Che cos’è l’Anac, autorità nazionale anticorruzione

È un’autorità amministrativa indipendente il cui compito è quello di prevenire fenomeni corruttivi nell’ambito delle amministrazioni pubbliche e degli appalti

Definizione

L’autorità nazionale anticorruzione (Anac) è un’autorità amministrativa indipendente il cui compito è quello di prevenire fenomeni corruttivi nell’ambito delle pubbliche amministrazioni (pa) e delle società partecipate e controllate. L’authority svolge il suo compito attraverso un’attività di vigilanza nell’ambito dei contratti pubblici, degli incarichi e comunque in ogni settore della pubblica amministrazione potenzialmente esposto a corruzione.

Il presidente di Anac è nominato su proposta del ministro per la pa, di concerto con quelli dell’interno e della giustizia.

In base all’articolo 13 comma 3 del Dl 150/2009 (come modificato dal Dl 101/2013) l’autorità è guidata da un organo collegiale composto da un presidente e 4 componenti. Essi devono possedere una comprovata esperienza in ambito di contrasto alla corruzione e non possono essere scelti tra chi riveste incarichi pubblici elettivi o all’interno di partiti e sindacati. I membri del collegio sono nominati con decreto del presidente della repubblica, su deliberazione del consiglio dei ministri, previo parere favorevole dei 2/3 dei componenti le commissioni parlamentari competenti. Il collegio rimane in carica per 6 anni e i suoi membri non possono essere confermati.

Come altre authorities, l’Anac ha la facoltà di emanare linee guida e regolamenti, fare segnalazioni a governo e parlamento, esprimere pareri sulle normative ed erogare sanzioni. Vai a "Quante sono le autorità amministrative indipendenti"

Dati

Da quando è stata istituita, l’Anac è diventata il perno intorno a cui ruota gran parte dell’azione di contrasto alla corruzione. Basti pensare che, tra il 2015 e il 2019, la sua attività ha comportato la pubblicazione di migliaia di atti. Quello più adottato è la delibera (2.896 in 5 anni), seguono i pareri di pre-contenzioso (2.209), i pareri sulle normative (1.062) e gli atti del presidente (253). In questo periodo di tempo sono state 338 le delibere che hanno comminato sanzioni economiche.

Il grafico non è esaustivo dell’intera attività dell’Anac. Sono stati presi in considerazione soltanto alcuni tra gli atti più significativi.
Anac non pubblica tutti gli atti adottati per motivi legati alla privacy dei soggetti coinvolti nelle sue decisioni. Il grafico rappresenta i dati messi a disposizione nelle relazioni annuali che l’ente rende in parlamento e sul sito internet.
Negli “Atti del presidente” rientrano i comunicati e l’adozione di misure straordinarie in base all’articolo 32 del Dl 90/2014.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Anac
(ultimo aggiornamento: venerdì 18 Settembre 2020)

Analisi

Nata nel 2009 come Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche (Civit), l’autorità è stata riformata più volte da una serie di norme che ne hanno progressivamente ampliato i poteri.

Il fatto che i vertici siano nominati dalla politica fa sorgere dubbi sulle reale indipendenza di Anac.

In particolare, dapprima il Dl 101/2013 e, successivamente, il 90/2014 ne hanno ridisegnato la fisionomia. Questi decreti, infatti, hanno trasferito su di essa le competenze (e le risorse) in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza in precedenza svolte dal dipartimento della funzione pubblica, nonché dell’ex autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. I poteri dell’autorità si sono, poi, ulteriormente arricchiti per effetto del Dl 50/2016 per quanto riguarda i contratti pubblici e del 97/2016 per la trasparenza.

Nonostante questo progressivo incremento di poteri, non mancano però le criticità. In particolare, specie negli ultimi anni, l'attività di contrasto alla corruzione è stata vista più come un ostacolo al rapido svolgimento delle opere pubbliche che come una tutela contro il malaffare.

L'Anac è chiamata a svolgere il suo ruolo evitando di aggravare i procedimenti con ricadute negative per cittadini e imprese.

Una convinzione abbracciata anche dal governo Conte I che, con l'obiettivo di velocizzare le procedure, adottò il decreto sblocca cantieri. Questa norma prevedeva significativi allentamenti nei vincoli di trasparenza sugli appalti pubblici (circa un mese dopo, l'allora presidente di Anac Raffaele Cantone si è dimesso).

L'idea che le norme sulla trasparenza siano più una perdita di tempo che una garanzia si è stata confermata anche durante l'emergenza legata al coronavirus. Una problematica segnalata anche dall'ex presidente facente funzioni dell'autorità, Francesco Merloni.

I noti vincoli di spesa cui è sottoposta la Pa inducono molti a giudicare la normativa anticorruzione come un inutile aggravio. (...) Abbassare la guardia e alimentare la percezione generale che il problema della corruzione non sia poi così rilevante, soprattutto in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo, sarebbe un grave errore e un arretramento rispetto agli importanti passi avanti compiuti.

PROSSIMO POST