La rete 5g in Europa e in Italia Innovazione

Promossa sia a livello europeo che nazionale, la copertura della rete mobile di ultima generazione si sta progressivamente espandendo. L’Italia sta facendo passi avanti in questo senso, ma ancora una quota ridotta della popolazione, soprattutto rurale, risulta coperta.

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Il 5g (acronimo di 5th generation) è la quinta generazione della telefonia mobile. Rispetto alle reti precedenti, è caratterizzata da una maggiore velocità di trasmissione dei dati con, allo stesso tempo, una significativa riduzione del consumo di energia.

Si tratta di una tecnologia che, secondo il ministero dello sviluppo economico (Mise), ha grandi potenzialità per lo sviluppo di servizi ai cittadini e alle imprese, capace di rendere i sistemi di comunicazione più efficienti non solo a livello di velocità ma anche come affidabilità, continuità, sicurezza e qualità dei servizi in questione.

L’Italia come gli altri paesi Ue sta incrementando la diffusione di questa tecnologia, ma a oggi una quota ancora ridotta della popolazione risulta coperta, con forti disparità tra le città e le campagne.

La promozione del 5g in Ue e in Italia

La connessione di quinta generazione, oltre alla maggiore velocità, efficienza e capacità di risparmio energetico, ha una serie di caratteristiche peculiari che la rendono particolarmente vantaggiosa nel settore dei servizi. Ad esempio il suo basso tempo di latenza e la sua capacità di connettere numeri molto elevati di dispositivi in uno stesso momento.

Questo la rende indicata per lo sviluppo, tra gli altri, di trasporti e turismo, ma anche in ambiti come la sanità. All’interno della cosiddetta telemedicina infatti, questo tipo di connessione può contribuire a servizi innovativi come la diagnostica a distanza e la robotica ospedaliera.

Il 5g rientra negli obiettivi fissati per il 2030 dallo Eu digital decade.

Negli ultimi 5 anni, l’Unione europea ne ha facilitato l’introduzione nei paesi membri. Il 5g action plan ad esempio, introdotto nel 2016, promuove lo sviluppo di infrastrutture di questo tipo e gli investimenti pubblici e privati nel settore. A marzo 2021 la commissione europea ha poi incluso la rete di ultima generazione tra gli obiettivi fondamentali fissati in vista della trasformazione digitale entro il 2030, un programma conosciuto come il decennio digitale europeo (Eu digital decade).

Lo stesso è avvenuto anche a livello nazionale. In Italia, il decreto ministeriale del 26 marzo 2019 ha approvato il programma di supporto tecnologie emergenti nell’ambito del 5g, il cui scopo è quello di promuovere le iniziative di sperimentazione e applicazione delle reti di nuova generazione. Rientrano in questa categoria anche tecnologie quali blockchain, intelligenza artificiale e internet delle cose, ovvero l’interconnessione tra oggetti intelligenti, capaci di comunicare dati su se stessi.

L’implementazione della rete 5g negli stati Ue

Nel quarto trimestre del 2021 la rete di quinta generazione risulta implementata, a livello commerciale, in 25 dei 27 stati membri dell’Ue (fanno eccezione in questo senso il Portogallo e la Lituania).

Attualmente esistono tre diversi sistemi di connessione di questo tipo, legati a tre diverse bande di frequenza. Quella di frequenza inferiore è pari a 700 Mhz, mentre le altre si attestano rispettivamente su 3,6 e 26 Ghz. Nonostante gli sforzi di armonizzazione portati avanti dall’Ue però sussistono ancora delle differenze tra le varie nazioni.

7 su 27 i paesi Ue in cui sono disponibili tutte e 3 le bande di frequenza del 5g, secondo lo European 5g observatory.

È importante sottolineare che l’assegnazione non comporta un effettivo utilizzo della banda, perché, soprattutto per le frequenze più elevate, ancora non sono attive le tecnologie che a livello commerciale potrebbero sfruttarla.

