In oltre la metà dei casi i Msna possono aspettare anche 2 mesi o più prima di iniziare la scuola

L’avvio di un percorso scolastico di qualità rappresenta uno degli elementi fondamentali per avviare un percorso di inclusione sociale. Tuttavia questo non sempre avviene. Ciò è in parte dovuto alle aspettative dei minori specie quelli più vicini alla maggiore età, il cui obiettivo principale è quello di iniziare un’attività lavorativa. Ma anche nei casi in cui ci sia la volontà del minore di frequentare la scuola l’avvio del percorso non è immediato. In base a un sondaggio effettuato nel maggio del 2024 è emerso che il 27% degli intervistati ha dovuto attendere oltre 5 mesi prima di potersi iscrivere a scuola. Un altro 14% di intervistati ha invece affermato di essere ancora in attesa di poter iniziare il proprio percorso scolastico mentre nel 25% dei casi il periodo di attesa per l’inserimento scolastico è stato compreso tra i 2 e i 5 mesi. Per un altro 25% del campione invece l’attesa è stata inferiore ai 2 mesi. Tra le motivazioni principali di questa attesa, evidenziata dai minori ma segnalata anche in un report del Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen vi sono da un lato le lungaggini burocratiche necessarie per l’ottenimento di tutta la documentazione necessaria ma anche il fatto che gli istituti scolastici non hanno effettivamente posto per accogliere altri bambini e ragazzi, soprattutto ad anno scolastico iniziato. Questo comporta un altro elemento di criticità, ovvero il fatto che nella maggior parte dei casi gli Msna non vengono inseriti nel contesto scolastico insieme ai coetanei. Secondo il rapporto sulla rete Sai del ministero dell’interno e dell’Anci infatti, l’inserimento scolastico dei MSNA con coetanei avviene raramente (44%) e non addirittura mai (28%). La difficoltà di inserire i ragazzi in classi corrispondenti alla loro età è un altro elemento che può contribuire alla mancata integrazione dei minori stranieri. 

La piattaforma U-Report On The Move, lanciata dall’Unicef nel 2017 in Italia, si propone come uno strumento per dare voce ai Msna, raccogliendo le loro esperienze e permettendo loro di partecipare attivamente alle discussioni su questioni che le riguardano. Al sondaggio ha risposto un campione di 439 Msna.