I livelli di indebitamento dei comuni italiani Bilanci dei comuni

L’indebitamento dei comuni non è un fatto necessariamente negativo, ma può essere utile a realizzare investimenti in opere pubbliche. Tuttavia, deve essere tenuto sotto controllo in modo da non pesare troppo sui bilanci degli enti locali.

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Il concetto legato al pareggio di bilancio ha assunto da alcuni anni rilevanza costituzionale, ma l’indebitamento per le amministrazioni pubbliche non è necessariamente un fatto negativo. Contrarre mutui o prestiti, infatti, per un ente locale può significare anche la volontà di investire su infrastrutture.

Per legge, infatti, i comuni possono indebitarsi solo per gli investimenti e la costruzione di rilevanti opere pubbliche, ma non per le spese correnti, come quelle relative al funzionamento della macchina amministrativa o all’erogazione dei servizi ordinari nei confronti della cittadinanza.

La spesa dei comuni per il pagamento del debito pubblico

È necessario che le amministrazioni equilibrino la possibilità di accedere a mutui e prestiti con la capacità di spalmare la restituzione del debito nelle annualità di bilancio, in modo che il debito stesso non vada a pesare sulle casse comunali, con conseguenze negative sull’erogazione dei servizi per la cittadinanza.

Nei bilanci delle amministrazioni comunali un’intera missione di spesa è dedicata al debito pubblico. Questa comprende due voci: “Quota interessi” e “Quota capitale”, cioè le le somme con cui si estingue gradualmente un debito o un mutuo (ammortamento).

Si tratta insomma delle spese necessarie alla restituzione delle risorse ottenute dall’ente per finanziare gli investimenti o la realizzazione di opere pubbliche.

In altre parole, nei bilanci viene considerata una “quota rateale” con la quale il comune rimborsa annualmente la cifra ottenuta in prestito, maggiorata degli interessi.

I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Per esempio, tra le grandi città la voce risulta avere un importo pari a 0 per i comuni di Milano e Padova. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti, non sono disponibili i dati di Palermo e Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Con 349,65 euro pro capite è Napoli la città a spendere di più per le rate annuali relative alla restituzione del debito pubblico, tra i comuni con una popolazione superiore a 200mila abitanti. Seguono Torino (338,31 euro pro capite), Firenze (135,77), Genova (103,02) e Trieste (59,63).

Oltre a Milano e Padova, che alla voce "debito pubblico" risultano avere spese pari a 0, in fondo alla classifica delle grandi città troviamo Roma (23,83 euro pro capite) e Bari (18,86).

Da sottolineare infine che il capoluogo campano è anche la città italiana che spende di più in termini assoluti, con 336,6 milioni di euro nel 2019.

I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Tra le città italiane con popolazione superiore a 200mila abitanti, sono state considerate le 5 che hanno speso di più per la voce considerata nel 2019.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2016-2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Analizzando l'andamento della spesa per debito pubblico negli ultimi anni, notiamo che se nel 2019 Napoli e Torino sono state le grandi città a spendere nettamente di più, nel 2016 e nel 2018 era Genova a detenere questo primato.

In generale le cinque città che pagano più debito nel 2019 hanno visto tutte incrementare le somme per questa voce, tranne Genova (-27,9% dal 2016 al 2019) e Trieste (-18,5%). In particolare Napoli, che in 4 anni è passata da 123,36 a 349,65 euro pro capite (+183,4%), Torino (+140,2%) e Firenze (+16,2%).

Per sapere quanto viene speso nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

I dati mostrano per ogni comune italiano la spesa totale e la spesa pro capite destinata a “Debito pubblico”, missione composta dalle due voci “Quota interessi” e “Quota capitale” dell’ammortamento di mutui e prestiti obbligazionari. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Non sono disponibili i dati di alcuni comuni perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Si trovano entrambi nella città metropolitana di Torino i due comuni italiani che spendono di più per il debito pubblico. Si tratta di Valprato Soana e Ingria, due piccoli borghi rispettivamente di 101 e 46 residenti, che nel 2019 hanno pagato 1.993,35 e 1.630,2 euro pro capite per queste voci di bilancio.

Se guardiamo ai cluster regionali, i comuni che elargiscono annualmente più denaro si trovano in territori a statuto speciale, e cioè nella provincia autonoma di Bolzano, dove mediamente i comuni spendono 207,14 euro pro capite, in Valle D'Aosta (162,45) e Friuli Venezia Giulia (104,04). Tutte cifre abbondantemente superiori alla media nazionale, pari a 72,43 euro pro capite.

I territori nei quali i comuni spendono meno sono invece Veneto (52,85), provincia autonoma di Trento (50,34) e Marche (48,43).

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto credit: Scott Blake - licenza

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