Tutte queste bande di frequenza fanno comunque parte dello spettro elettromagnetico cosiddetto “a radiofrequenza“, già usato nell’ambito delle telecomunicazioni.

I dati sono riferiti al terzo quadrimestre del 2021 e sono stati raccolti dallo European 5g observatory sulla base di ricerche del consorzio stesso e dei comunicati e rapporti delle autorità nazionali.

FONTE: elaborazione openpolis su dati European 5g observatory
(ultimo aggiornamento: giovedì 9 Dicembre 2021)

In Italia, Germania, Danimarca, Finlandia, Slovenia, Croazia e Grecia sono disponibili tutte e tre le bande di frequenza. In altri 7 stati sono invece disponibili solo le due inferiori (700 Mhz e 3,6 Ghz). Mentre in 3 paesi esiste solo la banda di frequenza da 3,6 Ghz e in 6 non ne è ancora stata assegnata nessuna.

In generale, la banda di 3,6 Ghz risulta quella più ampiamente assegnata, in 19 dei 27 stati Ue. Seguita da quella di frequenza inferiore (700 Mhz), a oggi disponibile in 17 nazioni europee.

L'omogeneizzazione della frequenza rimane comunque un obiettivo importante, per assicurare il funzionamento della rete mobile attraverso i confini dei vari paesi e garantire una comunicazione digitale di ultima generazione attraverso l'Unione e non soltanto all'interno dei singoli paesi membri.

L'accesso della popolazione alla rete

Oltre alla capacità degli stati di comunicare tra loro attraverso i confini, un altro aspetto importante dell'implementazione della connessione di quinta generazione è la sua capacità di raggiungere la popolazione.

La capacità di raggiungere la popolazione dipende largamente dalla conformazione del paese.

Da questo punto di vista ci sono ancora significative differenze tra i vari paesi Ue. Queste differenze sono in gran parte dovute alle diverse conformazioni geografiche dei paesi in questione. Le altitudini e le irregolarità, in maniera particolare, rendono difficile garantire una copertura estesa.

I 12 paesi Ue dove la popolazione non ha accesso al 5g sono Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovacchia e Slovenia.

FONTE: elaborazione openpolis su dati European 5g observatory
(ultimo aggiornamento: giovedì 9 Dicembre 2021)

Le quote più elevate in questo senso si registrano nei paesi dell'Europa settentrionale, in particolare in Danimarca, Germania e Paesi Bassi, dove l'80% della popolazione risulta raggiunta dalla connessione di ultima generazione.

12 i paesi Ue la cui popolazione ancora non è raggiunta dalla rete di ultima generazione.

In Danimarca, in particolare, è elevata anche la quota di popolazione rurale coperta, pari al 75%. Nei Paesi Bassi, questa cifra scende invece al 29%, ma in molti paesi Ue è pari a 0.

È il caso anche dell'Italia, dove l'8,1% della popolazione totale è coperta dalla rete, anche considerata la conformazione collinare e montuosa della penisola. Una quota che scende a 0 nelle campagne. Questo evidenzia un elemento di forte disparità riguardo l'implementazione del 5g. Si è trattato infatti di una tecnologia che è stata introdotta prevalentemente nei centri urbani.

1.180 le aree urbane coperte dalla rete di ultima generazione in Italia nel 2021.

In parte, la ragione è che la cella 5g ha una copertura limitata rispetto a quella delle reti precedenti come il 4g, che la rende più adatta agli spazi più ristretti e quindi ai centri urbani rispetto alle zone più ampie come quelle rurali, che per essere coperte necessiteranno di un numero molto più elevato di antenne.

La disparità di accesso alla rete tra centri urbani e campagne era comunque già un problema delle reti precedenti, nonostante i notevoli passi avanti fatti negli ultimi anni. Secondo i dati Eurostat, laddove l'88% della popolazione residente in città in Italia aveva accesso a internet nel 2019, questo era infatti vero per l'82% della popolazione rurale.

 

Foto credit: Michael Förtsch - licenza

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