Che cosa sono le unioni di comuni

Sono enti formati da due o più comuni, per gestire in modo congiunto alcune funzioni e risorse dei comuni partecipanti.

Definizione

L’unione è una forma di associazione tra comuni confinanti. Non prevede la fusione tra amministrazioni ma la gestione condivisa di alcune funzioni e servizi, mantenendo la propria autonomia negli altri aspetti. A livello legislativo, il funzionamento di questo ente è stabilito dall’articolo 32 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali.

L’unione è un ente vero e proprio dotato di statuto e degli organi rappresentativi necessari per svolgere le funzioni con stabilità. La sua istituzione avviene a livello di consiglio comunale su promozione regionale, la quale può anche erogare dei contributi specifici per questo tipo di procedure. Oltre a favorire l’associazionismo, la regione individua gli ambiti che possono essere condivisi dai comuni.

Al momento, i comuni possono unirsi per gestire in modo congiunto uno o più ambiti senza alcun vincolo legislativo particolare. Il decreto legge 78/2010 prevede però la gestione associata obbligatoria delle funzioni fondamentali dei comuni che non superano i 5.000 abitanti (limite che si abbassa a 3.000 per comuni che fanno o hanno fatto parte di comunità montane). Si lascia alle amministrazioni la libertà di scegliere tra l’unione e la convenzione, le due forme associative considerate.

L’entrata in vigore della gestione obbligatoria è stata stata prorogata più volte. Ultimamente con il decreto legge 228/2021 il termine è stato spostato al 31 dicembre 2022. Nel 2019 è intervenuta la corte costituzionale, affermando che l’obbligo non può essere tassativo. Nel dettaglio, viene richiesta l’introduzione di una modalità di esonero nei casi in cui è dimostrato che le unioni non generano vantaggi in termini economici e di efficienza.

Dati

Il numero di questi enti è in continuo cambiamento. Al novembre 2022, le unioni presenti in Italia sono 559. La regione che in termini assoluti registra il maggior numero di enti è il Piemonte (116) seguito da Lombardia (75) e Sicilia (50). Le due aree con il numero minore sono l’Umbria (4) e la provincia autonoma di Trento (2). Mediamente, in Italia le unioni comprendono 5 comuni.

La regione che invece registra la quota più ampia di comuni che aderiscono a un’unione è la Sicilia. Il 12,8% delle sue amministrazioni figura all’interno di un ente di questo tipo. Seguono Emilia-Romagna (12,4%) e Valle d’Aosta (10,8%). In fondo si trovano sempre Umbria (2,2%) e provincia autonoma di Trento (1,2%).

La popolazione considerata è la popolazione legale registrata nel 2011.

FONTE: elaborazione openpolis su dati del dipartimento degli affari esteri e territoriali.
(consultati: martedì 8 Novembre 2022)

L’unione con il maggior numero di abitanti è la rete metropolitana nord Sardegna, in provincia di Sassari, con 2.323.800. Quella che invece comprende più comuni è l’Unione montana Alta Langa, a Cuneo, con 35 amministrazioni incluse.

Analisi

La realizzazione delle unioni può portare a dei vantaggi in termini economici. Possono infatti consentire dei risparmi dovuti alle economie di scala. Vi sono costi fissi che con l’unione possono essere ripartiti tra gli enti. Non sempre questo è vero, ed è infatti in questa direzione che è intervenuta nel 2019 la corte costituzionale.

Al contrario della fusione, viene mantenuta un’autonomia da parte dei singoli comuni, dal momento che sono solo alcune le funzioni gestite dall’unione. Questo aspetto potrebbe essere funzionale per tutti quei comuni che si trovano in territori geograficamente complessi. Numerosi piccoli comuni sono situati infatti nelle cosiddette aree interne e molto spesso si tratta di territori montani.

Per quel che riguarda nello specifico questi ultimi, numerose unioni presenti (denominate unioni montane) sono l’esito della cessazione del contributo statale alle comunità montane deciso con la legge 191/2009. Alcune regioni hanno previsto dopo questa legge la cessazione delle comunità con promozione delle unioni.

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