Rassegna stampa

Le province esistono ancora. Hanno organi politici, apparati amministrativi e gestiscono risorse in settori strategici. Eppure sono totalmente assenti dal dibattito pubblico, come se i numerosi interventi normativi dell’ultimo decennio avessero portato davvero alla loro eliminazione.

Com'è stato ampiamente raccontato dai media, dall'inizio della crisi sono stati creati molti comitati, task force e unità di crisi. Strutture che spesso hanno agito nell'oscurità, sia perché non era ben chiaro quali fossero i loro poteri, sia per la poca trasparenza sul loro operato.

Abbiamo censito oltre 1.400 incarichi di persone che stanno gestendo la crisi. Un lavoro che ci ha permesso di analizzare le dinamiche del potere tra cui la questione di genere. I dati parlano chiaro: più ci si avvicina ai ruoli chiave, più la forbice tra uomini e donne aumenta.

Poche le donne che ricoprono il ruolo di assessore regionale alla sanità e alla protezione civile, ancora di meno quelle che guidano le aziende sanitarie o ospedaliere sparse nel paese.

La gestione della pandemia sta passando per le mani di numerose istituzioni. Una mappa molto complessa da ricostruire in cui ogni giorno vengono prese decisioni importanti: sia legislative che amministrative.

La gestione dell’emergenza Coronavirus ha fatto riemergere uno dei mali cronici del nostro paese: la mancanza di parità di genere. Più ci si avvicina agli incarichi di maggior rilievo, più la parità di genere sembra un’utopia.

Inizia ora una nuova fase della crisi, in cui sarà maggiore il ruolo di camera e senato. Con la riapertura dei lavori maggioranza e opposizione possono finalmente inserirsi nelle dinamiche di potere durante questo stato di emergenza.

In un'intervista il presidente di openpolis racconta la realtà della nostra fondazione e come ogni giorno utilizziamo i dati per raccontare storie e svolgere inchieste giornalistiche di interesse pubblico per innescare processi di mobilitazione civica.

Sin dai primi giorni della crisi la gestione politica della pandemia è stata caratterizzata da due movimenti: da un lato una decentralizzazione della catena di comando, verso le regioni, dall’altro un’esternalizzazione delle decisioni, con il coinvolgimento di personalità tecniche.

La compressione del diritto di accesso alle informazioni fa sempre leva sullo stesso argomento. E cioè che, durante eventi eccezionali, una gestione trasparente sia solo una perdita di tempo che ostacola la possibilità di agire e di raggiungere risultati in tempi brevi.