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Valter VELTRONI in data 29 settembre 2008
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Paolo GUZZANTI in data 29 settembre 2008
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Leoluca ORLANDO in data 29 settembre 2008
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Silvio BERLUSCONI in data 29 settembre 2008
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» Testamento biologico: la necessità di fare una battaglia per la libertà.
Donatella PORETTI in data 26 settembre 2008
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Altero MATTEOLI in data 26 settembre 2008
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Valter VELTRONI in data 26 settembre 2008
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» “Cooperazione allo sviluppo: i tagli del Governo azzerano la credibilità internazionale dell’Italia”
Federica MOGHERINI REBESANI in data 24 settembre 2008
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» Il Pd è in ripresa, siamo al 30%.
Valter VELTRONI in data 23 settembre 2008
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» Caccia: domani l’apertura ufficiale e generalizzata. fra pre-aperture e regali alle lobbies venatorie la caccia alla biodiversità è già in corso da mesi.
Elisabetta ZAMPARUTTI in data 20 settembre 2008
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Claudio FAVA in data 20 settembre 2008
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» «Addio Pd. In questo partito conta solo chi è protetto dalla nomenklatura».
Paolino D'ANNA in data 17 settembre 2008
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» Per liberare Viale Mazzini dalla politica bisogna privatizzare.
Marco BELTRANDI in data 17 settembre 2008
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» "Serve un federalismo comunale"
Paolo GIARETTA in data 15 settembre 2008
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» "La destra rovina l'Italia".
Valter VELTRONI in data 15 settembre 2008
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» La scuola nazionale invernale del PD si farà in Veneto.
Paolo GIARETTA in data 14 settembre 2008
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Valter VELTRONI in data 14 settembre 2008
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» Statuto Regionale e Autonomie. «Provincia abbandonata in un vicolo cieco»
Giovanni GALLO in data 11 settembre 2008
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» Federalismo. Calderoli prevede che serviranno 10 anni : «Una presa in giro».
Paolo GIARETTA in data 10 settembre 2008
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» La magistratura veneta chiede un prestito personale ai Comuni. «È L'EFFETTO DRAMMATICO DEI TAGLI DEL GOVERNO»
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» Giulio Guerri scrive a Veltroni: "La democrazia e lo Stalinismo"
Giulio GUERRI in data 10 settembre 2008
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» «Ora nel Pd ci vuole collegialità» - INTERVISTA
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» «Via libera al maestro unico. Federalismo? O così o secessione» - INTERVISTA
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» Rapina in villa, i deputati del PD "interrogano" Maroni.
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» Quote di immigrati nelle classi: «La scuola non deve essere un terreno di discriminazione»
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«Ora nel Pd ci vuole collegialità» - INTERVISTA
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(09 settembre 2008) - fonte: Il Messaggero - inserita il 09 settembre 2008 da 31
«Walter ha fatto bene a Firenze, ma il modello berlusconiano da noi non funziona»«Ho visto a Firenze un Pd rinfrancato. E ho percepito di nuovo quella sintonia con la nostra gente che si sentiva in campagna elettorale. Ecco, da qui possiamo ripartire. La botta è stata pesante e ci abbiamo messo tempo ad elaborare il lutto. Anche per Veltroni è stata dura: qualcuno dubitava persino che avesse intenzione di proseguire. Ma la leadership c’è». Rosy Bindi non la chiama «tregua», però il suo giudizio positivo sulle conclusioni della Festa fiorentina muove proprio dalla convinzione che sia possibile un nuovo patto tra Veltroni, il grosso del gruppo dirigente e il partito che sta aprendo le iscrizioni. «La polemica di queste settimane ha toccato punte laceranti. Alcune critiche potevano essere evitate. Ma restiamo un partito plurale. E mi aspetto che il segretario voglia tenere il timone in modo autorevole e senza mortificare il pluralismo interno. Altrimenti perché ci chiamiamo democratici?»
In un partito democratico però anche la leadership può essere messa in discussione.
«Ma che senso avrebbe una resa dei conti tra leader in nuove primarie? Invece di uscire dal modello berlusconiano di partito ne resteremmo prigionieri. Dobbiamo ripartire da Veltroni, da noi tutti, dai cittadini delle primarie a cui stiamo chiedendo di prendere la tessera. A Firenze non abbiamo risolto tutti i nostri problemi. Ma sappiamo che per costruire un alternativa alla destra ci vuole una maratona, non una gara dei 100 metri».
È la sua risposta a Parisi?
«Parisi ha deciso di esprimere una critica estrema. Non la condivido, però nel partito c’è. A Parisi purtroppo si può solo rispondere con un sì o con un no. Comunque, l’esigenza di una maggiore collegialità nel partito resta».
Cosa vuol dire collegialità? Come tenere insieme le critiche quando hanno un segno opposto?
«Non entro negli organigrammi, ma bisogna trovare il modo per rispondere positivamente alla domanda di collegialità. C’è l’esigenza di affinare la nostra opposizione, elaborare un progetto culturale e politico chiaro e condiviso. Non basta dire che Di Pietro sbaglia: dobbiamo essere capaci di costruire un’alternativa programmatica forte al governo di destra. Per questo bisogna innovare, preparare una classe dirigente più giovane, ma coinvolgere nell’impresa tutte le personalità più autorevoli è un atto di saggezza».
Lei condivide la prospettiva di un’alleanza con l’Udc?
«Il Pd dovrà sperimentare alle prossime amministrative diversi modelli di alleanze, ferma restando la coerenza dei programmi. Non avrebbe senso però guardare solo nella direzione dell’Udc. Sarebbe uno snaturamento del Pd. Non condivido l’insistenza di Enrico Letta su questo punto. E non comprendo neppure la strategia di Rutelli, che combina i segnali all’Udc con posizioni teo-dem non compatibili con la cultura cattolica-democratica. Su questo il Pd deve dire una parola chiara, e anche sul giornale Europa che lo supporta».
Anche la ferita di Prodi è ancora viva. E le recenti intercettazioni hanno aggravato la piaga.
«Ero contraria, allora, all’elezione diretta del segretario del Pd. Era chiaro che il dualismo Veltroni-Prodi non avrebbe fatto bene al governo. Ho sempre detto che il discorso del Lingotto si presentava in alternativa al programma di governo. E avrei voluto che Prodi fosse ancora presidente del Pd. Resterà il dissenso sul passato. Ma bisogna guardare al futuro. E su un punto le parole di Prodi sono irrinunciabili: il Pd deve essere il compimento dell’Ulivo. Deve avere un carattere aperto, inclusivo, ma al tempo stesso deve costruire una unità programmatica andando oltre le vecchie identità. Altrimenti avrà la meglio chi immagina il Pd come la semplice somma dei Ds e della Margherita, o peggio come l’ultima evoluzione della sinistra italiana».
Fonte: Il Messaggero | vai alla pagina » Segnala errori / abusi