La crescita delle ecoindustrie Innovazione

Continua lo sviluppo delle aziende che si occupano di tutela ambientale e gestione delle risorse naturali. Tra 2014 e 2018 è aumentata anche l’occupazione all’interno di questo settore, mentre il suo contributo all’economia nazionale è rimasto stabile.

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Una delle priorità di politica industriale dell’Unione europea è quella di incentivare la nascita e la crescita delle ecoindustrie, orientate alla protezione dell’ambiente e alla transizione ecologica.

Come è avvenuto nella maggior parte degli altri paesi Ue, in Italia questo settore ha registrato uno sviluppo negli ultimi anni, contribuendo al Pil nazionale e creando inoltre migliaia di nuovi posti di lavoro.

Cosa sono le ecoindustrie

Con “ecoindustrie” si intende quella parte dell’economia coinvolta in una serie di attività che hanno come fine comune la tutela dell’ambiente. Non si tratta necessariamente di imprese specificamente dedicate al settore ecologico, bensì di qualsiasi azienda che svolga attività di questo tipo, anche indirettamente (come nel caso dell’ecoturismo).

Companies providing goods and services for environmental protection. The term includes the provision of clean technologies, renewable energy, waste recycling, nature and landscape protection, and ecological renovation of urban areas.

Si tratta di un settore molto ampio e internamente articolato. Secondo Istat, le principali attività che ne fanno parte sono quelle di protezione dell’ambiente, tra le quali rientrano tutte le attività di misura, prevenzione, riduzione e riparazione del danno ambientale, e quelle di gestione delle risorse naturali, orientate alla conservazione delle risorse.

Più nello specifico, secondo la classificazione europea (Cepa) rientrano in questo settore attività quali la protezione di aria, clima, suolo, biodiversità e paesaggio, la gestione dei rifiuti, delle acque e di flora e fauna. Ma anche la ricerca e sviluppo e tutte le attività che mirano a ridurre la dipendenza energetica da fonti inquinanti e a favorire invece l’utilizzo di fonti rinnovabili.

In Italia come nel resto d’Europa, non tutte queste attività sono ugualmente floride.

I dati si riferiscono alla produzione market di beni e servizi ambientali (esclusi valore aggiunto e esportazioni) e sono misurati in euro a prezzi correnti. Sono inclusi in questa categoria tutti i beni e servizi con finalità ambientali, che sono individuati considerando congiuntamente l’impatto ambientale effettivo e le caratteristiche tecniche del prodotto, che devono essere idonee a proteggere l’ambiente o a conservare le risorse naturali.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: giovedì 18 Novembre 2021)

La gestione delle risorse energetiche, in particolare, è l'attività con il maggior valore di produzione, seguita dalla gestione dei rifiuti e dalla produzione di energia da fonti rinnovabili.

43,4% del valore di produzione delle ecoindustrie, in Italia, è ricoperto dalle attività di gestione delle risorse energetiche (2018).

Le attività di tutela della biodiversità e di gestione della flora e della fauna sono invece tra le meno sviluppate.

La crescita delle ecoindustrie in Europa e in Italia

Secondo le stime Eurostat, rispetto all'anno precedente nel 2018 le ecoindustrie sono cresciute del 4,4% in Ue, generando un valore aggiunto lordo totale pari a 306,8 miliardi di euro a prezzi correnti e pari a 166,4 miliardi se consideriamo solo la produzione di beni e servizi per il mercato. Quest'ultima ha contribuito, a livello europeo, a un aumento del Pil dell'1,2%.

L'Italia è al di sopra della media Ue per contributo delle ecoindustrie al Pil.

Anche in Italia, negli ultimi anni, le ecoindustrie hanno visto un avanzamento. Nel 2018, hanno generato 80,4 miliardi di euro in produzione, 33,2 miliardi in valore aggiunto e 6 miliardi in beni e servizi esportati. In rapporto al Pil nazionale, il loro contributo è stato pari al 2,1% (al di sopra, quindi, della media Ue). Un dato che però è rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi anni.

I dati sono in euro a prezzi correnti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 15 Novembre 2021)

Nonostante la gestione delle risorse naturali sia l'attività più importante in termini di valore della produzione, ha visto uni sviluppo inferiore (6,6%) rispetto al settore della protezione ambientale, che invece tra il 2014 e il 2018 è cresciuto del 15,6%.

I nuovi posti di lavoro creati dalle ecoindustrie

Secondo i dati Eurostat, in Ue il settore delle ecoindustrie ha creato 90mila nuovi posti di lavoro a tempo pieno nel 2018, per un totale cumulativo di circa 2,4 milioni di posti di lavoro dal 2014. Una crescita che si attesta al 3,9%. Un dato in forte aumento, se consideriamo che parallelamente l'occupazione totale (in tutti i settori) è invece cresciuta solo dell'1,4%.

Anche l'Italia ha visto un andamento simile. Nel nostro paese, dal 2014 al 2018 l'occupazione nel settore delle ecoindustrie è cresciuto del 9,6%, passando da da 390mila a 427,5mila nuove unità di lavoro annuali. Nel 2018, era sotto questo aspetto il terzo paese in Ue.

I dati si riferiscono ai posti lavori a tempo pieno (ottenuti come equivalenza, ovvero come numero di ore totali diviso per il numero di ore lavorate mediamente in un anno) nel settore dei beni e dei servizi ambientali.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: martedì 16 Novembre 2021)

Per numero di nuovi posti di lavoro nel settore delle ecoindustrie, l'Italia nel 2018 era preceduta soltanto da Germania e Francia, con rispettivamente 626,6mila e 562,8mila nuovi posti di lavoro. In parte, questo si spiega anche se consideriamo che questi sono i tre paesi più popolosi dell'Ue.

Stando ai dati Eurostat, in Italia il maggior numero di nuovi posti di lavoro è stato generato nel settore della gestione dei rifiuti, che come abbiamo accennato è il secondo settore ecoindustriale più sviluppato nel nostro paese (130.765 nuovi posti di lavoro). Segue il settore del risparmio e della gestione di calore e energia, il quarto più sviluppato.

 

Foto credit: Raimond Klavins - licenza

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