Cosa sono la legge europea e la legge di delegazione europea

Sono le due norme con cui l’Italia adegua la legislazione nazionale alla legislazione Ue.

Definizione

La legge europea e la legge di delegazione europea sono due strumenti con cui l’ordinamento italiano recepisce e si adegua alle norme dell’Unione europea. Nella loro formulazione attuale, questi provvedimenti sono stati introdotti dalla legge 234/2012.

La prima contiene norme volte a modificare o abrogare leggi statali in contrasto con l’ordinamento Ue. In particolare, la legge europea agisce sulle norme italiane che sono oggetto di procedure di infrazione o di sentenze della corte di giustizia europea. Inoltre, può disporre la piena applicazione di atti legislativi comunitari e di trattati internazionali conclusi dall’unione. Può contenere infine l’esercizio da parte del governo dei poteri sostitutivi nei confronti di quelle regioni che non adempiono all’attuazione delle norme comunitarie nelle materie di loro competenza.

La legge di delegazione europea invece serve a inserire nel nostro ordinamento norme attuative delle nuove direttive Ue o di altri atti legislativi o non. Questa norma in particolare può prevedere: 

  • deleghe legislative volte esclusivamente al recepimento delle direttive europee e delle decisioni quadro;
  • deleghe volte a modificare o abrogare leggi statali vigenti, limitatamente a quanto indispensabile per garantire la conformità dell’ordinamento nazionale ai pareri motivati invitati dalla commissione europea o a sentenze di condanna per inadempimento emesse dalla corte di giustizia dell’Ue;
  • disposizioni che autorizzano il governo a recepire direttive europee per mezzo di regolamenti;
  • deleghe per la definizione di sanzioni derivanti da violazioni di atti normativi europei;
  • deleghe volte a dare attuazione alle parti non immediatamente applicabili contenute nei regolamenti europei;
  • disposizioni che individuano i principi fondamentali in base ai quali le regioni esercitano la propria competenza normativa per recepire e applicare gli atti Ue;
  • disposizioni che autorizzano il governo a emanare testi unici per il riordino e l’armonizzazione di normative di settore;
  • delega per l’integrazione o correzione di decreti legislativi già vigenti.

È il governo a dover presentare in parlamento i disegni di legge per entrambe le misure. Quello relativo alla legge di delegazione europea deve essere presentato entro il 28 febbraio di ogni anno. Nel caso in cui sorgessero nuove esigenze, l’esecutivo ha la possibilità di proporne un secondo entro il 31 luglio. Riguardo la presentazione del disegno di legge europea non è invece previsto alcun termine.

Dati

Dalla loro introduzione nel 2012 sono state approvate 8 leggi europee e 9 leggi di delegazione europea. Grazie alle informazioni messe a disposizione dal dipartimento per le politiche europee è possibile avere un quadro più o meno esaustivo dell’impatto che questo tipo di norme ha avuto sull’ordinamento italiano.

Per quanto riguarda le leggi europee le misure adottate sono servite per affrontare 79 procedure di infrazione o per evitare che proseguisse l’iter legato a 71 procedure di pre-infrazone nell’ambito delle cosiddetta procedura “Eu-pilot”.

FONTE: elaborazione openpolis su dati dipartimento per le politiche europee
(consultati: mercoledì 28 Giugno 2023)

Relativamente alla legge di delegazione europea invece le informazioni consentono di sapere quante direttive e regolamenti europei sono stati recepiti dal 2013 a oggi. Parliamo in totale di 310 norme comunitarie.

Le direttive recepite sono state in totale 250. Il numero maggiore si concentra nei primi anni di introduzione della legge di delegazione europea. Tra il 2013 e il 2014 infatti gli atti Ue recepiti sono stati 116. In base alle informazioni disponibili invece i regolamenti assimilati sono 60.

Analisi

Gli stati membri dell’Ue devono adeguare la propria legislazione nazionale a quella comunitaria, attraverso un processo costante nel tempo. L’introduzione di questi 2 nuovi atti normativi nel 2012 ha agito positivamente in questo senso, rendendo il processo più veloce e, in una certa misura, più efficace.

In particolare, dal 2014 i governi hanno iniziato a presentare i due disegni di legge nello stesso momento ma in rami diversi del parlamento: uno alla camera e l’altro al senato. Questo ha determinato un allineamento quasi totale dei tempi di esame e di approvazione, accelerando il processo.

Nel 2023 i contenuti della legge europea sono stati introdotti con un decreto legge.

Le modalità di gestione di questi due atti da parte del governo Meloni nel 2023 sono state un po’ particolari. I contenuti di quella che avrebbe dovuto essere la legge europea infatti sono stati inseriti all’interno del decreto legge 69/2023. La giustificazione di questa scelta è l’urgenza di evitare l’apertura di nuove procedure di infrazione a carico dell’Italia. Ciò però ha contribuito a rendere il quadro normativo più confuso e meno facile da ricostruire.

Il testo di questa norma in particolare si compone di 27 articoli volti ad agevolare la chiusura di 8 procedure di infrazione e altrettanti casi di pre-infrazione. Inoltre con lo stesso atto si adegua l’ordinamento nazionale a 9 regolamenti e una direttiva.

Per quanto riguarda le procedure di infrazione in particolare è interessante rilevare che 3 di queste fanno riferimento alla qualità dell’aria. La 2014/2147 riguarda il superamento dei valori limite per il Pm10. La 2015/2043 riguarda il superamento dei valori di biossido di azoto. Infine la 2020/2299 riguarda i valori limite per il Pm2,5.

 

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