Il turismo nelle regioni europee Europa

Il turismo ha subito un importante contraccolpo dalla pandemia. Per analizzare il possibile impatto possiamo analizzare i dati Eurostat 2019 per capire come era la situazione del settore turistico prima dell’emergenza sanitaria.

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Lo scoppio della pandemia ha duramente colpito il turismo e soprattutto le località che basavano la loro economia principalmente su questo settore. L’estate tuttavia è il periodo dell’anno in cui alcune perdite invernali, a causa delle misure restrittive, potrebbero essere risanate.

Per analizzare il possibile impatto che la pandemia ha avuto sul turismo, possiamo analizzare gli ultimi dati disponibili che considerano diversi aspetti di questo ambito. In tal modo si può capire quali paesi dell’Ue erano più preparati a livello turistico e quali stavano iniziando a finanziare maggiormente il settore prima dell’emergenza sanitaria.

Le strutture ricettive nei paesi Ue

Uno degli aspetti per analizzare il turismo e come questo venga più o meno valorizzato all’interno di un paese è approfondire l’entità delle strutture predisposte al turismo, come gli hotel, bed and breakfast e i campeggi.

+3% la crescita di strutture ricettive nel 2019 rispetto all’anno precedente nei paesi Ue.

Un aumento di questi servizi potrebbe indicare sia una crescita degli arrivi dei turisti ma anche la volontà dello stato di investire maggiormente nel settore. Seppur in media in Europa si assista a una crescita, questa variazione non avviene in egual modo in tutti i paesi.

Le percentuali rappresentano la variazione delle strutture per vacanze che si è assistita tra il 2019 e il 2018 nei paesi dell’Ue. Sono inclusi hotel, alloggi per vacanze e altri soggiorni di breve durata;, campeggi, aree di sosta per veicoli ricreativi e parcheggi per roulotte. Il dato del 2019 della Slovenia non è disponibili, per tale motivo non copare nel grafico.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Il paese con l’aumento maggiore è il Portogallo pari al +20,66%. Seguono Malta (+15,64%), Slovacchia (+10,79%) e Lettonia (+6,55%).

+1,01% è la crescita di infrastrutture turistiche italiane nel 2019 rispetto al 2018.

Si può notare come la crescita delle strutture ricettive avvenga principalmente in paesi che stanno assistendo a un importante aumento di arrivi. Il Portogallo, per esempio, a seguito della crisi del 2010 ha investito molto sul settore del turismo, trasformando il paese in una delle mete più scelte dagli stranieri e basando buona parte della propria economia su questo settore.

Nel 2017 il Portogallo ha ideato una strategia per il turismo decennale volta a crescere nel settore.

Ci sono, invece, 5 stati membri in cui si riscontra un calo delle strutture vacanziere rispetto all’anno precedente. Tra questi l’Estonia è quello con la diminuzione più importante, pari al -7,23%. Seguono i Paesi Bassi (-3,29%), Ungheria (-3,12%), Repubblica Ceca (-0,46%) e Grecia (-0,24%).

Lussemburgo e Irlanda sono gli unici due paesi in cui non si registra una variazione.

 

Le regioni europee scelte dai turisti

Un altro criterio per analizzare il turismo e il suo cambiamento è il conteggio degli arrivi, ossia il numero di turisti che pernottano almeno una notte in una struttura ricettiva.

Come è emerso dai dati, i paesi europei si comportano in maniera differente rispetto alla media. Quindi, un modo per comprendere meglio le differenze all'interno del settore è analizzando gli arrivi nelle regioni europee. In tal modo si può osservare se all'interno di uno stesso stato Ue ci siano anche situazioni diverse tra le stesse regioni, che non emergono in un'analisi più generale.

592 milioni gli arrivi che sono stati conteggiati in Europa nel 2019.

Gli arrivi vengono conteggiati come il numero di persone che fanno un check-in o comunque risiedono nelle imprese ricettive residenti e non residenti al di fuori del numero di notti che spendono nella struttura.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

La regione francese dell'Ile de France, nel corso di tre anni, ha avuto un aumento di quasi 3 milioni di arrivi.

Nel 2019, nei 27 paesi ue sono arrivate più di 592 milioni di persone. Di queste più di 21mln solo nella regione francese che ospita la capitale. Seguono altre due regioni francesi Rhône-Alpes (13,6mln) e Provence-Alpes-Côte d’Azur (12,2mln) e la regione spagnola dell'Andalusia con quasi 13 milioni di arrivi.

Tra le regioni con i numeri più bassi di turisti ci sono il Liechtenstein (1.781 persone), due regioni spagnole: la Ciudad de Melilla e la Ciudad de Ceuta con rispettivamente 45.013 e 46.268 arrivi.

L'Italia in un solo anno ha contato più di 66 milioni di arrivi, di cui 8,5 mln in Emilia-Romagna e 8mln in Lombardia. La regione italiana meno scelta come meta di vacanze è il Molise con 124.714 persone.

12 mln sono gli arrivi che la regione tedesca che ospita Monaco ha raggiunto nel 2019, tra i valori più alti in Europa e in assoluto il maggiore in Germania.

Confrontando i dati degli arrivi con quelli degli aumenti delle strutture turistiche, si può constatare come i paesi con la crescita maggiore non abbiano ancora avuto un aumento effettivo di arrivi. Tuttavia, se si analizzano i dati sugli arrivi dal 2016 si può notare come l'aumento delle imprese turistiche sia dovuto anche a una maggiore domanda. Infatti, in Portogallo nel corso di tre anni vi è stato un aumento pari a +2,754 milioni arrivi, di cui più di 440mila solo nell'area metropolitana di Lisbona.

Lo stesso si riscontra in Slovacchia, uno dei paesi con la crescita maggiore di hotel, alberghi e altro. Infatti, dal 2016 gli arrivi sono aumentati di +1,3 milioni, raggiungendo quasi 4mln di turisti solo nel 2019.

Photo credit: Markus Spiske - Unsplash

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