, negli anni si nota un calo della spesa a Venezia e Milano (scesa rispettivamente del 14,4 e del 13,1%) e una crescita a Verona (+20,1%) e Padova (+12,8%).

Per sapere quanto viene speso nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

I dati mostrano per ogni comune italiano la spesa totale e la spesa pro capite destinata alla disabilità. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Non sono disponibili i dati di alcuni comuni perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Se analizziamo la spesa di tutti i comuni italiani notiamo che ben 28 delle prime 30 posizioni sono occupate da località sarde. In cima alla classifica troviamo Villa San Pietro (Cagliari) con 580,79 euro pro capite destinati alle politiche per la disabilità, seguito da Villa Verde (459,8) e Baradili (419,1). Entrambi si trovano in provincia di Oristano. Si tratta di dati coerenti con la citata incidenza dell'area "disabilità" rispetto agli altri ambiti di servizi o interventi sociali da parte dei comuni.

Se guardiamo ai centri urbani più popolosi, invece, come abbiamo già evidenziato spiccano, oltre a Trieste a Milano, 3 città venete. Approfondiamo quindi la situazione in questa regione.

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Il dato non è disponibile per i comuni segnati in grigio.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Con 201,95 euro pro capite Crespadoro, comune di 1.322 abitanti in provincia di Vicenza, è il comune che investe di più per persone con disabilità in Veneto. Seguono molto distanziati i comuni di Campagnia Lupia (Venezia) con 76,92, Sant’Elena (Padova) con 74,97 e Concamarise (Verona) con 69,51 euro pro capite. Analizzando la mappa emergono inoltre alti livelli di spesa non solo nelle grandi città nominate in precedenza, ma anche in comuni della laguna veneziana e confinanti con il capoluogo.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto credit: Pixabay - licenza

PROSSIMO POST