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Dichiarazione di Ignazio LA RUSSA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  Difesa (Partito: PdL) 


 

«Pdl, Silvio scherza troppo ma Fini non viva su Marte» - INTERVISTA

  • (19 gennaio 2009) - fonte: Corriere della Sera - Fabrizio Roncone - inserita il 20 gennaio 2009 da 31

    Ministro Ignazio La Russa, Berlusconi ha detto che lei ha qualche problema di comunicazione con Alleanza nazionale.
    «Senta, io m'auguro proprio che Berlusconi scherzasse. In fondo anche voi giornalisti avete serie difficoltà a capire quando scherza o parla sul serio, no?».
    Ai cronisti presenti è sembrato serio.
    «Allora: primo, è fuor di dubbio che dentro An tutto può succedere tranne che io mi tenga le bozze del nuovo statuto del Pdl nel cassetto. Il mio partito è sempre stato puntualmente informato dei colloqui che io ho avuto con gli esponenti di FI... Secondo: l'intervista la facciamo su queste sciocchezze, o andiamo al cuore del problema?». (Ignazio La Russa — ex destra sanbabilina, poi interista, avvocato, deputato di lungo corso, profondo conoscitore della politica italiana e ironico al punto di ridere anche per come lo imita Fiorello — attualmente non è solo il responsabile della Difesa, ma pure il reggente di Alleanza nazionale: vale a dire colui che dovrà traghettare il partito dentro il Pdl. Si suppone perciò che la frecciata di Berlusconi lo abbia un poco innervosito).
    Ma certo, signor ministro. Andiamo al cuore del problema.
    «Che è questo: nonostante i mesi trascorsi siano ormai molti, purtroppo non è ancora stata trovata la sintesi per dare, al nuovo partito, al Pdl, regole condivise».
    Anzi...
    «Anzi, leggendo qua e là, mi sembra cresca un certo malumore. Leggo le perplessità di Gasparri, di Ronchi, leggo certe riflessioni del professor Alessandro Campi...».
    Tutti preoccupati che An possa essere inghiottita da Forza Italia.
    «Diciamo che ci sono stati segnali allarmanti, segnali che lasciavano temere che il Pdl potesse essere percepito come un allargamento di Fi... Ed è questo, appunto, il problema».
    Come risolverlo?
    «Io credo che per superare gli scogli che affiorano all'orizzonte, sia necessario che Fini e Berlusconi si parlino di più. Vede: io, in fondo, sono solo il reggente del partito...».
    Un incarico assai autorevole.
    «Sì, certo. Che però ho assunto perché Fini è diventato presidente della Camera. Ma è chiaro che il leader era e resta lui. Io gliel'ho anche detto, a Gianfranco».
    Cosa gli ha detto, ministro?
    «Gli ho detto che per fare il presidente della Camera con questo suo profilo straordinariamente alto, davvero al di sopra della parti, certe volte... beh, insomma, non può mica vivere su Marte. Con Berlusconi deve incontrarsi più spesso».
    I due non si prendono molto.
    «Guardi, hanno rispetto e stima l'uno dell'altro. Certo...».
    Certo?
    «Hanno caratteri diversi. E...».
    Cos'altro?
    «Pur avendo stessi valori e programmi, intendono la politica in modo diverso».
    Un guaio.
    «Un problema. Che, però, si può superare. Vede, An è un partito radicato nel tempo, che oltre al suo leader ha anche una classe dirigente e organismi capaci di interloquire e, se serve, anche condizionare».
    Forza Italia è un po' diversa.
    «È un partito grande ma giovane e la sua classe dirigente, certamente valida, è meno abituata a contraddire il leader. Ora il punto è questo: sbrigarci a individuare nel nuovo soggetto politico, il Pdl, regole e modus operandi che mutuino il meglio dei sistemi di An e FI».
    Il congresso di fondazione è previsto per il 27 marzo.
    «Con i tempi dovremmo esserci... Dico di più: la bozza dello statuto presenta tre, quattro punti su cui dobbiamo trovare un accordo, ma già sul primo punto, Fini e Berlusconi si sono intesi...».
    Qual è il primo punto?
    «La condivisione».
    Può essere più esplicito?
    «Esempio. Quando dovremo decidere il candidato sindaco di Napoli, non è che quelli di FI vengono e ci dicono: guardate, Berlusconi avrebbe deciso Tizio. No, perché Tizio va individuato insieme».
    Capito. Ma sarà dura, il Cavaliere è abituato a decidere da solo.
    «Credo che questo gli sarà ancora concesso in qualche caso... come oggi, che ha deciso, senza consultarmi, di spedire l'Arma a presidiare Gaza. Ma nella vita del partito no, quella andrà condivisa».
    L'impressione è che voi di An fatichiate un po' ad andarci d'accordo.
    «E' un problema di carattere. Io, per dire, ho facilità di colloquio... altri, un po' meno... ma lui è così, capacissimo di infilarti una barzelletta e farti sembrare un bambino... proprio come l'altro giorno, quando stavamo decidendo gli assessori della Regione Abruzzo».

    Fonte: Corriere della Sera - Fabrizio Roncone | vai alla pagina
    Argomenti: Berlusconi, alleanza nazionale, regole, fini, ministro della Difesa, presidente della Camera, crisi politica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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