Dove vengono inviate le rimesse dei migranti Migranti

Per la prima volta dal 2016 le rimesse in uscita dall’Italia non sono aumentate, registrando anzi un lieve calo (-0,4%). I flussi più consistenti sono stati diretti verso i paesi dell’Asia meridionale, in particolare verso il Bangladesh.

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Quando si parla di rimesse si fa riferimento ai soldi che i lavoratori stranieri residenti all’estero inviano nel proprio paese di provenienza. Spesso le rimesse in uscita sono considerate delle “perdite” che lo stato subisce, nei paesi come l’Italia in cui ormai da vari decenni il numero dei lavoratori immigrati ha superato quello degli emigrati. Al contempo, bisogna sottolineare che si tratta di risorse fondamentali per i paesi in via di sviluppo, in primis per le famiglie che li ricevono ma conseguentemente anche per le economie nel loro complesso.

In Italia le rimesse sono aumentate piuttosto costantemente negli ultimi anni, in particolare per via dell’incremento del numero di lavoratori stranieri, e non hanno subito l’impatto della pandemia da Covid-19. Nel 2023 però si è verificato un calo, seppur di lieve entità (-0,4%). Gli importi maggiori vengono inviati dalle nazionalità di immigrazione più recente e in particolare dai paesi dell’Asia meridionale, primo tra tutti il Bangladesh (una tendenza ormai consolidata da diversi anni).

Le rimesse in Italia nel 2023

Negli ultimi anni i flussi di denaro dai paesi a più elevato tasso di sviluppo verso gli stati di provenienza dei lavoratori immigrati sono cresciuti, per via dell’aumento della mobilità internazionale. Continuano invece a essere basse le rimesse in entrata: in Italia è dagli anni ’90 che queste sono inferiori a quelle in uscita (circa 10 volte inferiori, anche se il dato costituisce verosimilmente una sottostima). Negli ultimi anni il saldo tra le rimesse in uscita dal nostro paese e quelle in entrata è stato sempre negativo aggirandosi in media attorno ai 5 miliardi di euro.

All’ultimo aggiornamento Eurostat del 2022, risultava che una quota pari allo 0,4% del Pil italiano usciva dal paese in questo modo. Una percentuale inferiore a quella registrata da diversi altri stati membri come Cipro (con -0,9%), Spagna e Malta (-0,6%) e Francia e Grecia (-0,5%).

8,18 miliardi di euro le rimesse in uscita dall’Italia nel 2023.

I dati si riferiscono alle rimesse in uscita dei lavoratori stranieri (di tutte le nazionalità) in Italia. Essi comprendono esclusivamente le transazioni transfrontaliere tra due persone fisiche effettuate tramite un istituto di pagamento o altro intermediario autorizzato, senza transitare su conti di pagamento intestati all’ordinante o al beneficiario (regolamento in denaro contante).

FONTE: elaborazione openpolis su dati banca d’Italia
(consultati: giovedì 2 Maggio 2024)

Dal 2016 le rimesse verso l’estero sono andate progressivamente aumentando (anche se avevano raggiunto precedentemente un picco, che le aveva portate sopra i 7 miliardi nel 2011), passando da circa 5 miliardi di euro prima del 2016 a oltre 8 miliardi a partire dal 2022. Nel 2023 per la prima volta in quasi un decennio si è verificato un calo rispetto all’anno precedente, seppur lieve: -0,4%.

I flussi maggiori sono diretti verso l’Asia meridionale

Le rimesse sono delle risorse di importanza inestimabile. Da oltre un decennio infatti hanno superato l’importo dell’aiuto pubblico allo sviluppo (oramai sono tre volte tanto).

Non è un caso che abbiano un’entità maggiore tra le popolazioni provenienti dagli stati più poveri e non necessariamente tra i gruppi di stranieri più numerosi. In Italia sono in particolare i paesi dell’Asia meridionale a registrare i flussi più consistenti, primo tra tutti il Bangladesh. In termini di persone regolarmente residenti, quest’ultimo è soltanto il sesto paese più rappresentato in Italia e uno dei principali per immigrazione recente.

14,3% delle rimesse in uscita dall’Italia vanno in Bangladesh (2023).

I dati si riferiscono alle prime dieci nazionalità per importo delle rimesse verso l’estero in Italia nel 2023. Le rimesse dei lavoratori verso l’estero comprendono esclusivamente le transazioni transfrontaliere tra due persone fisiche effettuate tramite un istituto di pagamento o altro intermediario autorizzato, senza transitare su conti di pagamento intestati all’ordinante o al beneficiario (regolamento in denaro contante).

FONTE: elaborazione openpolis su dati banca d’Italia
(consultati: giovedì 2 Maggio 2024)

I lavoratori bangladesi in Italia hanno inviato oltre un miliardo di euro nel proprio paese, comunque con un calo rispetto al dato del 2022 (-2,6%). Seguono per importo il Pakistan, le Filippine e il Marocco con valori oltre il mezzo miliardo.

Tuttavia, tra queste 10 nazionalità, è la Georgia ad aver registrato il maggior aumento rispetto al periodo pre-Covid (2019), passando da meno di 200 a 458 milioni di euro. Negativo invece l’andamento della Romania (-26,8%, nello stesso periodo) e del Senegal (-10,6%). Per quanto riguarda le nazionalità che non rientrano tra le prime 10, è notevole il caso della Lituania, passata da meno di un milione in rimesse nel 2019 a quasi 13 milioni nel 2023 (un incremento superiore al 1000%).

Foto: Alistair MacRobertlicenza

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