I fabbisogni di una popolazione che invecchia Europa

La porzione di persone con più di 65 anni sta progressivamente aumentando in Europa. Questo comporta una maggiore dipendenza, che nel medio termine richiederà di aumentare una spesa già ingente e di affiancare gli anziani con una maggiore capacità di assistenza.

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Grazie al miglioramento delle condizioni di vita e al conseguente allungamento dell’aspettativa, in tutta Europa il numero di anziani è in aumento. Visto il parallelo calo delle nascite, si può dire che la popolazione sta mediamente invecchiando. All’inizio degli anni 2000 la quota di persone con almeno 65 anni di età sul totale si aggirava intorno al 16%: appena 20 anni dopo, il valore risulta incrementato di 5 punti percentuali. Nonostante qualche differenza tra gli stati europei, non c’è paese che non registri questo fenomeno. In media, il 21,3% dei cittadini Ue è anziano.

Una delle conseguenze più evidenti è l’aumento della dipendenza, dal nucleo familiare ma anche da servizi specifici per la terza età. Sono sempre meno le persone in età lavorativa, ed essendo progressivamente meno numerose le famiglie aumentano anche i bisogni di cura e assistenza degli anziani. La spesa, già ingente, è destinata ad aumentare per soddisfare fabbisogni sempre maggiori.

L’Europa è un continente che invecchia

Gli anziani in Europa sono più di 90 milioni. Come emerge dalle rilevazioni demografiche di Eurostat, parliamo di oltre il 20% di tutta la popolazione: più di una persona su cinque.

21,3% della popolazione europea ha più di 65 anni, nel 2023.

Questa quota varia ampiamente da stato a stato, con Italia e Portogallo al primo posto, entrambe con il 24% della popolazione anziana. Seguono Bulgaria, Finlandia e Grecia con quote superiori al 23%. Solo in 9 stati membri non si arriva al 20%: si tratta di Lussemburgo (unico sotto il 15%), Irlanda, Cipro, Slovacchia, Malta, Austria, Romania, Belgio e Polonia. L’Italia è anche il paese con l’età mediana più elevata: 48,4 anni, mentre in Irlanda, Lussemburgo e Cipro siamo sotto i 40.

La spesa per anziani è ingente e l’Italia è prima per rapporto con il Pil

Per sostenere buoni standard di vita alla fascia demografica più anziana, sono necessari numerosi interventi di spesa pubblica: in primis, le pensioni per vecchiaia sono un presidio necessario ma anche gli investimenti in infrastrutture di sostegno sociale e medico, come le strutture residenziali per gli anziani non autosufficienti.

Complessivamente tale voce di spesa è pari a oltre il 10% del Pil europeo, ed è in aumento da anni. Nel corso di un decennio è aumentata del 34,8%, anche se il suo rapporto con il prodotto interno lordo è rimasto stabile.

I dati si riferiscono alla spesa effettuata dal governo centrale per la funzione “anzianità”, che comprende anche le pensioni. Il valore è restituito in termini assoluti e in rapporto al Pil (cui è riferita la gradazione di colore). Viene inoltre riportata la variazione della spesa nel decennio.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(pubblicati: martedì 5 Marzo 2024)

L’Italia è il primo paese in Europa per spesa per anziani in rapporto al Pil (13,7%). Seguono Finlandia, Austria e Francia (sopra il 13%). Ultima invece l’Irlanda (3,1%). Tre paesi dell’Europa orientale (Romania, Bulgaria e Lituania) hanno invece visto l’aumento più pronunciato tra 2013 e 2022: in dieci anni, la spesa è più che raddoppiata. Solo in Grecia si è verificato un calo, benché lieve: -3,3%. Mentre l’Italia è, dopo la Svezia, lo stato membro che ha visto l’incremento più contenuto: +19,1% in un decennio. Nel nostro paese questa voce di spesa ammonta a più di 266 miliardi di euro, pari al 24,4% della spesa totale. In Finlandia, la quota supera il 25%.

Un fabbisogno non indifferente

Nei paesi con più anziani, il rapporto tra chi è ormai inattivo a causa dell’età e le persone in età lavorativa è molto elevato. In Portogallo, per ogni 100 persone che potenzialmente lavorano, ce ne sono 38 di oltre 65 anni. Poco distante l’Italia, come anche la Bulgaria e la Finlandia.

La dipendenza assume diverse forme e l’equilibrio tra parte attiva e parte passiva della società si rispecchia anche nella qualità della vita. Gli anziani hanno spesso bisogno di assistenza, ma a causa anche del numero sempre inferiore di figli per famiglia, spesso si trovano a necessitare di supporto proveniente dall’esterno. Questo emerge chiaramente dai risultati dell’Ehis, la European health interview survey, con cui Eurostat ha misurato in più momenti le necessità della popolazione anziana in Europa.

I dati si riferiscono al numero di persone, nell’ambito dell’Ehis (European health interview survey), di oltre 65 anni che hanno dichiarato di necessitare di assistenza per svolgere compiti di cura personale o domestici. Sono considerate solo le persone che hanno riportato difficoltà gravi.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(pubblicati: lunedì 19 Settembre 2022)

In Lussemburgo quasi tre quarti degli anziani ha dichiarato di non ricevere sufficiente assistenza. Seguono Croazia e Finlandia con quote superiori al 70%. L’Italia, con il 44,2%, è leggermente al di sotto della media Ue (46,6%). Ultime invece Lettonia e Paesi Bassi, dove meno di un quarto degli over 65 dichiara di aver bisogno di assistenza.

Si tratta comunque di dati in miglioramento rispetto alla precedente rilevazione Ehis risalente al 2014, nella quale le quote risultavano essere più elevate. Il 51,8% degli intervistati in condizioni di grave difficoltà dichiarava di non ricevere sufficiente aiuto, una cifra che 5 anni dopo era di 5 punti percentuali più bassa. Tuttavia l’invecchiamento della popolazione causa inevitabilmente un aumento dei fabbisogni: un fenomeno che riguarda la società nella sua interezza.

Foto: Jose Antonio Gallego Vázquezlicenza

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