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Il bluff elettorale.
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(20 novembre 2011) - fonte: La Sicilia - inserita il 03 dicembre 2011 da 2833
In questi giorni di nascita del governo Monti si è discusso sulla possibilità che del programma possa far parte anche la modifica dell'attuale legge elettorale. L'on. Di Pietro ha affermato di aver chiesto al Presidente Monti di dimettersi dopo che i cittadini "con il loro voto avranno spazzato l'attuale legge elettorale". Altri partiti, come il Pdl e il Pd, ritengono invece che della legge elettorale debba occuparsi il Parlamento.Premetto di non condividere l’attuale legge elettorale, detta comunemente “porcellum”, perché ritengo abbia ancora di più allontanato i cittadini dai loro rappresentanti parlamentari. Nonostante sia contrario all'attuale sistema di "nomine dall'alto", considero cosa molto probabile che quando si andrà a votare per rinnovare il nostro Parlamento lo si farà con l'attuale legge elettorale. Questo perchè non credo la Consulta possa dichiarare i quesiti ammissibili e, immediatamente dopo tale pronuncia di senso negativo, i nostri rappresentanti al Parlamento eviteranno di parlare di legge elettorale o se lo faranno sarà solo per litigare, per non cambiare la legge. Questa legge infatti conviene a tutti i nominati, e soprattutto a chi all’interno dei partiti ha il potere di nomina.
Tornando ai quesiti referendari, faccio presente che quale sia l’orientamento della Consulta lo si evidenzia dalla sentenza 29/1987, con la quale la Corte Costituzionale affermò che "l'organo, a composizione elettiva formalmente richiesta dalla Costituzione, non può essere privato, neppure temporaneamente, del complesso delle norme elettorali contenute nella propria legge di attuazione. Tali norme elettorali potranno essere abrogate nel loro insieme esclusivamente per sostituzione con una nuova disciplina, compito che solo il legislatore rappresentativo è in grado di svolgere".
Il primo dei due quesiti referendari, che prevede l'abrogazione in toto della legge Calderoli, è dunque palesemente inammissibile. Né si può sostenere che l'abrogazione dell'attuale legge fa rivivere quella precedente.
Il secondo quesito prevede l'abrogazione della legge vigente che a sua volta aveva abrogato i decreti legislativi sulla determinazione dei colleggi uninominali della Camera e del Senato.
Come già ho spiegato, l'abrogazione non può far rivivere norme abrogate, quindi l'eventuale approvazione di questo quesito produrrebbe una legge priva della normativa che riguarda l'adozione dei colleggi uninominali. Il risultato sarebbe una legge non immediatamente operativa, in contrasto con quanto richiesto dalla Corte Costituzionale.
Per tali motivi, chi afferma che con i referendum si tornerà alla precedente legge elettorale (la legge Mattarella) dice il falso: purtroppo, la Consulta dichiarerà questi due quesiti sicuramente inammissibili.
Toccherà dopo al Governo Monti cercare di cambiare la legge elettorale, ma gli attuali parlamentari saranno i primi a difendere il “porcellum” affinché non siano i cittadini a decidere chi governa il Paese.
Fonte: La Sicilia | vai alla pagina » Segnala errori / abusi