L’Italia fatica ad accrescere le risorse per i paesi a più basso tasso di sviluppo

Le risorse destinate dall'Italia ai least developed countries (Ldcs) in rapporto al reddito nazionale lordo tra 2013 e 2022

Nel 2021 le risorse dell’Aps italiano destinate ai paesi a più basso livello di sviluppo (Ldcs) ha raggiunto il suo apice, toccando lo 0,08% del reddito nazionale lordo (Rnl). Un dato che ha fatto seguito a una fase di sostanziale stagnazione, in particolare tra 2017 e 2020, quando il rapporto è rimasto fermo allo 0,06% per quattro anni. Poi nel 2022 si assiste a un calo considerevole che tuttavia non appare del tutto inaspettato. Infatti l’Aps italiano del 2021 includeva una consistente azione di riduzione del debito nei confronti della Somalia. Un’operazione una tantum verso un paese Ldcs che dunque ha portato a una crescita solo episodica di questo indicatore. Al contempo però bisogna rilevare come le risorse italiane per gli Ldcs siano tornate ai livelli del 2016, faticosamente superati dall’Italia negli anni successivi. Complessivamente è evidente che l’Italia fatica ad accrescere in maniera strutturale la quota delle proprie risorse destinata a questi paesi.

I dati si riferiscono alla quota di reddito nazionale lordo (Rnl) destinato dall’Italia ai paesi a più basso livello di sviluppo (Ldcs) e include sia le risorse geograficamente allocabili del canale bilaterale, sia quelle imputabili del canale multilaterale.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(consultati: lunedì 5 Febbraio 2024)

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