Che cos’è il cambiamento climatico

È un insieme di gravi alterazioni ambientali riconducibili alle attività umane, responsabili delle emissioni di gas serra e del conseguente innalzamento della temperatura globale.

Definizione

Per cambiamento climatico si intende, secondo la definizione data dalle Nazioni unite, qualsiasi alterazione dell’atmosfera globale che sia direttamente o indirettamente riconducibile all’azione umana.

“Climate change” means a change in climate which is attributed directly or indirectly to human activity that alters the composition of the global atmosphere and which is in addition to natural climate variability observed over comparable periods of time.

Da anni ormai la Terra è soggetta al cambiamento climatico e la causa è stata messa in relazione con l’elevata presenza di gas serra nella nostra atmosfera.

Sono numerose le attività umane che liberano questi agenti nell’aria. L’utilizzo di vetture, di impianti di riscaldamento, attività agricole e industriali, tutto ciò che ha a che fare con la produzione di elettricità e calore da fonti di energia non rinnovabile. Una volta nell’atmosfera i gas serra, tra cui l’anidride carbonica e il metano, trattengono parte delle radiazioni infrarosse originate dal sole e riflesse dalla superficie terrestre, dall’atmosfera e dalle nuvole. Più la concentrazione di questi agenti è elevata, più radiazioni e calore vengono trattenuti, causando così l’innalzamento delle temperature e il cosiddetto riscaldamento globale, responsabile di diversi fenomeni rischiosi per l’ambiente. Dallo scioglimento dei ghiacciai all’innalzamento del livello del mare, dall’incremento delle ondate di calore e dei periodi di siccità, all’aumento di alluvioni, tempeste e uragani. Effetti sempre più evidenti e che si aggravano di anno in anno. Basti pensare che, dall’ultimo report Onu sul cambiamento climatico, il 2020 risulta essere tra gli anni più caldi di cui l’uomo abbia avuto esperienza dal periodo post industriale.

Per contrastare questi fenomeni, l’Onu ha avviato da tempo un percorso comune con i paesi membri, attraverso conferenze e accordi internazionali sul tema. Tra i primi la Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, tenutasi a Rio nel 1992 e il Protocollo di Kyoto, firmato da 180 paesi nel 1997. Entrambi proponevano a tutti i paesi partecipanti, tagli alle emissioni di gas serra, con l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale. Nel 2015 è stato firmato l’Accordo di Parigi che sancisce un limite massimo di emissioni di gas serra e pone l’obiettivo di mantenere l’aumento annuale della temperatura inferiore a +1,5°. Lo stesso anno viene anche sottoscritta l’Agenda Onu 2030, che pone 17 obiettivi per un pianeta più sostenibile ed equo. Tra questi, la lotta all’inquinamento, allo spreco alimentare e al cambiamento climatico. Per monitorare i progressi mondiali in questo percorso comune, la Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici si riunisce annualmente nelle conferenze delle parti (Cop), dove oltre ai paesi partecipano gruppi di interesse, rappresentanti imprenditoriali e organizzazioni internazionali.

Dati

Dai dati pubblicati dalla Fao (Food and Agriculture Organization of the United Nations) in merito al riscaldamento globale emerge che, rispetto alla media delle temperature dal 1951 al 1980, nel 1993 in Europa la temperatura è aumentata mediamente dello 0,2°. In seguito nel 1999 si assiste ad un notevole cambiamento (+1,01°) rispetto al periodo di riferimento, che si amplifica ulteriormente vent’anni dopo. Nel 2019, infatti, l’incremento è pari a 1,9° e le previsioni dei climatologi danno questo valore in rapida e costante crescita.

L’Agenda 2030, siglata dalle Nazioni Unite nel 2015, ha tra i suoi obiettivi quello di mantenere la temperatura annuale sotto i 2°. I dati rilasciati dalla Fao fanno riferimento alla variazione annuale di temperatura dei paesi europei tenendo come termine di paragone la media delle temperature tra il 1951 e il 1980.

FONTE: Food and Agricoltural Organisation of the United Nation (FAO)
(ultimo aggiornamento: martedì 10 Marzo 2020)

Tra i paesi spiccano in particolare Polonia, Lituania e Repubblica Ceca che hanno assistito ad un aumento superiore di 2,5° rispetto al periodo considerato nell’analisi, oltre un grado in più rispetto a vent'anni prima. L’Italia non è esclusa, seppure con valori inferiori, e nel 2019 ha assistito ad un + 1,7° della temperatura, rispetto al +0,89° di vent’anni prima.

Analisi

Le trasformazioni climatiche causate dalle elevate emissioni di gas serra nell'atmosfera stanno gravemente danneggiando la vita sulla terra, in diversi modi.

Come sottolineato nel report Onu, l'innalzamento delle temperature causa siccità e, di conseguenza, la sempre più ridotta disponibilità di acqua. Una condizione che può minacciare tutti gli aspetti della vita dell'uomo. Dalle attività produttive, agricole e industriali, all'aggravarsi di malattie all'interno della popolazione, soprattutto tra le fasce più povere. Inoltre, la scarsità di questa risorsa naturale ha generato in diverse occasioni veri e propri conflitti tra paesi, come riportato nel dettaglio dal Pacific Institute.

Ma la mancanza di acqua non è l'unico problema. Il riscaldamento globale ha portato a una maggiore frequenza di eventi come uragani, alluvioni, temporali e incendi, calamità che in casi estremi possono rendere inabitabili interi territori, che vengono di conseguenza abbandonati. Anche l'inquinamento dell'aria e la presenza di polveri sottili costituiscono una minaccia, causando problemi di salute anche gravi a livello respiratorio, specialmente tra i bambini e gli anziani.

Da sottolineare inoltre che, al di là delle condizioni dell'uomo, l'intera biodiversità sta risentendo notevolmente di questi fenomeni. Molte specie animali e vegetali rischiano l’estinzione a causa di condizioni climatiche in costante mutamento, come l'innalzamento delle temperature negli oceani o la desertificazione di molte aree.

Ma come procede il percorso verso la riduzione delle emissioni di gas serra? Secondo l'ultimo report della European environment agency (Eea), negli ultimi anni il trend è in calo. Il 2019 in particolare ha rappresentato un anno positivo, con una riduzione di emissioni in Europa del 4% rispetto al 2018. Inoltre, le chiusure temporanee di molte attività in tutti i paesi europei, a causa della crisi sanitaria da Covid-19, potrebbero aver portato a un ulteriore calo delle emissioni nel 2020.

Tuttavia, continuando con il ritmo degli ultimi 30 anni sembra improbabile, almeno per l'Europa, riuscire a ridurre le emissioni di gas serra del 40% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990), come auspicato dall'obiettivo Ue.

However, continuing at the average pace achieved between 1990 and 2018 would not reduce emissions enough to reach the 2030 target of a 40 % reduction [...] without increased efforts.

Sono necessari ulteriori sforzi, non solo da parte dell'Europa ma di tutto il mondo, per ridurre la presenza di gas serra nell'atmosfera, fermare il riscaldamento globale e contrastare così i pericolosi fenomeni legati al cambiamento climatico. Un'urgenza sempre più al centro del dibattito pubblico e sottolineata con forza anche dall'ondata di manifestazioni ambientaliste che hanno avuto luogo in tutto il mondo durante il 2019.

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