Ti trovi in Home  » Politici  » Alfonso GIANNI  » Liberismo trasversale - INTERVISTA

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Alfonso GIANNI


 

Liberismo trasversale - INTERVISTA

  • (12 novembre 2011) - fonte: Controlacrisi.org | Liberazione - Vittorio Bonanni - inserita il 12 novembre 2011 da 31

    Cominciamo a parlare del Pd. Bersani rischia grosso sostenendo questo probabilissimo esecutivo, soprattutto se finalizzato a gestire la fine della legislatura. Che cosa ne pensi?

    Penso anch’io che questo governo sta nascendo con tutte le intenzioni di durare fino al 2013. Qui non siamo solamente di fronte ad un governo di emergenza. Stiamo assistendo invece ad una operazione politica ambiziosa finalizzata a rompere definitivamente l’alleanza di centro-sinistra e a creare un nuovo corpaccione moderato, quasi sul modello della Grosse Koalition tedesca, che si candidi a governare l’Italia per conto dell’Unione Europea e della Banca centrale europea.
    Quindi è qualche cosa che nelle sue ambizioni va ben al di là di qualche mese e addirittura pone le premesse per la prossima legislatura. Naturalmente non è detto che tutto ciò si realizzi. Questo governo può anche non farsi perché all’ultimo momento può succedere qualche cosa, anche se questa ipotesi è sempre più improbabile. E naturalmente può anche incontrare successivamente delle difficoltà. Ma l’intenzione è quella che ho detto e quindi le scelte politiche vanno misurate in rapporto a quelle intenzioni.

    Che cosa rischia il Pd in tutto questo? Viene dato favorito nei sondaggi ma è evidente che se accettasse un governo Monti fino a fine legislatura perderebbe inevitabilmente dei consensi.

    Il Pd rischia certamente di perdere voti e consensi alla sua sinistra, sia nei confronti di Sel che delle altre forze. E anche di perdere voti alla sua destra perché chi potrà avere vantaggio da questo tipo di progetto è invece lo schieramento terzopolista. Cioè quello di Casini e di Fini, più logicamente connaturato a questo tipo di progetto. Quindi Bersani rischia molto. D’altro canto comprendo anche che questo tipo di governo era nelle corde del Pd e quindi non mi stupisco della sua scelta.

    Insomma non potevano comportarsi diversamente…

    Potrebbero fare diversamente. Per farlo però ci vuole una forte volontà politica che in questo momento Bersani pare non avere.

    Sel, dal canto suo, ha preso una posizione intermedia. Sì al governo Monti ma purché faccia la patrimoniale e prepari il Paese alle elezioni.

    Non direi. E’ vero che c’è stata un po’ di confusione. Ma, secondo me, l’intervista rilasciata a Repubblica da Nichi Vendola è molto chiara. Dice no a questo governo. Dopo di che pone delle condizioni la cui realizzabilità è piuttosto dubbia, perché il progetto Monti pare essere un altro. Intendiamoci. Noi abbiamo fatto della patrimoniale uno dei punti essenziali del programma dell’alternativa. Beh, la semplice reintroduzione dell’Ici non è la patrimoniale. E’ una misura ovvia che ripropone quello che esisteva prima. La patrimoniale è un’altra cosa, una tassazione sui beni immobiliari quanto su quelli finanziari. E quindi Monti non ci può ingannare semplicemente riproponendo la tassa sulla casa e ritornando così semplicemente allo scenario precedente a quello di Berlusconi.

    Il sì di Bersani a Monti mette in forse l’alleanza con l’Idv e Sel. Che cosa può succedere?

    Questo è il punto delicato della questione. Io infatti insisto sul fatto che, parlando della mia formazione politica in primo luogo, questa debba produrre una opposizione tenace al governo. Però, nello stesso tempo, deve fare un’opposizione di qualità e qualificata in senso propositivo in modo tale da mantenere da un lato viva la interlocuzione con le altre forze del centro-sinistra e nello stesso tempo la relazione con i movimenti sociali in modo tale da puntare alla ricomposizione della coalizione una volta arrivata la scadenza elettorale. Altrimenti questo significa lasciare che vada in porto senza alcun ostacolo quel disegno che ho prima descritto.

    E la Cgil?

    La sua posizione è inequivocabilmente favorevole alla costruzione del governo Monti. Per dirla con un battuta di un operaio di Brescia con cui ho parlato oggi, il rischio è che i lavoratori si trovino a scioperare per le pensioni assieme alla Lega contro un governo in cui c’è dentro la sinistra.

    Tornando a Sel, dopo le cose dette da Vendola non potrebbe e dovrebbe essere più facile ricucire con la Federazione?

    Io sono da sempre fautore di un processo riunificatorio. Almeno nella sostanza sono perché esista una sinistra senza aggettivi in questo Paese. E quindi non posso che essere contento se c’è un punto d’incontro. E dovremmo cogliere l’occasione per approfondire la possibilità di un’intesa di programma e di contenuto. Questa è la sfida che dobbiamo rivolgere a noi stessi.

    Alfonso Gianni
    Esponente di Sel e già sottosegretario allo sviluppo economico nell’ultimo governo Prodi – fin dai tempi della scissione del 2008 ha cercato di fare da ponte tra il suo partito e la Fds. Ribadisce questo concetto anche adesso che la sinistra deve fronteggiare l’era Monti con tutto ciò che consegue.

    Fonte: Controlacrisi.org | Liberazione - Vittorio Bonanni | vai alla pagina

    Argomenti: pensioni, sinistra, centrosinistra, alleanze, pd, opposizione, unione europea, BCE-Banca Centrale Europea, Cgil, movimenti, /argomento/3242, sinistra ecologia e libertà, alternativa, Bersani, patrimoniale, governo Monti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato