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Dichiarazione di Sergio Gaetano COFFERATI

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: S&D) 


 

«La Cgil e il Pd rifiutino lo scambio tra patrimoniale e pensioni di anzianità» - INTERVISTA

  • (17 novembre 2011) - fonte: Liberazione - Roberto Farneti - inserita il 17 novembre 2011 da 31

    Sergio Cofferati, Monti ha giurato, il totoministri è finito. Nel nuovo governo nessun politico, solo tecnici. Qual è il tuo giudizio?

    La cosa più importante è la presentazione del programma. Le persone che compongono il governo sono di robusto profilo professionale, ognuno nel proprio settore. Ora bisogna vedere queste competenze a cosa vengono finalizzate. Quello che fin da adesso credo si possa dire è che questo governo avrà una strada tutta in salita e non soltanto per la difficile congiuntura. Il problema principale resta infatti quello di come il nuovo governo affronterà questa crisi, perché la maggioranza che lo sostiene in Parlamento, sui temi specifici, ha ripetutamente esplicitato opinioni e valutazioni diversissime, a volte addirittura agli antipodi. Come riuscirà Monti a portarle a sintesi?

    In effetti, il Pdl non vuole sentir parlare né di imposta patrimoniale, né di ripristinare l’Ici. Il Pd, per bocca di Cesare Damiano, ribadisce: «Giù le mani dalle pensioni e dall’articolo 18». E se Monti usasse la tecnica della frusta e dello zuccherino? Ad esempio, convincendo il Pd a ingoiare il taglio delle pensioni di anzianità in cambio dell’introduzione della patrimoniale. E viceversa.

    Quella di introdurre norme che possono avere di volta in volta il dissenso di una parte e il consenso dell’altra e viceversa – le cosiddette maggioranze variabili – è una tattica che rischia di durare lo spazio di un mattino, perché chi rimane escluso dall’approvazione di un provvedimento ha a quel punto un problema politico enorme, anche di come giustificare il sostegno al governo agli occhi dei propri elettori.

    L’altra carta a disposizione di Monti è il fattore emergenza, quello che gli ha aperto le porte di Palazzo Chigi. In una situazione delicata come quella attuale, per le forze politiche sarà più difficile dire no a certi provvedimenti. Verrebbero accusate di irresponsabilità.

    Anche questo è vero, però dura poco. Abbiamo visto in questi giorni come, dopo un primo impatto positivo sui mercati provocato dall’annuncio dell’incarico di governo a una persona stimata negli ambienti europei, le cose per la nostra economia non sono certo migliorate. “Attenti che arriva il lupo”, può servire una volta a serrare le fila. Ma se la volta dopo la situazione è ancora quella precedente, o è addirittura peggiorata, la paura del lupo rischia di non essere più sufficiente. Aggiungo che questo governo, sulla carta destinato ad arrivare a fine legislatura, avrà sulla propria strada due scogli di non poco conto. Uno, già definito, è il referendum elettorale. Non mi pare che oggi le forze politiche che sostengono il governo siano in grado di partorire una proposta condivisa di riforma della legge elettorale. Il referendum stesso, che sicuramente vedrà una partecipazione molto consistente dei cittadini italiani, potrebbe togliere le castagne dal fuoco al governo, con il ritorno al “mattarellum”. Il problema è che buona parte delle forze politiche presenti in Parlamento non vogliono il “mattarellum”. E quindi avrebbero tutto l’interesse a far cadere il governo prima del voto referendario.

    L’altro scoglio?

    Sono le elezioni future. Perché nel 2013 si andrà comunque a votare. Da un certo punto in poi comincerà la campagna elettorale. Le forze politiche dovranno cominciare a discutere di schieramenti e programmi. E ciò aprirà divisioni nella maggioranza che sostiene il governo Monti. Divisioni che, progressivamente, diventeranno più consistenti. Perché nessuno vorrà avvicinarsi al voto di fine legislatura senza un propria identità e senza le proprie proposte.

    Quindi prevedi che il governo Monti cada molto prima del 2013?

    Non faccio previsioni sulla durata. Dico solo che da un certo punto in avanti, la coesione che nasce dalla necessità di stare insieme finirà, al di là dell’emergenza. L’emergenza potrebbe continuare ma la coesione verrà progressivamente meno.

    Ma allora non sarebbe stato meglio andare al voto subito? La Spagna domenica prossima lo farà senza che ciò abbia provocato sconquassi.

    Io continuo a non comprendere perchè in Italia non si sia fatta la stessa cosa.
    Comunque ora c’è un governo che deve dimostrare di corrispondere alle esigenze che il paese ha e che non può vivere semplicemente evocando il rischio potenziale delle elezioni. Perché, ripeto, nel 2013 comunque si andrà a votare e non sappiamo in quali condizioni ci arriveremo. Condizioni economiche ma anche sociali. Perché tu puoi chiedere alle persone di fare un sacrificio, se però sei in grado, da un lato, di muoverti con equità e dall’altro, di fargli vedere la luce in fondo al tunnel. Altrimenti quelle persone reagiscono.

    La Cgil già mette le mani avanti. Commentando la nomina di Elsa Fornero a ministro del Welfare, Susanna Camusso ha detto: «Mi auguro che ciò non sia un segnale della volontà di mettere le pensioni come priorità». Un eventuale sciopero verrebbe però giudicato dalla grande stampa e da quasi tutto il Parlamento come un “atto irresponsabile contro l’interesse del paese”.

    Io penso che il sindacato debba dimostrare in tutte le circostanze che l’autonomia che rivendica dalla politica non è una buona intenzione ma una pratica vera. Dunque la Cgil dovrà confrontarsi senza remore con il governo, guardando al merito, ma anche senza il timore di dire “non sono d’accordo” e di comportarsi di conseguenza.

    La metto giù secca: introduzione della patrimoniale in cambio di un intervento sulle pensioni di anzianità. Potrebbe essere un compromesso accettabile per la Cgil e il Pd?

    Io penso che dovranno guardare alle due cose distintamente. Vedere cioè se la patrimoniale è una vera patrimoniale e se i provvedimenti sulle pensioni hanno una ragion d’essere oppure sono solo un modo per fare cassa sulla pelle di persone che vivono già in condizioni problematiche. Dopodiché se il sindacato non sarà d’accordo, sull’uno o sull’altro dei provvedimenti proposti dal governo, lo dovrà dire con tutta la determinatezza del caso e agire di conseguenza.

    Fonte: Liberazione - Roberto Farneti | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, pensioni, referendum elettorale, pd, Cgil, patrimoniale, governo Monti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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