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Se il lupo Marchionne si traveste da agnello
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(20 gennaio 2011) - fonte: micromega-online - inserita il 23 gennaio 2011 da 31
"Il troppo stroppia", così recita un vecchio adagio popolare che vuole significare il fastidio per gli spacconi, per gli sbruffoni, per chi non ha il senso del limite e rispetto per il suo prossimo.Questa espressione ci è tornata in mente leggendo l’intervista che il signor Marchionne ha rilasciato a Repubblica dove, tra le altre cose, ha pensato bene di denunciare l’abilità mediatica della Fiom, anzi il capolavoro che sarebbe stato realizzato ribaltando i reali termini della vertenza. Proprio così, i risultati del referendum sarebbero stati determinati dall’astuzia luciferina delle tute blu che, con la loro maestria, avrebbero condizionato i media e creato il caos.
Dal momento che siamo stati tra i pochissimi, con MicroMega in testa, a sostenere i diritti costituzionali dentro e fuori le fabbriche, ci sarebbe davvero di che montarsi la testa per la conquistata egemonia anche sul terreno della comunicazione.
Non vi è dubbio che la partita sia stata giocata intelligentemente dalla Fiom e dai pochissimi alleati che hanno davvero creduto in questa battaglia di civiltà, ma la rappresentazione di Marchionne, questo è il punto, è davvero di sapore berlusconiano.
Sembra quasi di sentire l’eco delle prole del piccolo Cesare che, mentre invia le sue videocassette alle tv che controlla militarmente, finge di essere oscurato, anzi la vittima del complotto mediatico giudiziario.
Poco importa se il Tg 1 abbia addirittura fatto sparire le notizie, e che le altre reti di sua proprietà siano schierate senza defezione alcuna, quello che conta è far finta di essere le vittime, le pecorelle offerte in pasto ai leoni, Davide che si contrappone a Golia.
In questa poco sacra rappresentazione, Berlusconi e Marchionne, che pure non sono la stessa cosa, si autorappresentano come due proletari che, a mani nude, affrontano una armata forte, invincibile, astuta, capace di condizionare tutto e tutti. Naturalmente le cose non stanno così, anzi non c’è legame alcuno tra i fatti e le loro rappresentazioni.
Marchionne ha visto dalla sua parte quasi tutti i grandi giornali, quasi tutti i tg e le reti, con l’eccezione di alcune nicchie, per rubare l’espressione a Ezio Mauro, che ancora resistono alla Rai, alla Sette, a Sky, per citare le sole reti nazionali. Per il resto da mane a sera è stato spiegato che solo con il sì sarebbero stati salvaguardati gli investimenti e i posti di lavoro.
Non vi è nulla di peggio, anche eticamente, di vedere i potenti travestiti da poveracci, da vittime, questa manomissione delle parole, per rubare il titolo all’ultimo libro di Giancarlo Carofiglio, rischia di essere la premessa per la costruzione di quella repubblica presidenziale, di segno autoritario, a telecomando unificato, tanto cara al piccolo Cesare.
Quello che Marchionne non ha capito è che il capolavoro della Fiom è stato quello di aver intuito che tanta parte della fabbrica si è sentita offesa, umiliata, sottoposta ad un ricatto e per questo in tanti, nel segreto delle urne, hanno deciso di votare no alla intesa e no ai modi, ai toni, agli eccessi che aveva caratterizzato la campagna del sì. Nel paese del bunga bunga contro la Costituzione e contro l’ordinamento democratico si sono spese quintali di parole per indicare le operaie e gli operai di Mirafiori come unici grandi pericoli per il futuro dell’Italia.
"Il troppo stroppia", per l’appunto, e forse Marchionne dovrebbe riflettere non sul capolavoro mediatico di Landini e compagni, ma sul capolavoro etico che è stato realizzato da chi ha respinto la logica della paura e della intimidazione.
Se e quando Berlusconi dovesse tentare di travolgere la dignità nazionale, molti di quegli operai difenderanno l’interesse generale, non metteremmo la mano sul fuoco per alcuni presunti modernizzatori che sui principi e sulla Costituzione sono sempre stati pronti a chiudere un occhio, purchè l’affare fosse appetibile.
Fonte: micromega-online | vai alla pagina » Segnala errori / abusi