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9 aprile, in piazza contro la precarietà. L’adesione di Articolo 21.
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(05 aprile 2011) - fonte: micromega-online - inserita il 08 aprile 2011 da 31
"Il nostro tempo è adesso", con questo slogan efficace, immediato, che esprime l’urgenza di una generazione che non vuole morire travolta da un regime putrefatto, sono state convocate decine e decine di manifestazioni per sabato 9 aprile, sempre su MicroMega che, sin dall’inizio, ha creduto in questa giornata. La manifestazione principale si svolgerà a Roma, con un corteo che partirà alle 14 da piazza della Repubblica e si concluderà al Colosseo. Iniziative analoghe si svolgeranno in Italia e all’estero e comunque chi volesse saperne di più potrà consultare il sito ilnostrotempoadesso.it.A convocarci, questa volta, è un gruppo di 14 persone che svolgono i mestieri più diversi dal giornalista all’archeologo, dall’imprenditore all’insegnante, uniti dal filo dell’incertezza, della precarietà, dell’assenza di prospettive, dall’ansia per una nazione che sembra aver venduto l’anima, la legalità, la Costituzione e dunque un paese che sembra non avere prospettive, incapace di andare oltre la soglia dei conflitti di interesse e degli egoismi di parte.
Questa iniziativa si collega alle piazze per la legalità e per la Costituzione, ma ha il grande merito di allargare il fronte, di chiamare alla lotta nuovi soggetti sociali, di parlare anche a chi è fuori dai recinti, di riportare al centro dell’agenda la questione sociale, di costringerci tutti a fare i conti anche con le cifre, con i numeri della crisi che è morale e materiale insieme. Ci ricorda che non si tratta solo di presidiare la Costituzione, ma anche di esigerne l’attuazione.
L’associazione Articolo 21 sarà presente in quelle piazze, lo farà rispettando la volontà dei promotori, mettendosi in coda ai cortei, portando solo la bandiera tricolore e la Carta costituzionale, lasciando a casa ogni simbolo identitario, perché mai come in questo momento è necessario allargare la rete di chi vuole contrastare la metastasi politica ed etica e trasformare, come ha ben scritto su MicroMega Nicola Piovani, l’indignazione in azione, in proposta alternativa. Al mondo della comunicazione e dei media, che ben conosce anche al suo interno la piaga del precariato e del lavoro sottopagato, ci permettiamo di chiedere di dare un volto e una voce a queste ragazze e a questi ragazzi, di far conoscere le loro storie, di invitarli nei grandi contenitori, di dedicare loro un centesimo del tempo che quotidianamente viene dedicato a tre casi di cronaca nera, riproposti a reti semiunificate, tutti i giorni, a tutte le ore, affinché sia chiaro a tutti che in Italia non c’è una emergenza sociale, ma solo e soltanto una emergenza criminalità, in omaggio ai voleri di chi specula e prende voti anche grazie alla industria della paura e del terrore.
Ci sarà qualcuno, oltre ai soliti noti, che vorrà dare spazio a questi temi e a questi giovani? Ci saranno emittenti che vorranno seguire in diretta questa grande giornata civile?
Luca di Montezemolo, nell’annunciare la sua semicandidatura, si è rammaricato per i troppi silenzi della politica e della società civile. Forse ha perso qualche puntata, comunque, se davvero vuole candidarsi a rappresentare l’Italia che odia il vecchio regime, la conservazione, le oligarchie, i mondi chiusi, potrebbe farsi una passeggiata in uno di questi cortei, scoprirà che esiste anche un’altra Italia che non ha mai smesso di lottare per il futuro.
Chiunque davvero voglia contribuire a costruire l’alternativa, dovrebbe avere la pazienza e l’umiltà di ascoltare i tanti mondi vitali che si sono messi in cammino e indossare i difficili panni del federatore, di colui che rinuncia a qualcosa di sé per illuminare gli altri.
L’ultimo a provarci, che piaccia o no, fu Romano Prodi e dalla analisi di quella esperienza bisogna ripartire e riprendere il cammino, per farlo servono anche le Piazze della Costituzione, della legalità, dell’inclusione sociale, dei diritti, della libertà di informazione, del lavoro e, per l’appunto, quelle del 9 aprile che rivendicano il diritto al futuro e ad una esistenza degna di essere vissuta. Francamente non ci sembra meno appassionante delle barzellette di un vecchio scostumato e delle sue storielle mercenarie con la presunta nipote "del saggio Mubarak".
Fonte: micromega-online | vai alla pagina » Segnala errori / abusi