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Dichiarazione di Ignazio LA RUSSA
La Russa in Libano. «No a una forza per imporre la pace»
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(14 gennaio 2009) - fonte: La Repubblica - Vincenzo Nigro - inserita il 14 gennaio 2009 da 31
Il confine con Israele è lì davanti, a poche centinaia di metri. Dietro la collina, a 3 chilometri verso Nord, ci sono le fattorie di Tayr Arfa da dove la settimana scorsa sono partiti i razzi di Hezbollah. In mezzo gli uomini di Unifil, i caschi blu italiani, francesi, portoghesi, spagnoli, cinesi.
«Hezbollah certo, quei missili sono partiti col consenso di Hezbollah, qui non si muove nulla se loro non vogliono. ma per ora non vogliono più di questo, un segnale per i fratelli di Hamas», dice un ufficiale di Unifil.
La guerra di Gaza ha riacceso l`interesse per questo confine sorvegliato dalla missione dell`Onu, e ieri il ministro della Difesa Ignazio La Russa si è precipitato a Beirut e nel sud del Libano per provare a capire come stanno le cose mentre Israele continua la guerra contro Hamas. «La mia è una missione di pace, nel senso che vogliamo far capire che l`Italia, che l`Onu qui in Libano mantengono la pace, non vogliono missili contro Israele, non vogliono altra violenza», dice La Russa. Che poi aggiunge di avere avuto da tutti (dai libanesi, dagli ufficiali dell`Onu) la stessa risposta:
no, Hezbollah non vuole rischiare una guerra, non ci saranno altri missili contro Israele. A patto che la guerra non duri a lungo.I ragionamenti tra Libano e Gaza si incrociano di continuo.
Nei giorni scorsi il titolare della Difesa aveva dato la disponibilità a partecipare a una forza di pace, di interposizione, a qualsiasi cosa che separasse Israele e Hamas. Ma le cose sono un po` più complicate: a bordo dell`aereo che lo porta in Libano, il ministro ha fatto un`ultima riunione con il capo di stato maggiore Vincenzo Camporini, col consigliere per la politica internazionale Alessandro Ruben, con il direttore dell`Aise, l`ammiraglio Bruno Branciforte.
Tutti suggeriscono prudenza, non si può andare a fare la guerra. La Russa spiega: «Per ora Hamas non vuole una forza di pace, si tratterebbe allora di imporre la pace, ma non possiamo farlo. Finché non taceranno le armi, fino a quando le condizioni politiche e militari non lo consentiranno, sarà difficile immaginare una forza di interposizione».All`aeroporto di Beirut per una mezza ora l`incontro col ministro della Difesa libanese Elias Murr, un cristiano-ortodosso che è al governo in quota-presidente della Repubblica. Sul lancio dei razzi Murr parla con i giornalisti:
«Una cosa è sicura, il Libano non diventerà terra per terroristi. Non permetteremo a nessun terrorista di lanciare razzi, non daremo il pretesto agli israeliani di attaccarci per rispondere a questi razzi».La Russa segue il discorso del collega in inglese, e in inglese lo corregge «non direi "pretesto", piuttosto "ragione"». Il ministro dice di essere soddisfatto: «C`è la volontà di tutto il governo di Beirut, quindi anche della componente Hezbollah, di impedire che partano razzi. I nostri soldati daranno il massimo contributo all`esercito libanese, abbiamo dato indicazioni che il loro intervento si spinga al massimo consentito dalle regole d`ingaggio».
Come dire, caccia ai missili di Hezbollah. Sperando sempre che gli uomini del partito di Allah continuino a non volerli usare contro Israele.
Fonte: La Repubblica - Vincenzo Nigro | vai alla pagina » Segnala errori / abusi