A quanto ammontano le importazioni di materie grezze in Europa Europa

Nel 2021 i materiali grezzi erano il bene più importato nell’Unione europea. La dipendenza dall’estero per questi prodotti variava però ampiamente da paese a paese.

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La produzione di un bene è un processo complesso che richiede macchinari e materiali di vario tipo. Di conseguenza, alcune economie si specializzano in alcuni prodotti rispetto ad altri. Per supplire a eventuali mancanze, si sono sviluppate numerose modalità di scambio con l’esterno, attraverso accordi specifici di natura legale e commerciale.

A livello economico, questo ha una chiara rilevanza. La bilancia commerciale, ovvero la differenza tra esportazioni e importazioni, è una parte della ricchezza di uno stato e per questo motivo si inserisce anche all’interno del calcolo del prodotto interno lordo (Pil). Si può misurare sia in valore monetario che in scambi fisici.

La bilancia commerciale fisica

Se la differenza tra import e export misurata in moneta è più o meno stabile, non si può dire lo stesso se viene invece analizzata dal punto di vista dei materiali. Secondo dati Eurostat, nel 2021, l’Unione europea ha introdotto dal resto del mondo 3,6 tonnellate pro capite di beni mentre ne ha esportate 1,6.

Le esportazioni di beni finiti hanno un valore maggiore.

Questa dinamica è dovuta principalmente alla differenza dei prezzi tra beni importati e beni esportati. L’Europa infatti introduce principalmente materiali grezzi che tipicamente hanno un basso valore calcolato al chilogrammo. Al contrario, ciò che viene venduto all’esterno spesso è un bene finito che riporta un valore maggiore calcolato al chilogrammo. È quindi interessante approfondire l’analisi andando a vedere quali erano i materiali più importati nell’Unione europea.

Il dato rappresenta le importazioni e le esportazioni di materie prime in Unione europea. È espresso in tonnellate pro capite.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(consultati: venerdì 3 Marzo 2023)

Nel 2021, il materiale più importato nell’Unione europea nel suo complesso era quello per la produzione di energia da fonti fossili. Si tratta di 2,2 tonnellate pro capite. Andando invece a vedere le esportazioni, erano maggiori quelle delle biomasse (0,5 tonnellate pro capite) e anche in questo caso i materiali per l’energia (0,5). Le importazioni di fonti fossili superavano comunque le esportazioni con un valore più che doppio. Caso contrario invece per le biomasse, unico tipo di materiale per cui l’export era maggiore dell’import.

Per poter effettuare un confronto tra i paesi, è utile considerare la bilancia commerciale fisica, che come abbiamo detto è il saldo tra esportazioni e importazioni. Se questo numero è negativo, significa che l’export supera l’import, se è positivo al contrario ciò che viene introdotto è maggiore rispetto a ciò che viene commerciato oltre i confini. Approfondiamo più nel dettaglio questa dinamica a livello di singoli stati europei.

Il grafico mostra la differenza tra importazioni e esportazioni nei paesi dell’Unione europea. Il dato è espresso in tonnellate pro capite. A valori negativi corrispondono maggiori esportazioni, a valori positivi maggiori importazioni.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(consultati: venerdì 3 Marzo 2023)

Con 21,7 tonnellate a persona, il Lussemburgo era lo stato in cui nel 2021 le importazioni superavano di più le esportazioni. Si trattava di un valore particolarmente alto rispetto a quello di altri paesi. Seguivano Malta (7,6), Belgio (6,1) e Danimarca (5,5). Erano invece quattro i paesi dell’Unione in cui le esportazioni erano maggiori. Si trattava della Bulgaria (-0,1 tonnellate a persona), della Svezia (-0,8), dell’Estonia (-2,2) e della Lettonia (-4,1). In questo scenario, l’Italia assieme alla Germania era l’ottavo paese per differenza import-export. Al pari della Germania riportava 2,7 tonnellate pro capite. Per tutti i paesi, le importazioni sono principalmente composte da materiali non lavorati.

Il consumo delle materie grezze

La necessità di importare questo tipo di beni è chiaramente innescata da una domanda. Eurostat ha cercato di calcolare considerando i consumi domestici e industriali ma le stime sono molto incerte. Si considera il fabbisogno nel suo complesso, compreso di importazioni e esportazioni.

Il consumo di materiali grezzi all’interno dell’Unione europea è in calo. Il picco maggiore è stato registrato tra il 2007 e il 2008, appena prima della crisi economica, che corrisponde a 18 tonnellate pro capite. Nel 2020, questo valore si attestava a 13,7 tonnellate a persona, all’incirca 6,1 miliardi di tonnellate in totale.

Nello stesso anno, tra i materiali più utilizzati vi erano i minerali non metallici. Questo è legato alle attività dell’industria delle costruzioni. L’utilizzo di materiali energetici stava invece vivendo un calo progressivo, con circa 1 punto percentuale di riduzione annuale.

Foto: Billy Freemanlicenza

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